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Giovedi, 9 maggio 2024 - Misteri luminosi - Beata Maria Teresa di Gesù (Carolina Gerhardinger) ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Osserva bene: sempre che la tentazione ti dispiacerà, non vi è cosa da temere. Ma perché ti dispiace ella, se non perché non vorresti sentirla? Queste tentazioni sì importune vengono dalla malizia del demonio, ma il dispiacere e la sofferenza che ne risentiamo vengono dalla misericordia di Dio, il quale, contro la volontà del nemico nostro, ritrae dalla sua malizia la santa tribolazione, per mezzo della quale egli purifica l'oro che vuol mettere nei suoi tesori. Dico ancora: le tue tentazioni sono del demonio e dell'inferno, ma le tue pene ed afflizioni son di Dio e del paradiso; le madri sono di Babilonia, ma le figlie sono di Gerusalemme. Disprezza le tentazioni ed abbraccia le tribolazioni. No, no, mia figliuola, lascia soffiare il vento e non pensare che lo squillo delle foglie sia il rumore delle armi.

LETTURE A CASO

Lc 2,1-52

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

8C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". 16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; 26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, 28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli,
32luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; 43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". 49Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". 50Ma essi non compresero le sue parole.

51Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 23, 35-43: Signore, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.

3 Gv 1,1-14

1Io, il presbitero, al carissimo Gaio, che amo nella verità. 2Carissimo, faccio voti che tutto vada bene e che tu sia in buona salute, come va bene per la tua anima.

3Molto infatti mi sono rallegrato quando sono giunti alcuni fratelli e hanno reso testimonianza che tu sei verace in quanto tu cammini nella verità. 4Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli camminano nella verità.

5Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché forestieri. 6Essi hanno reso testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa, e farai bene a provvederli nel viaggio in modo degno di Dio, 7perché sono partiti per amore del nome di Cristo, senza accettare nulla dai pagani. 8Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità.

9Ho scritto qualche parola alla Chiesa ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere. 10Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa. 11Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.

12Quanto a Demetrio, tutti gli rendono testimonianza, anche la stessa verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera.

13Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. 14Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce. 15La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici ad uno ad uno.


Protreptico ai Greci: Capitolo 11

Considera un poco, se vuoi, rifacendoti alle origini, il beneficio divino. Il primo uomo quando giuocava in piena libertà nel paradiso era ancora il fanciullo di Dio; ma quando, soggiacendo al piacere (il serpente rappresenta allegoricamente il piacere che striscia sul ventre, vizio terreno volto verso la materia) si lasciava sedurre dalle passioni, il fanciullo divenuto uomo a causa della sua disubbidienza, e per non avere ascoltato il Padre, si vergognava di Dio. Quanto non potè il piacere! L'uomo, che per la sua innocenza era stato libero, fu trovato avvinto dai peccati. Il Signore volle di nuovo scioglierlo dai legami e legatosi alla carne (questo è un mistero divino) soggiogò il serpente e rese schiavo il tiranno, cioè la morte, e cosa più straordinaria di tutte mostrò libero, grazie al gesto delle sue mani distese, quell'uomo ch'era stato fuorviato dal piacere ed era stato legato dalla corruzione. O misterioso prodigio! Si è piegato il Signore, ma si rialzò l'uomo, e quegli che era caduto dal paradiso riceve dell'ubbidienza un premio più grande, il cielo! Perciò mi sembra che, Poichè lo stesso Verbo è venuto a noi dal cielo, noi non dobbiamo più andare alle scuole umane, cercando con soverchio interesse Atene e il resto dell'Ellade e, oltre a questo, la Ionia. Se infatti nostro maestro è Colui che ha riempito il tutto coi suoi santi poteri, con la creazione, la salvezza, la beneficenza, la legislazione, la profezia, l'istruzione, tutto ora ci insegna il maestro e per mezzo del Verbo tutto il mondo è diventato ormai Atene ed Ellade. Giacchè, certamente, dopo aver creduto al mito poetico, che ricorda come Minosse il Cretese sia stato compagno di Zeus, voi non negherete fede al fatto che noi siamo diventati scolari di Dio, che ci siamo acquistata la sapienza realmente vera, quella a cui i sommi filosofi accennarono oscuramente soltanto, ma che gli scolari di Cristo compresero e predicarono. Inoltre, l'intero Cristo, per dir così, non si divide; non vi è più Nè barbaro, Nè Giudeo Nè Greco, non vi è Nè maschio Nè femina, ma un uomo nuovo trasformato dal santo spirito di Dio. Quindi, gli altri consigli e precetti sono di poco conto e trattano di questioni specifiche, per esempio, se occorra sposare, se occorra prender parte alla politica, se occorra procreare figliuoli; sola universale esortazione e che riguarda evidentemente l'intera vita, che tende in ogni occasione, in ogni circostanza al fine supremo, cioè alla vita, è la pietà verso Dio. è necessario soltanto vivere secondo la norma di essa, per vivere eternamente; la filosofia invece, come dicono gli antichi, è una continua deliberazione, che concilia un perpetuo amore di sapienza. " Ma il precetto del Signore è splendente da lungi, e che dà luce agli occhi ". Accogli Cristo, accogli la facoltà di vedere, accogli la tua luce perchè ben tu conosca tanto l'uomo che il dio. " è dolce " il Verbo che ci ha illuminati " più dell'oro e delle pietre preziose; è desiderabile più del miele e del favo ". Come infatti non dovrebbe essere desiderabile Colui che ha reso chiara la mente che stava sepolta nelle tenebre, e ha aguzzato " i luciferi occhi" dell'anima? Come infatti " se non ci fosse il sole, per ciò che dipende dagli altri astri tutto il mondo sarebbe notte", così, se non avessimo conosciuto il Verbo e non fossimo stati illuminati dai suoi raggi, in nulla differiremmo dalle galline alimentate con ogni cura, essendo ingrassati nelle tenebre e allevati per la morte. Accogliamo la luce per potere accogliere Dio. Accogliamo la luce e diventiamo discepoli del Signore. Questo appunto è quello che egli ha promesso al Padre: " Narrerò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all'assemblea inneggerò a te ". Inneggia e narra a me il Padre tuo, Dio; le tue narrazioni mi salveranno, il tuo canto mi istruirà. Fino ad ora ho errato nella mia ricerca di Dio, ma Poichè tu mi guidi con la tua luce, o Signore, io trovo Dio per mezzo tuo e ricevo il Padre da te, divento tuo coerede, Poichè non ti vergognasti di avermi per tuo fratello. Cancelliamo dunque, cancelliamo l'oblio della verità; rimosse l'ignoranza e le tenebre che ci impediscono come nebbia la vista, contempliamo quegli che è veramente Dio inneggiando a Lui prima con queste parole: " Salve, luce". Una luce brillò dal cielo su noi, che eravamo seppelliti nelle tenebre, e chiusi nell'ombra della morte, una luce più pura del sole, più dolce della vita di quaggiù. Quella luce è la vita eterna, e quante cose partecipano di essa, vivono; ma la notte teme la luce e nascondendosi per la paura lascia il posto al giorno del Signore: l'universo è diventato luce insonne, e l'occidente si è trasformato in oriente. Questo è ciò che ha voluto dire " la nuova creazione ": giacchè "il sole di giustizia " che cavalca l'universo, percorre in modo uguale tutto il genere umano, imitando il padre suo che " fa sorgere il suo sole su tutti gli uomini " e sparge su di essi la rugiada della verità. Egli trasformò l'occidente in oriente e crocifisse la morte in vita e, avendo strappato l'uomo dalla rovina, lo elevò al cielo, tramutando la corruzione in incorruttibilità e trasformando la terra in cielo - egli, l'agricoltore divino, " che mostra i presagi favorevoli e desta i popoli al lavoro ", che è buono, " richiamandoci alla memoria la vita" vera e largendoci l'eredità del padre, eredità grande veramente e divina e che non può essere tolta, per mezzo del celeste insegnamento facendo un Dio dell'uomo, " dando leggi alla loro mente e scrivendole nel cuore di essi ". A quali leggi egli allude? " Che tutti conosceranno Dio, dal piccolo fino al grande; e propizio", dice Dio, " sarò ad essi e non mi ricorderò dei loro peccati". Accogliamo le leggi della vita, ubbidiamo a Dio che ci esorta; apprendiamolo, affinchè ci sia benigno; rendiamo a Lui, benchè non abbia bisogno di niente, una ricompensa di gratitudine, cioè l'obbedienza, come una specie di pigione pagata a Dio per la nostra dimora di quaggiù. Oro per bronzo, il valore di cento bovi per quello di nove, per il prezzo di un po' di fede Egli ti dà da coltivare questa immensa terra e l'acqua per bere e altra per navigarvi, e l'aria per respirare e il fuoco per esercitare i mestieri e il mondo per abitarvi; da qui egli ti ha concesso di mandare una colonia nel cielo: tutte queste grandi opere e benefici egli ti ha dato in compenso di un po' di fede. Inoltre: coloro che credono nei ciurmadori ammettono gli amuleti e le formule di incantagione, perchè credono che essi apportino salvezza; e voi non volete fornirvi dello stesso celeste amuleto del Verbo Salvatore, e, credendo nella incantagione di Dio, essere liberati dalle passioni, che sono malattie dell'anima, ed essere strappati al peccato? Giacchè il peccato è morte eterna. Certo, completamente privi di senso e ciechi come le talpe passate la vostra vita nelle tenebre, null'altro facendo che mangiare, andando in sfacelo per la corruzione di cui riboccate. Ma vi è, vi è la verità che grida: " Dalle tenebre splenderà la luce ". Splenda dunque questa luce nella parte più profonda dell'uomo, nel cuore, e sorgano i raggi della conoscenza, rivelando e illuminando l'uomo nascosto dentro, il discepolo della luce, l'amico di Cristo e suo coerede; specialmente quando alla nostra conoscenza sarà giunto il nome, preziosissimo e venerabile sopra ogni altro, di Colui che è buon padre a un figlio pio e buono, e che dà precetti miti e ordini salutari al figlio suo. Colui che gli obbedisce ha la meglio in ogni cosa: egli segue Dio, obbedisce al Padre, lo conobbe mentre egli errava, amò Dio, amò il prossimo, ademp il comandamento di Dio, cerca il premio, reclama la promessa. Proposito di Dio è sempre di salvare il gregge degli uomini. Questa fu anche la ragione per cui il buon Dio mandò il buon Pastore: e il Verbo, avendo spiegata la verità, mostrò agli uomini l'altezza della salvezza, affinchè essi o, pentitisi, si salvassero, o, non avendo ubbidito, fossero giudicati. Questa è la predicazione della giu- stizia, buon annunzio per coloro che ubbidiscono, segnale del giudizio per coloro che hanno disubbidito. Ma la tromba "dal forte suono " raccoglie col suo squillo i soldati e proclama la guerra: e Cristo, intonato un canto di pace fino ai limiti della terra, non raccoglierà dunque i suoi soldati di pace? Egli raccolse davvero, o uomo, col suo sangue e con la sua parola il suo esercito incruento, e affidò ad essi il regno dei cieli. La tromba di Cristo è il suo evangelo: Egli suonò la tromba, e noi l'udimmo. Armiamoci delle armi di pace " vestendoci della corazza della giustizia " e imbracciando lo scudo della fede e cingendo il nostro capo dell'elmo della salvezza, e aguzziamo " il pugnale dello Spirito, che è la parola di Dio". Così l'Apostolo ci schiera in pacifici ordinamenti: queste sono le nostre armi invulnerabili: armati di queste schieriamoci contro il Maligno. Spegniamo i dardi incandescenti del Maligno con le cuspidi d'acqua temprate dal Verbo, ricambiando i benefici con lodi di ringraziamento e onorando Dio per mezzo del Verbo divino. " Giacchè mentre tu ancora parli, Egli dirà - dice: - ecco, io ti sono vicino ". Santa e benedetta questa potenza, per mezzo della quale Dio diventa concittadino degli uomini! è dunque meglio e preferibile per l'uomo diventare nello stesso tempo imitatore e servitore della essenza più alta fra le cose che esistono; giacchè nessuno potrà imitare Dio, se non per mezzo del servizio che gli rende piamente, Nè, d'altra parte, servirlo e venerarlo, se non con l'imitarlo. L'amore celeste e veramente divino in questo modo viene agli uomini, quando nella stessa anima può brillare la scintilla della vera bellezza accesa dal Verbo divino; e, ciò ch’è la cosa più grande, la salvezza corre di pari passo insieme col sincero desiderio di essa, Poichè sono, per così dire, aggiogati insieme l'elezione e la vita. Perciò è questa sola esortazione, quella alla verità, che si può dire simile ai più fedeli degli amici, in quanto a che essa resta con noi fino all'estremo soffio della vita, ed è buona guida per mezzo dell'intero e perfetto spirito dell'anima a coloro che si dirigono verso il cielo. A che cosa dunque ti esorto? A salvarti io ti spingo. Questo vuole Cristo: in una parola, Egli ti fa dono della vita. E chi è Lui? Apprendilo in breve: Verbo di verità, Verbo di incorruttibilità, Colui che rigenera l'uomo, riconducendolo alla verità; lo stimolo della salvezza, Colui che scaccia la corruzione, Colui che espelle la morte, Colui che costruì negli uomini il suo tempio per collocare negli uomini Dio. Purifica il tempio, e i piaceri e le mollezze, come fiore effimero, abbandonali al vento ed al fuoco, ma coltiva saggiamente i frutti della temperanza, e consacra te stesso come primizia a Dio, affinchè tu possa essere non solo opera di Dio, ma anche sua gioia. L'una e l'altra cosa conviene a chi è amico di Cristo, mostrarsi, cioè, degno del regno ed essere stimato degno del regno.

(Autore: Clemente alessandrino)

L'imitazione di Cristo: L'INTIMA AMICIZIA CON GESÙ

Quando Gesù è presente, c'è tutto il bene e nulla sembra difficile; quando Egli non è presente, tutto riesce gravoso. Quando Gesù non ci parla dentro, ogni conforto è vano; ma se Gesù dice anche una sola parola, si assapora un grande conforto. Maria Maddalena forse che non balzò subito dal luogo del suo pianto, quando Marta le disse: "Il Maestro è qui e ti chiama" (Gv 11,28)? Felice il momento in cui Gesù ci chiama dalle lacrime alle gioie dello spirito! Quanto arido e duro sei, senza Gesù! Quanto insensato e sciocco, se desideri qualche cosa d'altro, che non sia Gesù! Non è questo, forse, maggior danno che se tu perdessi il mondo intero? Che cosa ti può dare il mondo, se non hai Gesù? Essere senza Gesù è un tormento d'Inferno; essere con Gesù è una dolcezza di Paradiso.

Se Gesù sarà con te, nessun nemico ti potrà fare del male. Chi trova Gesù, trova un tesoro di beni; anzi, il Bene che è sopra ogni bene. E chi perde Gesù, perde infinitamente molto: più che se perdesse tutto il mondo. É infinitamente indigente chi vive senza Gesù; ricchissimo, chi sta saldamente con Gesù. È grande avvedutezza saper entrare in familiarità con Gesù; grande sapienza è saperselo conservare amico. Sii umile e mite, e Gesù sarà con te. Sii pio e tranquillo, e Gesù rimarrà con te. Puoi in un attimo allontanare da te Gesù e perdere la sua Grazia, se vorrai ripiegarti sulle cose esteriori. E se avrai cacciato e perduto Lui, da chi correrai per trovare rifugio, e chi potrai allora cercare come amico? Senza un vero amico, non ti è bella la vita; e se non hai come amico, sopra ogni altro, Gesù, sarai ben triste e desolato. Ti comporti, quindi, da stolto, se riponi in qualche altro la tua fiducia e la tua gioia.

È preferibile avere contrario il mondo intero, che Gesù offeso. Perciò, fra tutte le persone che ti sono care, sia Gesù tuo amato prediletto. Devono essere amati tutti per amore di Gesù, ma Gesù dev'essere amato per se stesso. Solo Gesù Cristo dev'essere amato d'un amore singolare, perché fra tutti gli amici Lui solo troviamo buono e fedele. Per Lui ed in Lui ti siano cari sia gli amici sia i nemici; e per tutti costoro Lo devi pregare, perché tutti Lo conoscano e Lo amino. Non desiderare mai d'essere particolarmente lodato od amato, perché questo spetta soltanto a Dio, che non ha alcuno simile a Sé. Non voler neppure che alcuno abbia il suo cuore occupato dall'affetto per te né che il tuo cuore sia occupato troppo dall'amore per qualcuno; ma sia con te, come in ogni uomo buono, Gesù.

Sii puro e libero interiormente senza ingombro d'alcuna creatura. Occorre che tu ti spogli di tutto e che porti a Dio un cuore puro, se vuoi essere libero e vedere "quanto è buono il Signore" (Sal 33,9). Veramente, a questo non giungerai, se non sarai stato prima prevenuto ed attratto dalla sua Grazia in modo che, estromesse e bandite tutte le cose terrene, tu ti unisca con Lui, da solo a solo. Quando, infatti, la Grazia di Dio viene nell'uomo, l'uomo è fatto capace di tutto; e quando, invece, la Grazia viene a mancare, l'uomo sarà povero e debole e quasi unicamente abbandonato al castigo. Anche in questo stato, tuttavia, egli non deve scoraggiarsi né disperare; ma serenamente deve conformarsi alla volontà di Dio e sopportare, a gloria di Gesù Cristo, tutto quello che gli accade: all'inverno segue l'estate, dopo la notte rispunta il giorno, dopo la burrasca torna una grande serenità.