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Martedi, 30 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Pio V ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Guardo negli occhi del tempo che mi sta dinnanzi con trepidazione e con paura. Di fronte al nuovo giorno che si avanza, mi sorprendo ad avere paura della vita. Dal timore mi libera Gesù, rivelandomi la grandezza della gloria che gli potrò dare se mi occupo di quest'opera della sua misericordia. Se Gesù mi darà l'audacia necessaria, porterò a termine ogni cosa nel suo nome. Il mio compito è di ridestare nelle anime di tutti la fiducia nel Signore.

LETTURE A CASO

Mt 17,1-27

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: "Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". 5Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo". 6All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: "Alzatevi e non temete". 8Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.

9E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti".

10Allora i discepoli gli domandarono: "Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?". 11Ed egli rispose: "Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. 12Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro". 13Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.

14Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo 15che, gettatosi in ginocchio, gli disse: "Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua; 16l'ho già portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo". 17E Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui". 18E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito.

19Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". 20Ed egli rispose: "Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. 21Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno".

22Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini 23e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati.

24Venuti a Cafàrnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?". 25Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?". 26Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli sono esenti. 27Ma perché non si scandalizzino, va' al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 5, 21-43: Fanciulla, io ti dico: �lzati!

1 Cor 4,1-21

1Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. 2Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele. 3A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, 4perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! 5Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.

6Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro. 7Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?

8Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. 9Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. 10Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. 11Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, 12ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; 13calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.

14Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. 15Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo. 16Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori! 17Per questo appunto vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa.

18Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi d'orgoglio. 19Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto allora non già delle parole di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare, 20perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza. 21Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e con spirito di dolcezza?


Lettera ai cristiani di Magnesia : Le due monete

V, 1. Poichè le cose hanno una fine e due cose ci sono davanti, la morte e la vita, ciascuno dovrà andare al suo posto. 2. Ci sono come due monete, una di Dio e l’altra del mondo ed ognuna di esse ha la sua impronta coniata; gli infedeli quella di questo mondo, i fedeli nella carità quella di Dio Padre per Gesù Cristo. Se non avessimo a morire spontaneamente per lui nella sua passione, la sua vita non sarebbe in noi.

(Autore: Sant'Ignazio di Antiochia)

L'imitazione di Cristo: CHI SI APPRESTA A COMUNICARSI DEVE PREPARARSI CON GRANDE DILIGENZA

PAROLE DELL'AMATO
Io sono Colui che ama la purezza, sono Colui che dona ogni santità. Io cerco il cuore puro, ed ivi è il luogo del mio riposo. Preparami "una grande sala con i tappeti" (Mc 14,15), e farò la Pasqua in casa tua con i miei discepoli. Se vuoi ch'Io venga a te e rimanga in te, togli via il lievito vecchio e rendi monda la dimora del tuo cuore. Caccia fuori di te tutto quello che è mondano ed ogni tumulto di passioni; poi "sta' come uccello solitario sopra un tetto" (Sal 100,8) e ripensa, nell'amarezza dell'anima tua, ai tuoi falli.

Infatti, ogni amante prepara al suo diletto, dal quale è riamato, la stanza migliore e più bella, perché da questo si conosce l'affetto di chi riceve la persona cara. Sappi, però, che non potrai prepararti a sufficienza solo con i tuoi mezzi, anche se vi attendessi per un intero anno e non avessi in mente nient'altro. Ma soltanto per la mia pietà e per la mia grazia ti è concesso d'accostarti alla mia mensa: come se un mendico fosse chiamato al pranzo d'un ricco e non avesse altra possibilità di corrispondere a quel beneficio, tranne quella d'umiliarsi profondamente e di ringraziare. Fa' quanto sta in te e fallo diligentemente, non per abitudine, non per costrizione; ma con timore, con riverenza, con amore ricevi il Corpo del diletto Signore Dio, che si degna di venire a te.

Sono Io che t'ho chiamato, sono Io che ho comandato che così fosse fatto; Io supplirò a quello che ti manca; vieni e riceviMi. Quando Io ti concedo la grazia della devozione, rendi grazie al tuo Dio; t'ho concesso il dono non perché tu ne sia degno, ma perché ho avuto compassione di te. Se poi non hai questa devozione e ti senti piuttosto arido, insisti nella preghiera, piangi e bussa alla mia porta e non smettere fino a quando non meriterai di ricevere almeno una briciola od una goccia della grazia salutare. Tu hai bisogno di Me, non Io di te. Né tu vieni a santificare Me, ma Io vengo a santificare te e a farti migliore. Tu vieni per essere da Me santificato e per essere unito a Me; tu vieni per ricevere nuova grazia e per maggiormente infervorarti all'emendazione della tua vita.

Non disprezzare questa grazia, ma disponi con ogni diligenza il tuo cuore e fa' entrare in te il tuo Amato. Bisogna, poi, che non solo tu ecciti il fervore prima della Comunione, ma anche che tu ponga ogni cura a mantenerlo dopo aver ricevuto il Sacramento. Come occorre, prima, una devota preparazione, così è necessario, dopo, un non minore raccoglimento.

Infatti, questo buon raccoglimento che segue è, a sua volta, un'ottima preparazione per ottenere grazie maggiori. Perciò, perde molto delle sue buone disposizioni chi, dopo la Comunione, si sia subito abbandonato troppo a svaghi esteriori. Guardati dal molto parlare; rimani appartato in raccoglimento e goditi il tuo Dio. Tu possiedi Colui che tutto il mondo non ti potrà togliere. Sono Io, Colui al quale devi darti tutto, cosicché tu non viva più, per l'avvenire, in te, ma in Me senza alcun' altra preoccupazione.