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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Il demonio non dorme mai. Si può dire, senza esagerare, che il satana ci tenta in ogni momento dalla mattina alla sera. Ci spinge verso scrupolosita' per la quale la vita diventa impossibile. Satana ci turba con le preoccupazioni per le cose materiali e ci fa pensare sempre al futuro per farci perdere la pace interiore, per irritarci, per sottrarci all'impegno quotidiano e all'abbandono totale in Dio. Satana ci turba con l'attaccamento alle cose terrene, ci spinge all'avidita' ed avarizia; moltiplica in noi i desideri smodati di potere, di successo, di prestigio, per renderci infelici; ci prostra con l'apatia e ci avvelena con l'invidia. Con le sue perverse suggestioni e vane illusioni di felicità, il demonio vuole a tutti i costi toglierci l'arma dalla preghiera.

LETTURE A CASO

Mt 28,1-16

1Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. 2Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. 5Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto". 8Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.

9Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi". Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".

11Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. 12Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: 13"Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. 14E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia". 15Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. 17Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 1, 18-24: Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.

Rm 6,1-23

1Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia? 2È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato? 3O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? 4Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. 5Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. 6Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. 7Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.

8Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, 9sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. 10Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. 11Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

12Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri; 13non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio. 14Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia.

15Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia? È assurdo! 16Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia? 17Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso 18e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia.

19Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione.

20Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. 21Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro destino è la morte. 22Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. 23Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.


Lettera ai Filippesi: Saluto

Policarpo e i presbiteri che sono con lui alla Chiesa di Dio che dimora in Filippi. Misericordia e pace sia a voi concessa con ogni pienezza da parte di Dio onnipotente e di Gesù Cristo salvatore nostro.

(Autore: San Policarpo (di Smirne))

L'imitazione di Cristo: L'UMILE SERVO UBBIDISCE AI SUPERIORI SULL'ESEMPIO DI CRISTO

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, chi tenta di sottrarsi all'obbedienza si sottrae da se stesso alla grazia; e chi cerca di possedere beni propri, perde anche quelli che sono della vita in comune. Chi non si sottomette volentieri e spontaneamente al suo Superiore, dà a vedere che la carne non ubbidisce ancora perfettamente a lui, ma spesso recalcitra e mormora. Impara, dunque, a sottometterti con prontezza al tuo Superiore, se desideri soggiogare la tua propria carne. Infatti, si vince più presto il nemico di fuori, se l'uomo non sarà stato devastato interiormente. Non c'è nemico peggiore e più insidioso per l'anima tua, di te stesso, quando non sei bene in armonia con lo spirito. Se vuoi riportare vittoria sulla carne e sul sangue, occorre che ti rivesta di totale e vero disprezzo di te stesso.

Perché ami ancora troppo disordinatamente te stesso, per questo sei esitante ad abbandonarti pienamente alla volontà degli altri. Ma che c'è di straordinario se tu, polvere e nulla, per amore di Dio ti sottometti ad un uomo, quando Io, Onnipotente ed Altissimo, che ho creato dal nulla ogni cosa, mi sono umilmente assoggettato all'uomo per amor tuo? Mi sono fatto il più umile ed il più piccolo di tutti, perché tu potessi con la mia umiliazione vincere la tua superbia. Impara, o polvere, ad ubbidire; impara, o terra e fango, ad umiliarti; impara a piegarti sotto i piedi di tutti. Impara a reprimere le tue voglie e ad accettare ogni genere di sottomissione.

Accenditi di sdegno contro te stesso e non permettere che in te viva tronfio, orgoglio; ma renditi così sottomesso e piccolo, che tutti possano camminare sopra di te e calpestarti come fango della strada. Che hai da lamentare tu, uomo buono a nulla? Che hai tu, immondo peccatore, da replicare a coloro che ti rimproverano; tu, che tante volte hai offeso Dio e tanto spesso hai meritato l'Inferno? Ma il mio sguardo si posò su di te con compassione, perché preziosa davanti al mio sguardo era l'anima tua; cosicché tu conoscessi il mio amore, mi fossi sempre grato per i miei benefici, perché ti dessi con costanza all'esercizio della vera obbedienza ed umiltà e sopportassi con pazienza il disprezzo.