Santo Rosario on line

Domenica, 5 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Nel cammino di fede, una delle battaglie più dure è quella che si combatte per riconoscere la presenza di Dio nei nostri avvenimenti quotidiani. Se preghiamo ben presto ci accorgiamo che il filo della nostra esistenza ha una sua logica, una sua unità misteriosa, e cominciamo a pensare che nelle tappe più importanti ci incontriamo con Dio. Poi, mentre avanziamo nella preghiera, ci accorgiamo che non solo nelle grandi occasioni incontriamo Dio, ma in tutte, anche in quelle più banali. Dio non è mai assente dalla nostra vita. Ma quali sforzi per rendere evidente questa verità! Quanti atti di fede per imparare a navigare nel mare di Dio a occhi chiusi e con la convinzione che, se anche affondiamo, affondiamo nel Suo amore. Fortunato chi impara questa navigazione in Dio e sa rimanere sereno anche quando imperversa la tempesta.

LETTURE A CASO

Mt 12,1-50

1In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. 2Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato". 3Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? 4Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? 5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. 7Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. 8Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato".

9Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga. 10Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: "È permesso curare di sabato?". Dicevano ciò per accusarlo. 11Ed egli disse loro: "Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori? 12Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene anche di sabato". 13E rivolto all'uomo, gli disse: "Stendi la mano". Egli la stese, e quella ritornò sana come l'altra. 14I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.

15Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, 16ordinando loro di non divulgarlo, 17perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:

18Ecco il mio servo che io ho scelto;
il mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annunzierà la giustizia alle genti.
19Non contenderà, né griderà,
né si udrà sulle piazze la sua voce.
20La canna infranta non spezzerà,
non spegnerà il lucignolo fumigante,
finché abbia fatto trionfare la giustizia;
21nel suo nome spereranno le genti.

22In quel tempo gli fu portato un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. 23E tutta la folla era sbalordita e diceva: "Non è forse costui il figlio di Davide?". 24Ma i farisei, udendo questo, presero a dire: "Costui scaccia i demòni in nome di Beelzebùl, principe dei demòni".

25Ma egli, conosciuto il loro pensiero, disse loro: "Ogni regno discorde cade in rovina e nessuna città o famiglia discorde può reggersi. 26Ora, se satana scaccia satana, egli è discorde con se stesso; come potrà dunque reggersi il suo regno? 27E se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri figli in nome di chi li scacciano? Per questo loro stessi saranno i vostri giudici. 28Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio. 29Come potrebbe uno penetrare nella casa dell'uomo forte e rapirgli le sue cose, se prima non lo lega? Allora soltanto gli potrà saccheggiare la casa. 30Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. 31Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. 32A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro.

33Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero. 34Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore. 35L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive. 36Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; 37poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato".

38Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: "Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose: 39"Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. 40Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. 41Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona! 42La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone!

43Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. 44Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. 45Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa".

46Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. 47Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti". 48Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". 49Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; 50perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 8,1-11: Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

Rm 7,1-25

1O forse ignorate, fratelli - parlo a gente esperta di legge - che la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui egli vive? 2La donna sposata, infatti, è legata dalla legge al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è libera dalla legge che la lega al marito. 3Essa sarà dunque chiamata adultera se, mentre vive il marito, passa a un altro uomo, ma se il marito muore, essa è libera dalla legge e non è più adultera se passa a un altro uomo. 4Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla legge, per appartenere ad un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. 5Quando infatti eravamo nella carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. 6Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della lettera.

7Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare. 8Prendendo pertanto occasione da questo comandamento, il peccato scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza la legge infatti il peccato è morto 9e io un tempo vivevo senza la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha preso vita 10e io sono morto; la legge, che doveva servire per la vita, è divenuta per me motivo di morte. 11Il peccato infatti, prendendo occasione dal comandamento, mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. 12Così la legge è santa e santo e giusto e buono è il comandamento. 13Ciò che è bene è allora diventato morte per me? No davvero! È invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato apparisse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.

14Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. 15Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. 16Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; 17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, 23ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? 25Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: Romolo dio Quirino.

15. Vi fu un criterio nella scelta degli dèi, sia pure falsi, o è piuttosto adulazione? Perché intanto non ritennero Platone neanche degno di un tempietto, pur considerandolo semidio? Eppure si era impegnato con eccellenti opere filosofiche a non far decadere la moralità con i mali spirituali che più degli altri si devono evitare. E poi hanno ritenuto Romolo superiore a molti loro dèi, sebbene una loro dottrina esoterica lo presenti non dio ma semidio. Gli hanno perfino destinato un sacerdote flamine. Questo tipo di sacerdozio nella religione romana fu, come dimostra il berretto, tanto in onore che si ebbero soltanto tre flamini destinati a tre divinità, il Diale a Giove, il Marziale a Marte, il Quirinale a Romolo. Per gratitudine dei cittadini egli accolto in cielo fu chiamato Quirino. Dunque Romolo in questo onore ebbe la prelazione su Nettuno e Plutone, fratelli di Giove e anche su Saturno loro padre. Così tributarono a lui un sacerdozio analogo a quello grande tributato a Giove e a Marte, che poi ne era il padre. Fu forse per riguardo a lui.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: SOPPORTARE TUTTO PER LA VITA ETERNA

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, non lasciarti abbattere dal peso dei compiti che ti sei assunto per amor mio né, per alcun motivo, t'abbattano mai le tribolazioni; ma in ogni circostanza ti fortifichi e ti consoli la mia promessa. Io basto a ricompensarti oltre ogni limite e misura. Quaggiù non durerà a lungo il tuo travaglio né sarai per sempre oppresso da dolori. Aspetta un po' e vedrai finire d'un tratto i tuoi mali. Verrà l'ora in cui ogni travaglio ed ogni agitazione cesseranno. È poco e di breve durata tutto ciò che passa con il tempo.

Compi i doveri del tuo stato; lavora fedelmente nella mia vigna; Io sarò la tua ricompensa. Scrivi, leggi, canta, sospira, taci, prega, sopporta virilmente le avversità: di tutte codeste e d'altre maggiori battaglie è ben degna la vita eterna. Verrà la pace in un determinato giorno, che è noto al Signore; e non ci sarà notte né giorno come di codesto vostro tempo, ma luce perpetua, chiarita infinita, pace stabile, riposo sicuro. Non dirai, allora: "Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?" (Rm 7,24). Né griderai: "Ahimè, il mio esilio s'è prolungato!" (Sal 119,5).

Ché, la morte sarà cacciata nell'abisso e la salvezza sarà per sempre; più nessuna angustia, ma gioia beata e compagnia soave e gloriosa dei Beati. Oh!, se tu vedessi le eterne corone dei Santi in Cielo. E di quanta gloria esultano ora essi, che un tempo erano ritenuti in codesto mondo spregevoli e quasi immeritevoli perfino di vivere! Senza dubbio, ti prosterneresti subito fino a terra e desidereresti essere sottomesso a tutti, piuttosto che comandare anche ad un uomo solo; Né desidereresti trascorrere giorni lieti in codesta vita, ma goderesti di soffrire per amore di Dio e stimeresti come il più grande guadagno essere considerato un nulla tra gli uomini. Oh! se tu gustassi queste verità e se esse ti penetrassero in fondo al cuore, come oseresti lamentarti anche una sola volta?

Per la vita eterna non si devono forse sopportare tutte le tribolazioni? Non è cosa di poca importanza perdere o guadagnare il Regno di Dio. Solleva, dunque, il tuo volto al Cielo. Eccomi, insieme con tutti i miei Santi, i quali hanno sostenuto la loro grande battaglia in codesto mondo: ora sono nella gioia, ora ricevono consolazione, ora sono sicuri, ora riposano; e rimarranno con me nel Regno del Padre mio, per sempre.