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Sabato, 4 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Ciriaco ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Abbiate pazienza: non si possono in un giorno solo correggere le cattive abitudini e i vizi. Vi compiacereste forse troppo di aver così presto cambiato le vostre inclinazioni.

LETTURE A CASO

Mc 2,1-28

1Ed entrò di nuovo a Cafàrnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.

3Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. 5Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati".

6Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: 7"Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?".

8Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: "Perché pensate così nei vostri cuori? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua". 12Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!".

13Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. 14Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi".

Egli, alzatosi, lo seguì.

15Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?". 17Avendo udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori".

18Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". 19Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. 20Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. 21Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. 22E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi".

23In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. 24I farisei gli dissero: "Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?". 25Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? 26Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?". 27E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! 28Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 28, 16-20: Mi è stato ogni potere in cielo e in terra.

2 Cor 8,1-23

1Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedonia: 2nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità. 3Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente, 4domandandoci con insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio a favore dei santi. 5Superando anzi le nostre stesse speranze, si sono offerti prima di tutto al Signore e poi a noi, secondo la volontà di Dio; 6cosicché abbiamo pregato Tito di portare a compimento fra voi quest'opera generosa, dato che lui stesso l'aveva incominciata.

7E come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così distinguetevi anche in quest'opera generosa. 8Non dico questo per farvene un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri. 9Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. 10E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dall'anno passato siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma a desiderarla. 11Ora dunque realizzatela, perché come vi fu la prontezza del volere, così anche vi sia il compimento, secondo i vostri mezzi. 12Se infatti c'è la buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede. 13Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza. 14Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto:

15Colui che raccolse molto non abbondò,
e colui che raccolse poco non ebbe di meno
.

16Siano pertanto rese grazie a Dio che infonde la medesima sollecitudine per voi nel cuore di Tito! 17Egli infatti ha accolto il mio invito e ancor più pieno di zelo è partito spontaneamente per venire da voi. 18Con lui abbiamo inviato pure il fratello che ha lode in tutte le Chiese a motivo del vangelo; 19egli è stato designato dalle Chiese come nostro compagno in quest'opera di carità, alla quale ci dedichiamo per la gloria del Signore, e per dimostrare anche l'impulso del nostro cuore. 20Con ciò intendiamo evitare che qualcuno possa biasimarci per questa abbondanza che viene da noi amministrata. 21Ci preoccupiamo infatti di comportarci bene non soltanto davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini. 22Con loro abbiamo inviato anche il nostro fratello, di cui abbiamo più volte sperimentato lo zelo in molte circostanze; egli è ora più zelante che mai per la grande fiducia che ha in voi.

23Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore presso di voi; quanto ai nostri fratelli, essi sono delegati delle Chiese e gloria di Cristo. 24Date dunque a loro la prova del vostro affetto e della legittimità del nostro vanto per voi davanti a tutte le Chiese.


Didache': Capitolo VIII

. I vostri digiuni, poi, non siano fatti contemporaneamente a quelli degli ipocriti; essi infatti digiunano il secondo e il quinto giorno della settimana, voi invece digiunate il quarto e il giorno della preparazione.

2. E neppure pregate come gli ipocriti, ma come comandò il Signore nel suo vangelo, così pregate:
Padre nostro che sei nel cielo,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi il nostro debito,
come anche noi lo rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male;
perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.

3. Pregate così tre volte al giorno.

(Autore: anonimo)

L'imitazione di Cristo: DISPREZZO DI SE' STESSO AGLI OCCHI DI DIO

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere (Gn 18,27). Se io mi sarò stimato più di quello che sono, ecco che Tu, o Signore, stai contro di me, e le mie iniquità dànno testimonianza del vero: né posso contraddirla. Se, invece, mi sarò umiliato e mi sarò ridotto ad un nulla, deponendo ogni stima di me stesso e riducendomi in polvere, come in realtà sono, la tua grazia mi sarà propizia e la tua luce sarà vicina al mio cuore. Così, ogni amor proprio che, per quanto piccolo sia, mi resti, sarà sommerso nell'abisso della mia nullità e svanirà per sempre. In quell'abisso, Tu riveli me a me stesso: che cosa sono, che cosa fui e fin dove sono caduto, poiché io sono niente e non lo capivo.

Se vengo abbandonato a me stesso, eccomi, sono un niente, nient'altro che debolezza. Ma se Tu mi dài d'un tratto uno sguardo, divento tosto forte e colmo di nuova gioia. Ed è cosa veramente meravigliosa che così, all'improvviso, sia sollevato ed amorosamente accolto fra le tue braccia io, che dal mio stesso peso sono sempre tratto verso il basso. Questa è opera del tuo amore, che senza mio merito mi previene e mi soccorre in così numerose difficoltà; che mi premunisce anche da gravi pericoli e mi strappa, in verità, da innumerevoli mali,Certo, amando disordinatamente me stesso, io mi sono perduto; cercando, invece, Te solo, ed amando Te con retto amore, ho trovato ad un tempo me e Te: da questo amore sono stato tratto a rientrare ancora più profondamente nel mio nulla.

Tu, o Dolcissimo, mi concedi grazie oltre ogni mio merito e più di quanto io osi sperare o domandare. Sii benedetto, o mio Dio, perché, sebbene io sia indegno d'ogni tuo favore, pure la tua generosità e la tua infinita bontà non cessano mai di beneficare anche gl'ingrati e quelli che si sono allontanati da Te. Fa' che ritorniamo a Te, affinché siamo riconoscenti umili e devoti; Tu solo, infatti, sei la nostra salvezza, la nostra virtu, la nostra fortezza.