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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Un'anima in stato di grazia non ha nulla da temere dai demoni, i quali sono vigliacchi, capaci di fuggire davanti allo sguardo di una bambina.

LETTURE A CASO

Mt 27,1,66

1Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. 2Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani 4dicendo: "Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente". Ma quelli dissero: "Che ci riguarda? Veditela tu!". 5Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. 6Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: "Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue". 7E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi. 9Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, 10e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?". Gesù rispose "Tu lo dici". 12E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. 13Allora Pilato gli disse: "Non senti quante cose attestano contro di te?". 14Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.

15Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. 16Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. 17Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: "Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?". 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: "Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua". 20Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò: "Chi dei due volete che vi rilasci?". Quelli risposero: "Barabba!". 22Disse loro Pilato: "Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?". Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!". 23Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora urlarono: "Sia crocifisso!".

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: "Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!". 25E tutto il popolo rispose: "Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli". 26Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. 28Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto 29e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei!". 30E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. 33Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. 35Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. 36E sedutisi, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "Questi è Gesù, il re dei Giudei".

38Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: 40"Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". 41Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: 42"Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!". 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.

45Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!". 50E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

51Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. 53E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. 54Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!".

55C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

57Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatéa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 58Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo 60e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. 61Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: 63"Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. 64Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!". 65Pilato disse loro: "Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete". 66Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 1, 39-48: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore

Rm 8,1-39

1Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. 2Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.

5Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. 6Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. 7Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. 8Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.

9Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. 11E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

12Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.

14Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. 15E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". 16Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 17E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

18Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.

19La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza 21di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. 24Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? 25Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.

26Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; 27e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

28Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

31Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? 33Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. 34Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? 35Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36Proprio come sta scritto:

Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello
.

37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.


Lettera ai cristiani di Smirne: Onorare il vescovo

IX, 1. E' saggio del resto ritornare in senno, e sino a quando abbiamo tempo di convertirci a Dio. E' bello riconoscere Dio e il vescovo. Chi onora il vescovo viene onorato da Dio. Chi compie qualche cosa di nascosto dal vescovo serve il diavolo. Fate tutto nella carità, ne siete degni. In tutto avete confortato me e Gesù Cristo (conforta) voi. Assente e presente mi avete amato. Vi contraccambi Dio che raggiungerete sopportando tutto per lui.

(Autore: Sant'Ignazio di Antiochia)

L'imitazione di Cristo: SOLO IN DIO LA NOSTRA SPERANZA E LA NOSTRA FIDUCIA

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore, quale fiducia posso io avere in questa vita? O quale il mio maggiore conforto, fra tutte le cose che appaiono sotto il cielo? Non sei forse Tu, o Signore Dio mio, d'infinita misericordia? Dove ho potuto avere bene senza di Te? O quando ho avuto male, se Tu eri presente? Preferisco essere povero per Te, che ricco senza di Te. Scelgo d'essere pellegrino su questa terra, piuttosto che possedere il Cielo senza di Te. Dove sei Tu, là è il Cielo; e dove non sei Tu, là è morte ed Inferno. Sei Tu in cima ai miei desideri e, quindi, è necessario ch'io Ti segua piangendo, gridando e pregando. Insomma, non posso pienamente confidare in alcuno che mi presti soccorso più opportunamente nelle mie necessità, fuorché in Te solo, Dio mio. Sei Tu la mia speranza; Tu, la mia fiducia; Tu, il mio consolatore, il più fedele in ogni circostanza.

Tutti cercano i loro interessi. Tu solo, invece, Ti prefiggi la mia salvezza ed il mio miglioramento, e volgi tutto in bene per me. Anche se mi esponi a varie tentazioni ed avversità, tutto questo Tu lo indirizzi a mio vantaggio, perché usi mettere in mille modi alla prova i tuoi prediletti. E in questa prova Tu devi essere pur amato e lodato, non meno che se Tu mi riempissi di celesti consolazioni. In Te, dunque, o Signore Dio, pongo tutta la mia speranza e cerco il mio rifugio; in Te depongo ogni tribolazione ed affanno, perché tutto trovo debole ed insicuro quello che vedo fuori di Te.

Infatti, non mi gioveranno i molti amici né mi servirà l'aiuto dei potenti né mi daranno risposte utili i prudenti consiglieri né mi potranno confortare i libri dei dotti. Non mi darà la libertà una preziosa ricchezza; nessun luogo solitario ed ameno potrà darmi sicuro rifugio, se Tu stesso non m' assisti, non m'aiuti, non mi conforti, non mi consoli, non mi ammaestri, non mi custodisci.

Infatti, tutte quelle cose che sembrano fatte per procurare pace e felicità, se non ci sei Tu, sono un nulla e non contribuiscono affatto alla vera felicità. Tu sei, dunque, il termine di tutti i beni, il vertice della vita, la sorgente più profonda d'ogni parola; e sperare in Te sopra ogni cosa è il più valido conforto dei tuoi servi. A Te sono rivolti i miei occhi; in Te confido, o Dio mio, "Padre delle misericordie" (2 Cor 1,3).

Benedici e santifica con la tua celeste benedizione l'anima mia, perché essa sia fatta tuo santo tabernacolo e sede della tua santa gloria; e, in questo tempio della tua Divinità, nulla si possa trovare che offenda gli occhi della tua Maestà. Volgi a me il tuo sguardo secondo la grandezza della tua bontà e secondo la moltitudine delle tue misericordie; esaudisci la preghiera del tuo servo, che va peregrinando lontano da Te, in questa regione immersa nell'ombra della morte. Proteggi e salva l'anima del tuo piccolo servo in mezzo ai tanti pericoli di questa corruttibile vita; accompagnala con la tua grazia e dirigila, per la via della pace, alla patria della luce eterna. Amen.