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Sabato, 4 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Ciriaco ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Per me la preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, è un grido di gratitudine e d'amore nella prova come nella gioia: insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l'anima e mi unisce a Gesù.

LETTURE A CASO

Lc 5,1-39

1Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". 5Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". 6E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 8Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". 9Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". 11Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

12Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: "Signore, se vuoi, puoi sanarmi". 13Ges&uugrave; stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii risanato!". E subito la lebbra scomparve da lui. 14Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: "Va', mostrati al sacerdote e fa' l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi". 15La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. 16Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.

17Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 18Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. 19Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. 20Veduta la loro fede, disse: "Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi". 21Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: "Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?". 22Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: "Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? 23Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Àlzati e cammina? 24Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua". 25Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. 26Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: "Oggi abbiamo visto cose prodigiose".

27Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". 28Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". 31Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi".

33Allora gli dissero: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!". 34Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? 35Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno". 36Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. 37E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. 38Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. 39Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 22,15-21 Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

At 22,1-30

1"Fratelli e padri, ascoltate la mia difesa davanti a voi". 2Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero silenzio ancora di più. 3Ed egli continuò: "Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. 4Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, 5come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme, per essere puniti.

6Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; 7caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 8Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. 9Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava. 10Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia. 11E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco.

12Un certo Ananìa, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, 13venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista. 14Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo nome.

17Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi 18e vidi Lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me. 19E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nella sinagoga quelli che credevano in te; 20quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano. 21Allora mi disse: Va', perché io ti manderò lontano, tra i pagani".

22Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma allora alzarono la voce gridando: "Toglilo di mezzo; non deve più vivere!". 23E poiché continuavano a urlare, a gettar via i mantelli e a lanciar polvere in aria, 24il tribuno ordinò di portarlo nella fortezza, prescrivendo di interrogarlo a colpi di flagello al fine di sapere per quale motivo gli gridavano contro in tal modo.

25Ma quando l'ebbero legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che gli stava accanto: "Potete voi flagellare un cittadino romano, non ancora giudicato?". 26Udito ciò, il centurione corse a riferire al tribuno: "Che cosa stai per fare? Quell'uomo è un romano!". 27Allora il tribuno si recò da Paolo e gli domandò: "Dimmi, tu sei cittadino romano?". Rispose: "Sì". 28Replicò il tribuno: "Io questa cittadinanza l'ho acquistata a caro prezzo". Paolo disse: "Io, invece, lo sono di nascita!". 29E subito si allontanarono da lui quelli che dovevano interrogarlo. Anche il tribuno ebbe paura, rendendosi conto che Paolo era cittadino romano e che lui lo aveva messo in catene.

30Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i sommi sacerdoti e tutto il sinedrio; vi fece condurre Paolo e lo presentò davanti a loro.


Lettere ascetiche : 12

Perchè essere soverchiati dalle tribolazioni come uomini carnali ? Non hai sentito quali tribolazioni ti attendono ? Non sai che "molte sono le ambizioni del giusto" (Ps. 34, 19), e che gli uomini sono provati da queste come l'oro in un crogiolo ? Se siamo giusti, lasciamoci sottoporre di buon animo, alla prova; ma se siamo peccatori, soffriamola come cosa dovuta. Ricordiamoci dei santi, rammentando quanto essi, fin dall'inizio del mondo, abbiano perseverato nel bene agire, preferendo il bene, e costantemente rimanendo saldi nella verità ! Furono odiati e perseguitati fino all'estremo, ma in accordo con le parole del Signore, pregarono per i persecutori e carnefici (Mat. 5 44). Fosti tu venduto come il casto Giuseppe ? Hai tu, come Mosè, sopportato inimicizia dall'infanzia alla vecchiaia ? Fosti perseguitato come Davide da Saul ? O come Giona fosti gettato in mare ? Perchè allora non apri gli occhi ? Così non aver paura e non essere incerto come uno privo di coraggio, altrimenti non potrai godere delle promesse di Dio. Non essere angosciato come chi non ha fede; ma introduci la fiducia nei tuoi pensieri deboli. Ama il tormento delle cose, affinchè tu possa diventare un degno figlio dei santi.

(Autore: San Barsanufio e Giovanni)

L'imitazione di Cristo: L'UOMO CHE AMA IL BENE E LA PACE

Conserva, anzitutto, te stesso nella pace, e solo allora potrai mettere pace fra gli altri. L’uomo che promuove la pace è più utile che uno molto dotto. Luomo turbato dalla passione volge anche il bene in male, pronto com'è a vedere il male dappertutto. Chi, invece, è veramente buono e pacifico sa volgere tutto al bene.Chi è pienamente nella pace non sospetta di nessuno; al contrario, chi è scontento e sconvolto è agitato da vari sospetti; non è tranquillo lui e non lascia tranquilli gli altri. Dice spesso quello che non dovrebbe dire ed omette di fare ciò che più gli converrebbe di fare. Fa attenzione a quello che sono tenuti a fare gli altri, e trascura quello che è tenuto a fare lui. Sii, dunque, zelante prima con te stesso, e potrai poi esserlo giustamente anche con gli altri.

Tu, che sai trovare abilmente giustificazioni per quello che fai e sai metterlo in bella luce, non vuoi accettare, però, le giustificazioni degli altri. Sarebbe, invece, più giusto che tu accusassi te stesso e scusassi il tuo fratello. Se vuoi essere sopportato, sopporta anche tu gli altri. Vedi quanto sei lontano ancora dalla vera carità ed umiltà, che non conoscono irritazione o sdegno contro alcuno, se non contro di sé. Non ci vuole molto a vivere in armonia con persone mansuete e miti; questo, naturalmente, fa piacere a tutti, ed ognuno sta volentieri in pace ed ama di più quelli che condividono i suoi sentimenti. Invece, è grande grazia e comportamento altamente lodevole, è azione coraggiosa l'essere capaci di vivere in pace con le persone ostinate, cattive o indisciplinate o con quelle che ci contrariano. Ci sono taluni che custodiscono la pace in se stessi e la mantengono anche con gli altri.

Ci sono, invece, taluni che non hanno, essi, la pace e non lasciano in pace gli altri: sono di peso al prossimo, ma lo sono ancora di più, sempre, a se stessi. Ci sono ancora taluni che, sapendo conservare se stessi in pace, cercano di ricondurre anche gli altri alla pace. Eppure, in questa miserabile vita tutta la nostra pace deve avere il suo fondamento più nell'umile sofferenza, che nell'essere esenti da contrarietà. Chi sa meglio sopportare avrà maggiore pace. Vittorioso su se stesso e padrone del mondo, costui è l'amico di Cristo e l'erede del Cielo.