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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Mio Gesù, com'è facile santificarsi per l'eternità! Occorre un briciolo solo di buona volontà. Se Dio vede in un'anima questo briciolo, s'affretta a darsi a lei e nulla lo trattiene, né i difetti, né le cadute, assolutamente nulla. Dio è molto generoso e non nega a nessuno la sua grazia. Egli dona, anzi, più di quanto noi gli doniamo. Non analizziamo il cammino che lo Spirito di Dio ci fa percorrere; ci basti sapere che siamo amati da Dio e che lo amiamo a nostra volta. L'amore puro fa conoscere Dio e apre la nostra intelligenza a un grande numero di misteri.

LETTURE A CASO

Lc 1,1-80

1Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, 3così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, 4perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

5Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. 6Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

8Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, 9secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. 10Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. 11Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l'angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, 15poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. 17Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto". 18Zaccaria disse all'angelo: "Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni". 19L'angelo gli rispose: "Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. 20Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo".

21Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.

23Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: 25"Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini".

26Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". 29A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".

34Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37nulla è impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei.

39In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".

46Allora Maria disse:

"L'anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
50di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.

51Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
52ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.

54Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla
sua discendenza,
per sempre".

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.

59All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". 61Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati. 64In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.

67Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:

68"Benedetto il Signore Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
69e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
70come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:
71salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
73del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
74di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, 75in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
78grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge
79per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace".

80Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 28,1-10 E' risorto e vi precede in Galilea.

Eb 12,1-29

1Anche noi dunque, circondàti da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, 2tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. 3Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo. 4Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato 5e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli:

Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui;
6perché il Signore corregge colui che egli ama
e sferza chiunque riconosce come figlio
.

7È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? 8Se siete senza correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete bastardi, non figli! 9Del resto, noi abbiamo avuto come correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre degli spiriti, per avere la vita? 10Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di renderci partecipi della sua santità. 11Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.

12Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite 13e raddrizzate le vie storte per i vostri passi, perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

14Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore, 15vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio. Non spunti né cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infettati; 16non vi sia nessun fornicatore o nessun profanatore, come Esaù, che in cambio di una sola pietanza vendette la sua primogenitura. 17E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, perché non trovò possibilità che il padre mutasse sentimento, sebbene glielo richiedesse con lacrime.

18Voi infatti non vi siete accostati a un luogo tangibile e a un fuoco ardente, né a oscurità, tenebra e tempesta, 19né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano che Dio non rivolgesse più a loro la parola; 20non potevano infatti sopportare l'intimazione: Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata. 21Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo. 22Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa 23e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, 24al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.

25Guardatevi perciò di non rifiutare Colui che parla; perché se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che promulgava decreti sulla terra, molto meno lo troveremo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli. 26La sua voce infatti un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo. 27La parola ancora una volta sta a indicare che le cose che possono essere scosse son destinate a passare, in quanto cose create, perché rimangano quelle che sono incrollabili.

28Perciò, poiché noi riceviamo in eredità un regno incrollabile, conserviamo questa grazia e per suo mezzo rendiamo un culto gradito a Dio, con riverenza e timore; 29perché il nostro Dio è un fuoco divoratore.


Il lavoro dei monaci: Concessioni non imposizioni.

6. 7. Tale concessione non era un privilegio esclusivo dei Dodici. Si può ricavare da quanto racconta Luca: In seguito il Signore ne prescelse altri settantadue e a coppie li mandò avanti a sé nelle città e in ogni luogo dove egli sarebbe passato. E diceva loro: La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe affinché mandi dei lavoratori nella sua messe. Andate! Ecco io vi mando come agnelli fra i lupi. Non portate con voi né borsa né bisaccia né calzari. Per strada non fermatevi a salutare nessuno. E quando entrate in qualche casa, prima di tutto dite: Sia pace a questa casa! E se lì si troverà un amante della pace, la vostra pace si poserà su di lui, altrimenti essa ritornerà da voi. In tale casa poi vi fermerete e mangerete e berrete ciò che vi si trova. Poiché chi lavora merita il compenso. Da questo brano si può concludere che si trattava non di obblighi ma di concessioni. Per cui, se uno avesse voluto approfittarne, non avrebbe oltrepassato i limiti di ciò che, sulla base dell’insegnamento del Signore, gli era consentito; chi invece non l’avesse voluto fare non sarebbe andato contro un comando, ma avrebbe rinunziato a un diritto. Ricusandone anche gli emolumenti consentiti, la sua condotta sarebbe risultata più caritatevole e generosa nei riguardi del Vangelo. Se così non fosse stato, avrebbe trasgredito il comando divino l’Apostolo stesso, il quale, dopo aver dimostrato come la cosa gli fosse lecita, subito aggiunge: Io però di tale facoltà non mi sono mai servito.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'ANIMA CHE AMA DIO LO GUSTA SOPRA TUTTE LE COSE ED IN TUTTE LE COSE

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ecco il mio Dio e il mio tutto! Che cosa voglio di più e quale maggiore felicità posso desiderare? Oh, parola saporosa e dolce per chi, però, ama il Verbo, non già il mondo e le cose che sono nel mondo! Mio Dio e mio tutto: per chi sa comprendere queste parole, è detto quanto basta; ed è una gioia, per chi ama, ripeterle spesso. Infatti, quando sei presente Tu, tutto è gioia; quando, invece, sei lontano Tu, tutto è triste. Tu dài tranquillità al cuore e gli infondi una grande pace ed una festosa allegrezza. Tu fai sì, che noi giudichiamo con giusto senso le cose tutte e che in esse, tutte, noi Ti lodiamo; senza di Te nulla può dare un diletto duraturo. Ma se qualche cosa deve esserci gradita e rettamente piacevole, occorre la presenza della tua Grazia; occorre che questa cosa sia condita con il condimento della tua sapienza.

Che cosa non saprà gustare come si conviene, chi ha il gusto di Te? Ma chi non sa avere il gusto di Te, di che cosa potrà essere gioioso? I sapienti del mondo e coloro che gustano i piaceri carnali sono lontani dalla tua sapienza, perché negli uni si trova una sconfinata vanità, negli altri la morte. Coloro, invece, che, disprezzando le cose del mondo e mortificando la carne, seguono Te, dimostrano d'essere veri sapienti, perché passano dalla vanità alla Verità, dalla carne allo Spirito.

Questi sanno gustare Dio; e ciò che si trova di buono nelle creature, lo riferiscono a lode del Creatore. Diversi, però, molto diversi sono il gusto che dà il Creatore ed il gusto che dà la creatura; quello dell'eternità e quello del tempo; quello della Luce increata e quello della luce riflessa. O Luce eterna, che trascendi tutte le luci create, vibra dall'alto del cielo il tuo fulgore, che penetri nei più profondi segreti del mio cuore! Purifica, rallegra, rischiara, ravviva il mio spirito con le sue facoltà; che esso s'unisca intimamente a Te in estasi gioiose! Oh, quando verrà quel beato ed atteso momento, in cui Tu mi sazierai con la tua presenza e sarai per me il mio Tutto, in tutto?

Fino a quando questo non mi sarà concesso, la mia letizia non sarà piena. Ancora, purtroppo, vive dentro di me l'uomo vecchio! Non è ancora del tutto crocefisso, non è ancora morto completamente. Ancora oppone violentemente allo spirito le sue brame, solleva lotte interiori e non concede pace al regno dell'anima. Ma Tu "che domini l'orgoglio del mare e plachi il tumulto dei suoi flutti" (Sal 88,10), "sorgi, vieni in nostro aiuto" (Sal 43,26), "disperdi le genti che vogliono la guerra" (Sal 67,31), "abbattile con la tua potenza" (Sal 58,12). Mostra, Ti prego, le tue opere meravigliose e sia glorificata la tua destra; altra speranza, altro rifugio non c'è per me, se non in Te, o Signore Dio mio.