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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Forse non comprendi del tutto il valore immenso quando sei in adorazione davanti al Santissimo? Tu stai partecipando a un'opera divina. Sei dinanzi a Gesù come un vaso vuoto da riempire con la dolcezza e la potenza dello Spirito. Il tuo cuore assetato d'amore è pronto a bere alla fonte del vero amore, che è più dolce di qualsiasi amore terreno. Davanti al Santissimo tu sei intercessore che si apre a ricevere quell'amore che tanti altri ignorano, rifiutano e trattano con freddezza. Quando sei in adorazione, non sei inutile: stai lavorando in un modo che è molto più efficace di quanto possa esserlo qualsiasi impresa umana. Perciò non dubitare mai del valore delle tue ore trascorse davanti al Santissimo. Attraverso la tua adorazione il Signore attirerà i fiumi di grazie su tutte le persone che in qualche modo sono legate a te.

LETTURE A CASO

Mt 3,1-17

1In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, 2dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!".

3Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!


4Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. 5Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.

7Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? 8Fate dunque frutti degni di conversione, 9e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. 12Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile".

13In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?". 15Ma Gesù gli disse: "Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Allora Giovanni acconsentì. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 3,1-12: Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!

Rm 13,1-14

1Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. 3I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene e ne avrai lode, 4poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. 5Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. 6Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. 7Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto, il rispetto.

8Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. 9Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 10L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.

11Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. 12La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. 14Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri.


Il lavoro dei monaci: Incoerenze colossali fra quello che dicono e quello che fanno.

23. 27. Di più: contro l’insegnamento d’un apostolo di Cristo costoro tiran fuori il vangelo di Cristo. Sono infatti così speciali gli accorgimenti della gente svogliata che si lusingano venga proibito dal vangelo quel che l’Apostolo ordinava e metteva in pratica perché il vangelo non avesse impedimenti. Che se poi per caso in forza delle parole stesse del vangelo vogliamo obbligarli a vivere sul serio in conformità con la loro interpretazione, essi saranno i primi a venirci a dimostrare che tali massime non debbono essere intese così come essi le intendono. Dicono, è vero, che non sono obbligati a lavorare perché nemmeno gli uccelli dell’aria seminano e mietono: quegli uccelli da cui il Signore trasse l’immagine per escludere la preoccupazione per i nostri bisogni materiali. Ma, allora, perché non badare anche a quello che viene appresso, poiché il Signore non dice solo che non seminano né mietono ma anche che non raccolgono nei magazzini. Per “ magazzini “ possiamo intendere o i granai o, proprio a paroletta, i depositi. Come mai, dico, questi tali che si tengon le mani in mano pretendono poi d’avere piene le dispense? Perché andar a prendere dagli altri il frutto del lavoro e riporlo nelle dispense e conservarlo per trarne l’occorrente di ogni giorno? Perché non rifuggire dal lavoro di molitura e di cottura? Attività che certo gli uccelli non compiono! Che se riescono a trovare delle persone e a persuaderle che ogni giorno vengano a recar loro cibi bell’e confezionati, l’acqua tuttavia, se vogliono averne una riserva, debbono certamente o andare ad attingerla alla fontana, ovvero tirarla fuori dalla cisterna o dal pozzo. Opere anche queste che gli uccelli non compiono! Diamo anche il caso, se così piace, che ci siano fedeli così buoni che, da brava gente di provincia affezionata al Re eterno, si prendano tanta cura di questi soldati, invero coraggiosi, di Dio e vadano a prestare ad essi ogni sorta di servizi sì che non resti loro nemmeno d’andare a prendere l’acqua. Dovrebbero però questi aver superato, in un’insolita graduatoria di santità, quei cristiani che erano a Gerusalemme. Difatti, a costoro, quando sopraggiunse la carestia che era stata predetta dai profeti di quell’epoca, furono i buoni fratelli di Grecia che inviarono delle granaglie, da cui poi essi stessi – così penso – si cossero il pane o quanto meno, s’industriarono di farselo cuocere. Attività anche queste che gli uccelli non compiono! Che se poi – come cominciavo a dire – costoro si credono d’aver oltrepassato di qualche grado anche la perfezione di quei santi e vogliono comportarsi esattamente come gli uccelli in tutto ciò che riguarda il mantenimento della vita presente, vengano allora a portarci esempi di uomini intenti a prestare servigi agli uccelli come costoro pretendono di essere serviti. (Escludendo sempre il caso degli uccelli acchiappati e rinchiusi in gabbia, dei quali ci si fida punto o poco che, una volta scappati, abbiano a ritornare!...). Sta di fatto però che gli uccelli ci tengono tanto alla loro libertà che preferiscono cercare nei campi quanto loro occorre per vivere anziché ricevere quel che loro preparano e recano gli uomini.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'OFFERTA DI CRISTO IN CROCE E LA DONAZIONE DI NOI STESSI

PAROLE DELL' AMATO
Come Io, con le braccia distese sulla Croce e con il Corpo nudo, ho liberamente offerto a Dio Padre me stesso per i tuoi peccati, cosicché nulla di Me rimanesse che non fosse trasformato interamente nel sacrificio della divina riconciliazione, Così tu pure devi volontariamente offrire te stesso a Me ogni giorno nella Messa, in oblazione pura e santa, con tutte le tue forze, con tutto il tuo slancio e con il maggiore raccoglimento possibile. Che cos'altro Io ti chiedo, se non che tu cerchi di rassegnarti interamente a Me? Qualunque cosa tu Mi offra, fuori di te stesso, non la curo, perché Io non cerco i tuoi doni, ma te stesso.

Come a te non basterebbe avere tutte le cose, se non hai Me, così neppure a Me potrebbe piacere qualunque cosa tu Mi offra, senza offrire te stesso. Offriti a Me e donati totalmente a Dio; allora, la tua oblazione sarà accetta. Ecco, Io mi sono offerto tutto al Padre, per te; ho dato in cibo perfino il mio Corpo ed il mio Sangue, per essere tutto tuo e perché tu rimanessi sempre mio. Ma, se tu rimarrai chiuso in te stesso e non ti offrirai volontariamente alla mia volontà, l'offerta non è piena e l'unione fra noi non sarà perfetta.

Perciò, l'offerta spontanea di te medesimo nelle mani di Dio deve precedere tutte le tue opere, se vuoi ottenere la vera libertà dello spirito e la mia grazia. Per questo motivo sono pochi quelli che raggiungono la luce e la libertà interiore, perché non sanno rinnegare del tutto se stessi. immutabile è la mia sentenza: "Se uno non avrà rinunciato a tutto, non potrà essere mio discepolo" (Lc 14,33). Se, dunque, tu desideri essere mio discepolo, offriti a Me con tutti i tuoi affetti.