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Mercoledi, 8 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Non è possibile impegnarsi nell'apostolato diretto senza essere un'anima che prega, senza una coscienza consapevole e senza sottomissione alla volontà divina.

LETTURE A CASO

Mt 20,1-34

1"Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 4e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. 5Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? 7Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. 11Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. 15Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? 16Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi".

17Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici e lungo la via disse loro: 18"Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte 19e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà".

20Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di' che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". 22Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". 23Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio".

24Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; 25ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. 26Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, 27e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; 28appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti".

29Mentre uscivano da Gèrico, una gran folla seguiva Gesù. 30Ed ecco che due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava, si misero a gridare: "Signore, abbi pietà di noi, figlio di Davide!". 31La folla li sgridava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più forte: "Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!". 32Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: "Che volete che io vi faccia?". 33Gli risposero: "Signore, che i nostri occhi si aprano!". 34Gesù si commosse, toccò loro gli occhi e subito ricuperarono la vista e lo seguirono.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 16, 12-15: Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve l'annunzierà.

Gd 1,1-25

1Giuda, servo di Gesù Cristo, fratello di Giacomo, agli eletti che vivono nell'amore di Dio Padre e sono stati preservati per Gesù Cristo: 2misericordia a voi e pace e carità in abbondanza.

3Carissimi, avevo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte. 4Si sono infiltrati infatti tra voi alcuni individui - i quali sono già stati segnati da tempo per questa condanna - empi che trovano pretesto alla loro dissolutezza nella grazia del nostro Dio, rinnegando il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo.

5Ora io voglio ricordare a voi, che già conoscete tutte queste cose, che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d'Egitto, fece perire in seguito quelli che non vollero credere, 6e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno. 7Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.

8Ugualmente, anche costoro, come sotto la spinta dei loro sogni, contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli esseri gloriosi. 9L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore! 10Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che essi conoscono per mezzo dei sensi, come animali senza ragione, questo serve a loro rovina.

11Guai a loro! Perché si sono incamminati per la strada di Caino e, per sete di lucro, si sono impegolati nei traviamenti di Balaàm e sono periti nella ribellione di Kore. 12Sono la sozzura dei vostri banchetti sedendo insieme a mensa senza ritegno, pascendo se stessi; come nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti, sradicati; 13come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come astri erranti, ai quali è riservata la caligine della tenebra in eterno.

14Profetò anche per loro Ènoch, settimo dopo Adamo, dicendo: "Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti, 15e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui". 16Sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e adùlano le persone per motivi interessati.

17Ma voi, o carissimi, ricordatevi delle cose che furono predette dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo. 18Essi vi dicevano: "Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni". 19Tali sono quelli che provocano divisioni, gente materiale, privi dello Spirito.

20Ma voi, carissimi, costruite il vostro edificio spirituale sopra la vostra santissima fede, pregate mediante lo Spirito Santo, 21conservatevi nell'amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna. 22Convincete quelli che sono vacillanti, 23altri salvateli strappandoli dal fuoco, di altri infine abbiate compassione con timore, guardandovi perfino dalla veste contaminata dalla loro carne.

24A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e nella letizia, 25all'unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e sempre. Amen!


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: Fra la prima e la seconda parte dell'opera.

26. 2. Ritengo quindi che ormai si deve polemizzare con coloro i quali, pienamente convinti dalle prove evidenti con cui si dimostra che per il conseguimento dei beni temporali, i soli che gli insipienti bramano di avere, non giova affatto la moltitudine degli dèi falsi, si arrabattano ad affermare che gli dèi non si devono adorare per i vantaggi della vita presente ma per quella che si avrà dopo la morte. Infatti penso di avere esaurientemente risposto con questi primi cinque libri a coloro che vogliono adorare esseri inesistenti in vista dei favori di questo mondo e con fanciullesco risentimento lamentano che non è loro permesso. Dopo aver pubblicato i primi tre libri, quando essi erano già nelle mani di molta gente, ho udito che alcuni stavano preparando per iscritto non saprei quale polemica contro di essi. In seguito mi è stato riferito che l'hanno già fatto ma stanno cercando il tempo propizio per pubblicare senza rischio. Li consiglio a non desiderare ciò che loro non conviene. È facile che chi non sa stare zitto ritenga di aver risposto. Non c'è nulla di più ciarliero della menzogna; ma, non perché essa può urlare più forte della verità, ha le medesime possibilità della verità. Piuttosto considerino attentamente tutti i temi e se giudicando imparzialmente si accorgeranno che essi sono più da esaminare ripetutamente che da demolire con la chiacchiera sfrontata o senz'altro con satirica o istrionesca leggerezza, trattengano le proprie ciance e scelgano di essere piuttosto rimproverati dalle persone prudenti che lodati dagli sfacciati. Ma se essi attendono il tempo propizio non per avere la libertà di dire il vero ma il permesso di dir male, badino che non si verifichi per loro ciò che Cicerone diceva di un tizio il quale era considerato fortunato perché gli era permesso di peccare: Disgraziato, perché gli era permesso di peccare 86. Pertanto chiunque si reputa fortunato se avrà il permesso di dir male, sarà molto più fortunato se non gli sarà affatto permesso. Infatti lasciato da parte il vuoto orgoglio può anche in questo tempo, nell'intento di esprimere il proprio parere, fare delle obiezioni. Da coloro cui si rivolge, nei limiti delle loro possibilità, e in una discussione amichevole condotta con onestà, dignità e libertà, può avere la risposta conveniente.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA VERIT� PARLA DENTRO DI NOI SENZA STREPITO DI PAROLE

PAROLE DEL DISCEPOLO
”Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,10)."Io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti" (Sal 118,125). Piega il mio cuore alle parole della tua bocca; stillino come rugiada le tue parole. Dicevano una volta i figli d'Israele a Mosè: "Parla tu a noi, e noi ascolteremo; non ci parli il Signore, altrimenti moriremo" (Es 20,19). Ma non così, o Signore, non così io Ti prego; piuttosto, con il profeta Samuele, umilmente e fervorosamente Ti supplico: "Parla, o Signore; il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,10). Non mi parli Mosè o qualche altro dei Profeti; parlami, invece, Tu, o Signore Iddio, che ispiri ed illumini tutti i Profeti; Tu solo, senza di loro, puoi ammaestrarmi perfettamente, mentre essi, senza di Te, non concluderanno nulla. Possono, sì, far risuonare parole, ma non comunicano lo Spirito.

S'esprimono magnificamente; ma se Tu taci, non infiammano il cuore. Il loro è un linguaggio letterale; ma sei Tu che sveli lo spirito del contenuto. Promulgano i tuoi Comandamenti; ma aiuti Tu ad osservarli. Additano la via; ma dài Tu la forza per camminare. Essi operano soltanto all'esterno; ma Tu educhi i cuori e li illumini. Essi irrigano la superficie; ma Tu doni la fecondità.

Essi gridano con le parole; ma Tu concedi la comprensione all'udito dell'anima. Non mi parli, dunque, Mosè; parlami Tu, Signore Dio mio, Verità eterna, perché io non abbia a morire e a rimanere senza frutto, se fossi ammaestrato solo esteriormente e non venissi infervorato interiormente. Che non mi sia di condanna la parola udita, ma non messa in pratica; conosciuta, ma non amata; creduta, ma non osservata. "Parla", dunque, "o Signore; il tuo servo ti ascolta" (1Sam 3,10): "Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6,68). Parlami, per dare qualche consolazione all'anima mia e per emendare tutta la mia vita. Ed a Te siano lode, gloria e perpetuo onore.