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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Oggi il Vangelo ci riporta al funerale di un giovane, figlio unico di una madre vedova... e possiamo immaginare lo strazio. Perdere un figlio così giovane è devastante. Una morte del genere è un affronto a qualsiasi nostro istinto. È uno strappo nel cuore è una contraddizione terribile. E non c'è da chiedersi perché qualsiasi madre vorrebbe essere al posto del figlio nella bara. Ma ecco Gesù che si avvicina e, con voce calma e decisa, ferma il funerale, risuscita il giovane e lo restituisce alla madre. Potete immaginare la gioia! Solo la fede si oppone alla morte. La sola consolazione che possiamo offrire alla persona in lutto è dirle che Gesù ha vinto la morte e che essa da allora è l'ingresso alla vita nuova; che Dio è buono e che tra le Sue braccia nulla andrà perduto. Senza la fede, la morte rimane una contraddizione insopportabile.

LETTURE A CASO

Mc 6,1-56

1Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. 2Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. 4Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". 5E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

7Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. 11Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". 12E partiti, predicavano che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

14Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". 15Altri invece dicevano: "È Elia"; altri dicevano ancora: "È un profeta, come uno dei profeti". 16Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!".

17Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. 18Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". 19Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, 20perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

21Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. 22Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". 23E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". 24La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". 25Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". 26Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. 27Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. 28La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. 29I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. 31Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. 32Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.

33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. 34Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: "Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; 36congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare". 37Ma egli rispose: "Voi stessi date loro da mangiare". Gli dissero: "Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?". 38Ma egli replicò loro: "Quanti pani avete? Andate a vedere". E accertatisi, riferirono: "Cinque pani e due pesci". 39Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. 40E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. 41Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. 42Tutti mangiarono e si sfamarono, 43e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. 44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

45Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. 46Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare. 47Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. 48Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. 49Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: "È un fantasma", e cominciarono a gridare, 50perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: "Coraggio, sono io, non temete!". 51Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi, 52perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.

53Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. 54Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, 55e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. 56E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 16, 15-20: Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

2 Tm 1,1-18

1Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita in Cristo Gesù, 2al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.

3Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; 4mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. 5Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te.

6Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. 7Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. 8Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. 9Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, 10ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo, 11del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro.

12È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti a chi ho creduto e son convinto che egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno. 13Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la carità che sono in Cristo Gesù. 14Custodisci il buon deposito con l'aiuto dello Spirito santo che abita in noi.

15Tu sai che tutti quelli dell'Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermègene, mi hanno abbandonato. 16Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non s'è vergognato delle mie catene; 17anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché mi ha trovato. 18Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli ha reso in Èfeso, lo sai meglio di me.


I Lettera ai Corinti: XLVI. Attaccarsi ai giusti

1. A siffatti esempi bisogna, fratelli, che ci atteniamo anche noi. 2. E' scritto, infatti: "Attaccatevi ai santi perché quelli che sono uniti ad essi diverranno santi". 3. E di nuovo in un altro luogo la Scrittura dice: "Con l'innocente sarai innocente, con l'eletto sarai eletto, ma con il perverso ti pervertirai". 4. Attacchiamoci dunque agli innocenti e ai giusti, sono gli eletti di Dio. 5. Perché tra voi contese, ire, dissensi, scismi e guerra? 6. Non abbiamo un solo Dio, un solo Cristo e un solo spirito di grazia effuso su di noi e una sola vocazione in Cristo? 7. Perché strappiamo e laceriamo le membra di Cristo e insorgiamo contro il nostro corpo giungendo a tanta pazzia da dimenticarci che siamo membra gli uni degli altri? Ricordatevi delle parole di Gesù e nostro Signore. 8. Disse, infatti: "Guai a quell'uomo; sarebbe stato meglio che non fosse nato, piuttosto che scandalizzare uno dei miei eletti. Meglio per lui che gli fosse stata attaccata una macina e fosse stato gettato nel mare, piuttosto che pervertire uno del miei eletti". Il vostro scisma ha sconvolto molti e molti gettato nello scoraggiamento, molti nel dubbio, tutti noi nel dolore. Il vostro dissidio è continuo.

(Autore: San Clemente Romano)

L'imitazione di Cristo: IL DESIDERIO DELLA VITA ETERNA; LA GRANDEZZA DEI BENI PROMESSI A QUELLI CHE LOTTANO

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, quando senti infonderti dall'alto il desiderio della felicità eterna ed aspiri ad uscire dalla dimora del corpo, per poter contemplare il mio splendore senza alternativa d'ombra, allarga il tuo cuore ed accogli con ogni desiderio questa santa ispirazione. Rendi grazie, quanto più t'è possibile, alla somma Bontà, che agisce con te con tanta benignità, che ti visita con indulgenza, che ardentemente ti eccita, che potentemente ti solleva, perché per il tuo proprio peso tu non abbia ad inclinare verso le cose della terra.

Questo desiderio, infatti, non è frutto del tuo pensiero o del tuo sforzo, ma soltanto della degnazione della grazia di Dio e del suo sguardo, allo scopo che tu progredisca nelle virtù ed in una più profonda umiltà, preparandoti alle future battaglie, stretto a Me con tutto l'affetto del cuore e desideroso di servirMi con fervente zelo. Figlio, spesso il fuoco arde, ma la fiamma non sale senza fumo. Allo stesso modo, in alcuni divampa il desiderio delle cose celesti, e tuttavia essi non sono liberi dalla tentazione degli affetti carnali.

Perciò, quello che chiedono a Dio con tanto desiderio, non lo compiono con perfetta rettitudine per la sua gloria. Così è spesso anche il tuo desiderio del Cielo, perché tu stesso vi hai immesso un fermento così poco confacente. Non è, infatti, puro e perfetto ciò che è inquinato dall'interesse proprio. Chiedi non ciò che piace e fa comodo a te, ma ciò che è accetto a Me e torna a mia gloria, perché, se giudichi bene, al tuo desiderio e ad ogni cosa desiderata tu devi anteporre le mie disposizioni e seguirle. Io conosco i tuoi desideri, ho ascoltato i tuoi gemiti frequenti.

Tu vorresti essere già nella libertà della gloria dei figli di Dio; già, la tua anima si diletta della dimora eterna e della patria celeste, che sono piene di gaudio; ma codesta ora non è ancora venuta; deve ancora passare altro tempo: tempo di lotta, tempo di fatica e di prova. Tu brami saziarti del Bene sommo, ma questo non puoi ottenerlo, ora. Sono Io il Bene sommo; aspettami - dice il Signore - finché venga il Regno di Dio. Tu devi essere ancora provato sulla terra ed esercitato in molte maniere. Di quando in quando, ti sarà dato qualche conforto, ma non te ne sarà concesso in abbondanza fino a saziarti. Sta' di buon animo, dunque, e sii forte tanto nell'agire quanto nel sopportare ciò che va contro la natura. Occorre che tu ti rivesta dell'uomo nuovo e che ti trasformi in un altro uomo.

Occorre che tu faccia spesso quello che non vorresti, e che rinunci a quello che vuoi. Quello che piace agli altri avrà successo; quello che piace a te non andrà innanzi. Si ascolterà quello che dicono gli altri; quello che dici tu sarà preso per un nulla. Altri chiederanno, e riceveranno; chiederai tu, e non otterrai nulla. Saranno grandi gli altri nella fama degli uomini; sul tuo conto non si farà parola. Ad altri verrà affidato questo o quell'incarico; tu non sarai giudicato utile a nulla. Perciò, la natura sentirà talvolta amarezza; e sarà già molto, se saprai sopportare in silenzio.

In questi ed in molti simili modi, il servo fedele del Signore suole essere messo a prova, come sappia rinnegare e vincere se stesso in tutto. È difficile che ci sia qualche occasione nella quale tu deva morire a te stesso tanto, come quando vedi e soffri ciò che è contrario al tuo volere; specialmente, poi, quando ti viene comandato di fare cose che a te sembrano non convenienti e meno utili. Siccome, poi, essendo alle dipendenze di chi comanda, non osi opporti all'autorità superiore, ti sembra duro camminare al cenno d'un altro e mettere da parte ogni tua volontà.

Ma pensa, figlio, al frutto di tutte queste sofferenze, alla loro rapida fine, al premio enormemente grande che ti attende, e non sentirai il peso di tali sofferenze, ma anzi proverai un vigorosissimo sollievo alla tua sofferenza. Infatti, invece di codesta tua scarsa volontà, alla quale tu ora spontaneamente rinunci, godrai per sempre in Cielo la pienezza della tua volontà. Lassù, invero, troverai tutto quello che vorrai, tutto quello che potrai desiderare.

Lassù, sarà a tua disposizione l'abbondanza d'ogni bene, senza timore di perderlo. Lassù, la tua volontà, in perfetta unione con la mia, non desidererà nulla che venga di fuori, nulla che sia esclusivamente tuo proprio. Lassù, nessuno ti si potrà opporre, nessuno si lamenterà di te, nessuno ti ostacolerà, nulla ti si opporrà; ma tutte le cose desiderate ti saranno, ad un tempo, davanti, e ristoreranno pienamente il tuo cuore, che ne sarà ricolmo fino a traboccare. Lassù, ti darò gloria per il disprezzo patito; ti darò un manto di lode per le tristezze sofferte; ti darò un eterno seggio regale per l'ultimo posto occupato in terra. Lassù, si vedrà il frutto dell'obbedienza; avrà gioia la fatica della penitenza; sarà coronata di gloria l'umile sottomissione.

Adesso, dunque, chinati umilmente sotto la mano di tutti, senza badare chi abbia detto o comandato alcunché. Ma dovrai avere grande cura di accettare tutto come un bene e d'eseguirlo con sincera volontà, chiunque t'abbia chiesto o suggerito qualche cosa, sia egli un Superiore od uno più giovane di te od uno pari a te. Cerchino pure gli altri questa o quella cosa; uno si glorii pure in una cosa, un altro in altra, e ricevano pure mille e mille volte elogi; quanto a te, non trovare la tua gioia o la tua gloria in questo od in quello, ma nel disprezzo di te stesso, nell'adempimento della sola mia Volontà e nella mia gloria. Questo tu devi desiderare: che in te sia sempre glorificato Dio, sia per la vita sia per la morte.