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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Proprio perché esiste il peccato nel mondo, Dio «ha tanto amato il mondo da dare per esso l'Unigenito». Dio, che è «amore», non può rivelarsi altrimenti se non come misericordia.

LETTURE A CASO

Lc 5,1-39

1Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". 5Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". 6E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 8Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". 9Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". 11Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

12Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: "Signore, se vuoi, puoi sanarmi". 13Ges&uugrave; stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii risanato!". E subito la lebbra scomparve da lui. 14Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: "Va', mostrati al sacerdote e fa' l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi". 15La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. 16Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.

17Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 18Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. 19Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. 20Veduta la loro fede, disse: "Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi". 21Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: "Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?". 22Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: "Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? 23Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Àlzati e cammina? 24Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua". 25Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. 26Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: "Oggi abbiamo visto cose prodigiose".

27Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". 28Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". 31Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi".

33Allora gli dissero: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!". 34Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? 35Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno". 36Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. 37E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. 38Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. 39Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 3, 16-18: Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Ef 5,1-33

1Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

3Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; 4lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! 5Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro - che è roba da idolàtri - avrà parte al regno di Cristo e di Dio.

6Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l'ira di Dio sopra coloro che gli resistono. 7Non abbiate quindi niente in comune con loro. 8Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; 9il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. 10Cercate ciò che è gradito al Signore, 11e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, 12poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. 13Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. 14Per questo sta scritto:

"Svégliati, o tu che dormi,
déstati dai morti
e Cristo ti illuminerà".

15Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; 16profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. 17Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio. 18E non ubriacatevi di vino, il quale porta alla sfrenatezza, ma siate ricolmi dello Spirito, 19intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, 20rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.

21Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.

22Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.

25E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, 27al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 29Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30poiché siamo membra del suo corpo. 31Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.


Lettera ai cristiani di Smirne: La fede e la carità.

VI, 1. Nessuno si lasci ingannare; anche gli esseri celesti, la gloria degli angeli, i principi visibili ed invisibili se non credono nel sangue di Cristo hanno la loro condanna. "Chi può comprendere, comprenda". Il posto non inorgoglisca nessuno; tutto è la fede e la carità, cui nulla è da preferire. 2. Considerate quelli che hanno un'opinione diversa sulla grazia di Gesù Cristo che è venuto a noi come sono contrari al disegno di Dio. Non si curano della carità, né della vedova, né dell'orfano, né dell'oppresso, né di chi è prigioniero o libero, né di chi ha fame o sete.

(Autore: Sant'Ignazio di Antiochia)

L'imitazione di Cristo: IN DIO SOLO, SOPRA OGNI BENE E OGNI DONO, DOBBIAMO TROVARE LA PACE

PAROLE DEL DISCEPOLO
Sopra tutte le cose ed in tutto, o anima mia, troverai pace sempre, solo nel Signore, perché è Lui l'eterna pace dei Santi. O dolcissimo e amorosissimo Gesù, concedimi d'aver pace in Te sopra ogni creatura; Sopra ogni bene, sopra ogni bellezza, sopra ogni gloria ed ogni onore, sopra ogni potenza e dignità, sopra ogni scienza ed acutezza d'ingegno; Sopra tutte le ricchezze e le arti, sopra ogni gioia ed esultanza, sopra ogni fama e lode, sopra ogni dolcezza e consolazione; Sopra ogni speranza e promessa, sopra ogni merito e desiderio; Sopra ogni dono e favore, che Tu puoi elargire ed infondere; sopra ogni gaudio e giubilo, che mente umana può ricevere ed assaporare; infine, sopra gli Angeli e gli Arcangeli e sopra tutta la milizia celeste, sopra le cose visibili ed invisibili e sopra tutto ciò che non è Te, Dio mio! In verità, Tu, Signore Dio mio, sei l'Ottimo sopra tutte le cose; Tu solo sei l'Altissimo,

Tu solo sei l'Onnipotente, Tu solo sei l'Essere più sufficiente e ricco; Tu solo dai soavità e consolazione. Tu solo sei infinitamente bello ed amoroso; Tu solo sei, più d'ogni cosa, adorno di maestà e splendido di gloria; in Te sono, furono sempre e saranno uniti insieme tutti i beni in grado perfetto. Perciò, qualunque cosa Tu mi doni, all'infuori di Te stesso, qualunque cosa Tu mi riveli di Te o mi prometta, se non contemplo e non posseggo pienamente Te, e' scarsa e non basta ad appagarmi. La ragione è, certo, che il mio cuore non può trovare vera pace né essere del tutto felice se non in Te, trascendendo tutti i doni ed ogni creatura.

O Gesù Cristo, mio dilettissimo Sposo! O Amore purissimo! O Signore di tutte quante le creature! Chi mi darà le ali della vera libertà, per volare fino a Te ed avere pace in Te? Oh! quando mi sarà dato d'attendere pienamente a Te e di contemplare la tua soavità, o Signore Dio mio? Quando potrò raccogliermi completamente in Te, cosicché, per amore tuo, io non senta più me stesso, ma Te unicamente, oltre ogni senso e modo umano, come non tutti sanno conoscere?

Per ora, invece, piango spesso e porto con dolore il peso della mia infelicità. Infatti, in questa valle di miserie s'incontrano molti mali: molto spesso mi turbano, mi rattristano, mi annuvolano lo spirito; troppo spesso mi sono d'inciampo e disorientamento, m'attirano ed irretiscono, per impedire ch'io abbia libero accesso a Te e goda dei gioiosi abbracci che Tu tieni sempre aperti agli spiriti beati. Ti muovano a pietà il mio sospiro e le molteplici pene che soffro qui, sulla terra! O Gesù, splendore d'eterna gloria, conforto dell'anima. pellegrina!

La mia bocca è senza voce davanti a Te. ma il mio silenzio Ti parla! Fino a quando tarderà a venire il Signore mio? Venga a me, che sono il suo poverello, e mi faccia lieto; stenda la sua mano e strappi me, infelice, da ogni angustia.Vieni! Vieni! Senza di Te, non un giorno solo, non un' ora sarà lieta, perché sei Tu la mia letizia; squallida è la mia mensa senza di Te.

Un pover'uomo io sono e, in certo modo, incarcerato e carico di ceppi, fino a che Tu non mi ristori con la luce della tua presenza, non mi renda la libertà e non mi mostri il tuo volto amico. Cerchino altri, invece di Te, qualunque cosa loro piacerà; a me nient'altro ora è gradito né sarà gradito, fuori di Te, mio Dio, speranza mia, salvezza eterna. Non tacerò né cesserò di supplicare, fino a quando non ritorni la tua Grazia e Tu non parli dentro di me.

PAROLE DEL SIGNORE
Eccomi, sono qui! Ecco, vengo Io da te, poiché tu m'hai invocato. Le tue lacrime, il desiderio dell'anima tua, la tua umiliazione e contrizione di cuore m'hanno piegato e ricondotto a te.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ed io dissi: Signore, Ti ho chiamato, ho desiderato godere della tua presenza e per Te sono disposto a rifiutare ogni cosa. Tu, per primo, m'hai spinto a cercarTi. Sii, dunque, benedetto, Signore, che hai usato questa bontà con il tuo servo, secondo la tua immensa misericordia. Che può altro avere da dirTi il tuo servo, se non parole di profonda umiliazione davanti a Te, ricordandosi sempre della propria iniquità e del proprio nulla?

Fra tutte le meraviglie del cielo e della terra, infatti, non c’è nulla che Ti possa somigliare. Le tue opere sono sommamente buone, retti i tuoi giudizi, e dalla tua Provvidenza viene governato l’universo. A Te, dunque, lode e gloria, o Sapienza del Padre: la mia bocca, la mia anima e tutte insieme le cose create Ti lodino e Ti benedicano.