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Domenica, 5 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Non ho paura affatto degli ultimi combattimenti, né della sofferenza della malattia, per quanto grandi siano. Dio mi ha aiutata e guidata per mano fin dalla primissima infanzia: conto su di lui. Sono sicura che mi soccorrerà fino infondo. Potrò ben soffrire fino all'ultimo limite, ma non mai troppo: ne sono certa.

LETTURE A CASO

Mt 14,1-36

1In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. 2Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui".

3Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. 4Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". 5Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.

6Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode 7che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. 8Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". 9Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data 10e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. 11La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. 12I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

13Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. 14Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". 16Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". 17Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". 18Ed egli disse: "Portatemeli qua". 19E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. 20Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

22Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.

24La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. 25Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. 26I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "È un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". 28Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". 29Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". 31E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!".

34Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. 35E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, 36e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 10, 1-10: Io sono la porta delle pecore.

Col 1,1-29

1Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, 2ai santi e fedeli fratelli in Cristo dimoranti in Colossi grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro!

3Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, 4per le notizie ricevute della vostra fede in Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i santi, 5in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del vangelo 6che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, 7che avete appresa da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo, 8e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.

9Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, 10perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; 11rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto; 12ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

13È lui infatti che ci ha liberati
dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti
nel regno del suo Figlio diletto,
14per opera del quale abbiamo la redenzione,
la remissione dei peccati.

15Egli è immagine del Dio invisibile,
generato prima di ogni creatura;
16poiché per mezzo di lui
sono state create tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potestà.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
17Egli è prima di tutte le cose
e tutte sussistono in lui.
18Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa;
il principio, il primogenito di coloro
che risuscitano dai morti,
per ottenere il primato su tutte le cose.
19Perché piacque a Dio
di fare abitare in lui ogni pienezza
20e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose,
rappacificando con il sangue della sua croce,
cioè per mezzo di lui,
le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.

21E anche voi, che un tempo eravate stranieri e nemici con la mente intenta alle opere cattive che facevate, 22ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto: 23purché restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunziato ad ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato ministro.

24Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. 25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola, 26cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi, 27ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza della gloria. 28È lui infatti che noi annunziamo, ammonendo e istruendo ogni uomo con ogni sapienza, per rendere ciascuno perfetto in Cristo. 29Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.


Le lettere: Quinta lettera

1. Figli, «conoscete la grazia del Signore no­stro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto pove­ro per voi, perché voi diventaste ricchi per mez­zo della sua povertà» (2Cor 8,9). Così, con la sua schiavitù ci ha liberato, con la sua debolezza ci ha confor­tato, con la sua stoltezza ci ha fatto sapienti. E poi con la sua morte ci darà la risurrezione e ad alta voce potremo dire: «Se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove» (2Cor 5,16 17). In verità, miei cari nel Si­gnore, se dovessi dettagliatamente parlarvi della parola della libertà con la quale siamo stati libe­rati, dovrei dirvi molte altre cose, ma non è an­cora il tempo di parlarne.

Per ora, miei cari figli nel Signore, stirpe san­ta di Israele, vi saluto tutti secondo la vostra natura spirituale. E bene che voi, che vi siete avvicinati al vostro Creatore, cerchiate la salvez­za della vostra anima nella legge dell’alleanza. Per i numerosi peccati, per la cattiveria del no­stro animo, per la concupiscenza delle passioni, la promessa si è inaridita e le nostre anime sono cadute. Perciò, per la morte nella quale siamo precipitati, non possiamo comprendere la nostra gloriosa natura spirituale. Ecco perché nelle Sa­cre Scritture è scritto: «Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cri­sto» (1Cor 15,22). Cristo, infatti, è la vita di ogni intelligen­za spirituale fra le creature fatte a immagine dell’immagine, che è Cristo stesso, perché egli è il vero intelletto del Padre, è la sua immagine immutabile. Le creature, fatte a sua immagine, hanno una natura mutevole; per questo ci ha colpito quella sventura nella quale tutti incon­triamo la morte e perdiamo la nostra natura spirituale.

Perciò, per tutte le cose che sono estranee alla natura, abbiamo acquistato una casa tenebrosa dominata dalla guerra. Sappiate che noi non avevamo alcuna conoscenza della virtù. Dio, no­stro Padre, vide la nostra debolezza e, poiché non potevamo abbracciare la verità, per la sua bontà, venne a visitare le sue creature mediante il ministero dei santi.

2. Prego tutti voi, miei cari nel Signore, di ca­pire quel che scrivo perché nutro per voi un amo­re spirituale, opera di Dio, e non un amore car­nale. Preparatevi ad andare dal vostro Creatore, «laceratevi il cuore e non le vesti» (Gi 2,13), sappiate co­sa possiamo offrire al Signore per la grazia che ha fatto a noi che qui miseramente abitiamo. Nella sua grande bontà e nel suo infinito amore il Signore si ricorda di noi e non ci ha ripagato, come meritavamo, per le nostre colpe. Egli è sta­to con noi così buono che ci ha donato il sole in questa valle di tenebre e così pure la luna e le stelle perché confortassero noi, destinati alla morte, per la nostra vanità.

Ci sono pure molte altre potenze che egli ha posto al nostro servizio, ma sono nascoste e noi non siamo in grado di vederle con i nostri occhi dei sensi. Cosa daremo noi in cambio al Signore nel giorno del giudizio? Quale dono non ci ha fat­to? I patriarchi non hanno forse sofferto per noi? I sacerdoti non ci hanno dato i loro insegnamen­ti? I giudici e i re non combattevano per noi? I profeti non sono morti per noi? Gli apostoli non sono stati perseguitati per noi? Il Figlio diletto non è morto per noi tutti? Dobbiamo ora prepa­rarci ad andare dal nostro Creatore con purezza. Egli vide che nessun santo o piuttosto nessuna creatura poteva sanare la grande ferita inferta alle sue membra.

Perciò il Padre, conoscendo la debolezza dello spirito delle sue creature, ha donato loro la sua misericordia e il suo amore e «non ha risparmia­to il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi» (Rm 8,32), per i nostri peccati. Le nostre iniquità lo hanno umiliato, ma «per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,5). Con la potenza della sua parola egli ci ha radunato da tutte le nazioni, ha fatto risorgere il nostro spirito dalla terra e ci ha inse­gnato che siamo membra gli uni degli altri.

3. È opportuno perciò che noi tutti, che sia­mo andati verso il Creatore, adoperiamo la no­stra intelligenza e i nostri sensi per discernere il bene dal male e per riconoscere il piano di sal­vezza di Gesù grazie alla sua venuta. Egli, infat­ti, si è fatto «come noi, escluso il peccato» (Eb 4,15). Per la nostra grande malvagità, per il turbamento causato dal male, per la nostra grave incostanza, la venuta di Gesù è stata tentazione per alcuni, profitto per altri, per alcuni sapienza e poten­za (1Cor 1,23 24), per altri risurrezione e vita. Vi sia ben chia­ro che la sua venuta è stata giudizio per tutto il mondo. Infatti si legge: «Ecco, verranno giorni – dice il Signore – in cui tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande. Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore» (Ger 31,31.34) nome del Signore è arrivato fino ai confini della terra «perché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio» (Rm 3,19).

Gli uomini, infatti, «pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria» (Rm 1,21), come al loro Creatore a causa della loro stoltezza che non ha concesso loro di capire la sua sapienza. Ognuno di noi ha venduto se stesso alla propria volontà facendo il male e diventandone schiavo. Perciò Gesù si è privato della sua gloria, si è fatto servo per ren­derci liberi mediante la sua schiavitù. Noi siamo diventati stolti e per la nostra stoltezza abbiamo fatto ogni specie di male; Cristo si è rivestito di stoltezza per farci sapienti mediante la sua stol­tezza. Siamo diventati poveri e per la nostra po­vertà ogni forza ci è venuta meno; perciò egli si fece povero per farci ricchi di ogni sapienza e di ogni intelligenza mediante la sua povertà.

Ma non basta. Egli si è rivestito anche della nostra debolezza per consolarci con la sua debo­lezza. E al Padre si fece «obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,8) per darci, con la sua morte, la risurrezione e per distruggere colui che aveva il potere della morte, cioè il diavolo. Se veramente libereremo noi stessi con la sua ve­nuta, saremo riconosciuti discepoli di Gesù ed entreremo in possesso dell’eredità di Dio.

4. Ma, miei cari nel Signore, il mio spirito è molto scosso e turbato. Abbiamo l’abito e il no­me dei santi, ce ne vantiamo di fronte ai non cre­denti, ma temo che la parola di Paolo si riferisca proprio a noi: «Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti» (Tt 1,16). Per l’amore che nutro per voi, prego Dio per voi perché meditiate sulla vostra vita e sulla vostra invisibile eredità. In ve­rità, figli, anche se impegneremo tutte le nostre forze per cercare Dio, non faremo nulla di ecce­zionale; infatti cerchiamo la nostra mercede che ci appartiene per natura. Ogni uomo che cerca Dio o lo serve, cerca secondo la sua natura. Il peccato invece di cui siamo responsabili è al di fuori della nostra natura.

In verità, cari figli nel Signore, a vi che vi siete preparati per offrirvi quali vittime a Dio in purezza, noi non abbiamo tenuto nascosta alcu­na cosa giovevole ma «testimoniamo quel che abbiamo veduto» (Gv 3,11). Il perché i nemici del bene me­ditano sempre il male contro la verità. Sappiate che «colui che era nato secondo la carne perse­guitava quello nato secondo lo spirito» (Gal 4,29) e «tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Ge­sù saranno perseguitati» (2Tm 3,12). Anche Gesù sapeva delle sofferenze e delle tentazioni che avrebbero colpito gli apostoli sulla terra e sapeva pure che con la loro pazienza avrebbero annientato tutte le potenze del nemico, cioè l’idolatria. Perciò li confortava dicendo loro: «Voi avrete tribolazio­ne nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). E li istruiva dicendo: «Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili al­la gloria futura che dovrà essere rivelata in noi» (Rm 8,18) e «Se hanno perseguitato me, perseguite­ranno anche voi» (Gv 15,20). Se dovessi riferire dettaglia­tamente ogni parola, dovrei dilungarmi molto, ma sta scritto: «Da’ consigli al saggio e diventerà ancora più saggio» (Pro 9,9).

I santi e i giusti, rivestiti di Spirito Santo, pregano sempre per noi perché ci umiliamo da­vanti a Dio e riacquistiamo la nostra primitiva gloria e indossiamo quell’abito di cui ci siamo spogliati e che è conforme alla nostra natura spi­rituale. Spesso da parte di Dio Padre arriva una voce a coloro che sono stati rivestiti di Spirito: «Consolate, consolate il mio popolo, dice il vo­stro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme» (Is 40,1 2).

Dio infatti visita le sue creature e mostra loro la sua bontà. In verità, miei cari, se dovessi ancora dettagliatamente parlarvi di questa parola di li­bertà, grazie alla quale siamo stati liberati, do­vrei aggiungere molte altre cose ma sta scritto: «Da’ consigli al saggio e diventerà ancora più saggio» (Pro 9,9).

Il Dio della pace vi conceda la grazia e lo spi­rito di sapienza perché intendiate le cose che scrive: sono comandamenti del Signore. Il Dio di ogni grazia vi custodisca santi nel Signore fino alla vetta dell’ascensione spirituale. Io prego sempre Dio per la vostra salvezza, miei cari nel Signore, e «la grazia del Signore Gesù Cristo sia con tutti voi» (2Cor 13,13). Amen.

(Autore: Sant'Antonio Abate)

L'imitazione di Cristo: NON BISOGNA ATTACCARSI ALLE COSE ESTERIORI

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, conviene che tu rinunci alla conoscenza di molte cose e ti consideri come morto sulla terra, come uno per il quale tutto il mondo è crocifisso. Conviene anche che tu, passando in mezzo a molte cose, ti turi gli orecchi, per meditare piuttosto su ciò che riguarda la tua pace. É più utile distogliere lo sguardo dalle cose che disapproviamo e lasciare ad ognuno il proprio parere, che non impegnarsi in accese discussioni. Se ti manterrai unito a Dio e terrai presente il suo giudizio, sopporterai piuttosto facilmente d'essere stato soccombente fra gli uomini.

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore, a che punto siamo arrivati? Ecco, si piange per un danno materiale; si fatica e si corre per un modesto guadagno; invece, passa in dimenticanza un danno spirituale e, a stento, solo tardi ci si riflette. Ci si occupa di quello che poco o nulla giova, e si passa sopra con negligenza a quello che è sommamente necessario, perché l'uomo si riversa tutto sulle cose esteriori e, se subito non si ritrae, s'adagia in esse con piacere.