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Martedi, 7 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santa Flavia ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Quando Gesù chiama un'anima a dirigere, a salvare una moltitudine di altre anime, è necessario che le faccia sperimentare le tentazioni e le prove della vita.

LETTURE A CASO

Mt 22,1-45

1Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: 2"Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. 4Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. 5Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.

7Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. 10Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, 12gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".

15Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. 17Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?". 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: "Ipocriti, perché mi tentate? 19Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". 21Gli risposero: "Di Cesare". Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". 22A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.

23In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c'è risurrezione, e lo interrogarono: 24"Maestro, Mosè ha detto: Se qualcuno muore senza figli, il fratello ne sposerà la vedova e così susciterà una discendenza al suo fratello. 25Ora, c'erano tra noi sette fratelli; il primo appena sposato morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. 26Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. 27Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. 28Alla risurrezione, di quale dei sette essa sarà moglie? Poiché tutti l'hanno avuta". 29E Gesù rispose loro: "Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio. 30Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. 31Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: 32Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi". 33Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina.

34Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36"Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". 37Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

41Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese loro: 42"Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio?". Gli risposero: "Di Davide". 43Ed egli a loro: "Come mai allora Davide, sotto ispirazione, lo chiama Signore, dicendo:

44Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?


45Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?". 46Nessuno era in grado di rispondergli nulla; e nessuno, da quel giorno in poi, osò interrogarlo.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 11, 1-13: Chiedete e vi sarà dato.

2 Cor 8,1-23

1Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedonia: 2nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità. 3Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente, 4domandandoci con insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio a favore dei santi. 5Superando anzi le nostre stesse speranze, si sono offerti prima di tutto al Signore e poi a noi, secondo la volontà di Dio; 6cosicché abbiamo pregato Tito di portare a compimento fra voi quest'opera generosa, dato che lui stesso l'aveva incominciata.

7E come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così distinguetevi anche in quest'opera generosa. 8Non dico questo per farvene un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri. 9Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. 10E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dall'anno passato siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma a desiderarla. 11Ora dunque realizzatela, perché come vi fu la prontezza del volere, così anche vi sia il compimento, secondo i vostri mezzi. 12Se infatti c'è la buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede. 13Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza. 14Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto:

15Colui che raccolse molto non abbondò,
e colui che raccolse poco non ebbe di meno
.

16Siano pertanto rese grazie a Dio che infonde la medesima sollecitudine per voi nel cuore di Tito! 17Egli infatti ha accolto il mio invito e ancor più pieno di zelo è partito spontaneamente per venire da voi. 18Con lui abbiamo inviato pure il fratello che ha lode in tutte le Chiese a motivo del vangelo; 19egli è stato designato dalle Chiese come nostro compagno in quest'opera di carità, alla quale ci dedichiamo per la gloria del Signore, e per dimostrare anche l'impulso del nostro cuore. 20Con ciò intendiamo evitare che qualcuno possa biasimarci per questa abbondanza che viene da noi amministrata. 21Ci preoccupiamo infatti di comportarci bene non soltanto davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini. 22Con loro abbiamo inviato anche il nostro fratello, di cui abbiamo più volte sperimentato lo zelo in molte circostanze; egli è ora più zelante che mai per la grande fiducia che ha in voi.

23Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore presso di voi; quanto ai nostri fratelli, essi sono delegati delle Chiese e gloria di Cristo. 24Date dunque a loro la prova del vostro affetto e della legittimità del nostro vanto per voi davanti a tutte le Chiese.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: ...e rifiutino il politeismo.

29. 2. Non andare in cerca di dèi falsi e bugiardi, rigettali piuttosto con disprezzo lanciandoti verso la vera libertà. Non sono dèi, sono spiriti malvagi, per i quali è tormento la tua felicità eterna. Si ritiene che Giunone invidiasse ai Troiani, dai quali derivi la stirpe, l'insediamento sui colli di Roma. Molto di più questi demoni, che tuttora consideri dèi, invidiano a tutto il genere umano la patria eterna. E tu stessa hai giudicato in gran parte questi spiriti, perché li hai resi propizi con spettacoli, ma hai deciso che fossero infami gli individui, dai quali hai fatto eseguire gli spettacoli medesimi. Permetti che si affermi la tua libertà contro spiriti immondi che avevano imposto sul tuo collo il peso di celebrare con rito sacro in loro onore la propria ignominia. Hai reso inabili alle cariche gli attori dei delitti divini, supplica il vero Dio ché allontani da te gli dèi che si vantano dei propri delitti, o veri, e questo è estremamente vergognoso, o inventati, e questo è estremamente malizioso. Hai fatto bene nel decidere di tua iniziativa che la comunanza dei diritti civili non fosse accessibile a istrioni e attori. Svégliati pienamente. In nessuna maniera si placa la maestà divina con arti, da cui è macchiata la dignità umana. Con quale criterio ritieni che si devono annoverare fra le sante potenze celesti gli dèi che si dilettano di simili ossequi, se hai ritenuto che gli individui, per mezzo dei quali si presentano questi ossequi, non si devono annoverare fra i cittadini romani di qualunque ceto siano? Senza confronto più illustre è la città dell'alto perché in essa la vittoria è verità, la dignità è santità, la pace è felicità, la vita è eternità. A minor ragione essa ha nella sua società dèi di quella specie, se tu ti sei vergognata di avere nella tua individui della medesima specie. Quindi se desideri giungere alla città felice, evita il rapporto con i demoni. È indignitoso che siano onorati dagli onesti coloro che sono resi propizi per mezzo di individui indegni. Siano dunque rimossi dal tuo religioso ossequio mediante la purificazione cristiana come gli attori furono rimossi dalla dignità di tuoi cittadini con nota del censore. Si crede poi che i demoni abbiano poteri sui beni temporali, i soli di cui i malvagi vogliono godere, e sui mali temporali, i soli che gli iniqui non vogliono subire. Comunque se avessero tale potere, a più forte ragione dovremmo disprezzare i beni del mondo anziché a causa loro adorare i demoni e adorandoli non riuscire a raggiungere quei beni che essi ci invidiano. Tuttavia esamineremo in seguito che essi non hanno potere neanche nelle cose del mondo, come pensano coloro i quali si affannano a dimostrare che in vista di esse bisogna adorarli. Perciò qui ha termine il presente volume.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: DISPREZZO PER TUTTI GLI ONORI TEMPORALI

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, non crucciarti se vedi che altri sono onorati ed innalzati, mentre tu sei vilipeso ed umiliato. Leva il tuo cuore a Me in Cielo, e non ti rattristerà il disprezzo degli uomini sulla terra.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, noi siamo come ciechi, e ben presto ci lasciamo sedurre dalla vanità. Ma se guardo dentro di me imparzialmente, devo riconoscere che mai m'è stato fatto un torto da alcuna creatura, e perciò non ho ragionevole motivo di lamentarmi con Te. Poiché, anzi, spesso e gravemente ho peccato contro di Te, a ragione ogni creatura si leva ostile contro di me. A me, quindi, sono dovuti giustamente la vergogna ed il disprezzo; a Te la lode, l'onore e la gloria. E, se non mi sarò preparato a desiderare d'essere disprezzato ed abbandonato da ogni creatura e d'essere considerato proprio un nulla, non potrò avere pace e stabilità interiori né ricevere lumi nello spirito né unirmi pienamente a Te.