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Giovedi, 2 maggio 2024 - Misteri luminosi - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:La preghiera è la via maestra per avvicinarsi a Dio. La preghiera è la porta attraverso la quale il Signore entra nel tuo cuore per consolarti e donarti l'amore. Ma se tieni chiusa la porta e metti molti ostacoli alla Sua venuta, come puoi pretendere che Egli ti consoli e ti faccia grandi favori? Mi fanno compassione tutte quelle persone che dicono di credere in Dio, ma non pregano mai e non Lo cercano.

LETTURE A CASO

Gv 7,1-53

1Dopo questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.

2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; 3i suoi fratelli gli dissero: "Parti di qui e va' nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. 4Nessuno infatti agisce di nascosto, se vuole venire riconosciuto pubblicamente. Se fai tali cose, manifèstati al mondo!". 5Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. 6Gesù allora disse loro: "Il mio tempo non è ancora venuto, il vostro invece è sempre pronto. 7Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive. 8Andate voi a questa festa; io non ci vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto". 9Dette loro queste cose, restò nella Galilea.

10Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto. 11I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: "Dov'è quel tale?". 12E si faceva sommessamente un gran parlare di lui tra la folla; gli uni infatti dicevano: "È buono!". Altri invece: "No, inganna la gente!". 13Nessuno però ne parlava in pubblico, per paura dei Giudei.

14Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava. 15I Giudei ne erano stupiti e dicevano: "Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?". 16Gesù rispose: "La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia. 19Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?". 20Rispose la folla: "Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?". 21Rispose Gesù: "Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete stupiti. 22Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? 24Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!".

25Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: "Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia". 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: "Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato". 30Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: "Il Cristo, quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha fatto costui?".

32I farisei intanto udirono che la gente sussurrava queste cose di lui e perciò i sommi sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. 33Gesù disse: "Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado da colui che mi ha mandato. 34Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potrete venire". 35Dissero dunque tra loro i Giudei: "Dove mai sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e ammaestrerà i Greci? 36Che discorso è questo che ha fatto: Mi cercherete e non mi troverete e dove sono io voi non potrete venire?".

37Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: "Chi ha sete venga a me e beva 38chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno". 39Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.

40All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: "Questi è davvero il profeta!". 41Altri dicevano: "Questi è il Cristo!". Altri invece dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?". 43E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.

44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. 45Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto?". 46Risposero le guardie: "Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!". 47Ma i farisei replicarono loro: "Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!". 50Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: 51"La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?". 52Gli risposero: "Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea".

53E tornarono ciascuno a casa sua.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 5, 38-48: Amate i vostri nemici.

2 Pt 1,1-21

1Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo: 2grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza nella conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.

3La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza. 4Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina, essendo sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza. 5Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, 6alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, 7alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità. 8Se queste cose si trovano in abbondanza in voi, non vi lasceranno oziosi né senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. 9Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, dimentico di essere stato purificato dai suoi antichi peccati. 10Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai. 11Così infatti vi sarà ampiamente aperto l'ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo.

12Perciò penso di rammentarvi sempre queste cose, benché le sappiate e stiate saldi nella verità che possedete. 13Io credo giusto, finché sono in questa tenda del corpo, di tenervi desti con le mie esortazioni, 14sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come mi ha fatto intendere anche il Signore nostro Gesù Cristo. 15E procurerò che anche dopo la mia partenza voi abbiate a ricordarvi di queste cose.

16Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". 18Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. 20Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, 21poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.


La Città di Dio: Libro IV - Imperialismo romano e politeismo: Folla degli dèi della fertilità.

8. Cerchiamo adesso, se si è d'accordo, qual dio principalmente o quali dèi della grande folla di dèi che i Romani adoravano ritengano che abbiano allargato o difeso il loro dominio. Nei confronti di un'opera tanto illustre e piena di tanto valore non osano certamente attribuire responsabilità alla dea Cloacina alias Volupia che ha derivato il nome da voluttà o a Libentina che lo ha da libidine o a Vaticano che sorveglia i vagiti dei bimbi o a Cunina che protegge le loro cune. Come è possibile in un passo di questo libro ricordare tutti i nomi degli dèi e delle dee che essi non hanno potuto raccogliere in grandi volumi nell'affidare le varie cose a particolari compiti delle varie divinità? E hanno pensato di affidare le competenze dell'agricoltura non a un solo dio, ma i fondi rustici alla dea Rusina, i gioghi dei monti al dio Giogantino e hanno preposto ai colli la dea Collatina e alle valli la dea Vallonia. Non sono riusciti neanche a trovare una Segezia alla quale affidare tutto in una volta i seminati ma stabilirono che i grani seminati, finché rimanevano sotto terra, avessero come custode la dea Seia e quando venivano fuori e producevano le messi la dea Segezia e preposero al frumento raccolto nei granai, affinché venisse tutelato, la dea Tutilina. Ognuno avrebbe pensato che doveva bastare la Segezia fino a tanto che il seminato dagli inizi erbosi arrivasse alle spighe mature. Ma per individui i quali amavano la ressa di dèi non bastò che l'anima sventurata, sdegnando il casto abbraccio del Dio vero, si prostituisse con una folla di demoni. Misero dunque Proserpina a sorvegliare i frumenti in germoglio, il dio Noduto le giunture e nodi degli steli, la dea Volutina l'involucro dei gusci, la dea Patelana i gusci che si aprono per far uscire la spiga, la dea Ostilina le messi quando si adeguano alle spighe nuove, giacché invece di "adeguare" gli antichi hanno usato la parola "ostire", la dea Flora i frumenti quando sono in fiore, il dio Latturno quando sono lattescenti, la dea Matuta quando maturano, la dea Roncina quando sono tagliati con la ronca cioè sono mietuti 10. Non continuo perché m'infastidisce che non si vergognino. Ho ricordato questi pochi nomi perché si capisca il motivo per cui non possono assolutamente sostenere che simili divinità hanno costruito, fatto crescere e difeso l'impero romano, dato che ciascuno è così occupato nella propria incombenza da non potere affidare a uno solo il tutto. Quando poteva Segezia prendersi cura dell'impero se non riusciva a provvedere contemporaneamente ai seminati e alle piante? Quando Cunina poteva darsi pensiero delle armi se la sorveglianza dei bimbi non le permetteva di allontanarsi dalle culle? Quando Noduto poteva accorrere in aiuto durante la guerra se non era di spettanza neanche al guscio della spiga ma soltanto al nodo del gambo? Si pone un solo portinaio nella propria casa e perché è un uomo, basta; invece i Romani posero tre dèi, Forcolo alla porta di fuori, Cardea al cardine e Limentino al limitare 11. Si vede proprio che Forcolo non riusciva a sorvegliare contemporaneamente il cardine e il limitare.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: ALLA SCUOLA DELLA VERITÀ

Beato colui che è istruito direttamente dalla Verità così com'è in se stessa, e non per mezzo di immagini incerte e di parole fuggevoli. Le nostre opinioni e le nostre impressioni spesso ci ingannano e afferrano ben poco della realtà. A che giovano le sottili disquisizioni su cose difficili ed oscure, per le quali al Giudizio di Dio non ci verrà fatta colpa d'averle ignorate? È grande stoltezza la nostra se, trascurando ciò che è utile e necessario, ci diamo con passione a curiosità dannose. "Abbiamo occhi e non vediamo!" (Ger 5,21). E che importa a noi dei "generi" e delle "specie" dei filosofi? Colui al quale parla il Verbo eterno, si rende libero dalla molteplicità delle opinioni umane. Dall'unico Verbo procedono tutte le cose, e tutte le cose esprimono quest'Uno; e questo è il Principio che parla anche a noi (Gv 8,25). Senza di Lui, nessuno può intendere o giudicare rettamente.

L'uomo, per il quale tutte le cose sono una cosa sola, e che tutte le vede nell'unico Dio, può godere di fermezza di cuore e riposa nella pace di Dio. Verità, che sei Dio, fammi una cosa sola con Te, in un Amore senza fine. Spesso, il molto che leggo e che ascolto m'annoia: in Te c'è tutto quello che voglio e che desidero. Davanti a Te, tacciano tutti i sapienti; alla tua presenza facciano silenzio tutte quante le creature. Tu solo parlami! Quanto più uno si raccoglierà in se stesso e si farà interiormente semplice, tanto più elevate e sublimi cose intende senza fatica, perché riceve dal Cielo la luce dell'intelligenza. Un'anima monda, semplice e costante non si dissipa in numerose occupazioni, perché tutto opera ad onore di Dio e, fuori d'ogni propria utilità, si sforza d'astenersi da ogni ricerca di sé. Che cosa ti è di impaccio e molestia, più che i tuoi desideri non mortificati?

L'uomo buono e pio dispone prima interiormente le opere che deve compiere all'esterno. Né esse lo trascinano secondo i desideri della viziosa inclinazione; ma è lui stesso che li piega secondo il dettame della retta ragione. Chi sostiene più aspra lotta di colui che si sforza di vincere se stesso? E questo dovrebbe essere il nostro impegno: vincere noi stessi, divenire ogni giorno superiori a noi stessi e progredire un poco nel perfezionamento del bene. Ogni perfezione, in questa vita, porta congiunta con sé qualche imperfezione, ed ogni nostra ricerca non manca di qualche punto oscuro.

L'umile conoscenza del tuo essere è via più sicura a Dio che non la profonda indagine scientifica. Non si deve biasimare la scienza o qualunque semplice cognizione delle cose, la quale, in sé considerata, è buona ed ordinata da Dio; ma sono sempre da preferirsi la retta coscienza e la vita virtuosa. Poiché, però, molti sono più bramosi di sapere che di vivere bene, per questo spesso sbagliano e dal loro sapere traggono frutto quasi nullo o scarso. Oh! se gli uomini, per estirpare i vizi e per coltivare le virtù, ponessero tanta diligenza quanta ne pongono per sollevare discussioni, non avverrebbero tanti mali e scandali nel popolo né tanta rilassatezza nei monasteri. Certamente, nel giorno del Giudizio non ci sarà domandato che cosa abbiamo letto, ma che cosa abbiamo fatto; né con quanta eleganza abbiamo parlato, ma quanto piamente siamo vissuti.

Dimmi: dove sono ora quei grand'uomini e quei maestri, che tu hai ben conosciuto quand'erano in vita e brillavano nel successo dei loro studi? Altri già godono le loro prebende, e non so se ad essi rivolgano nemmeno il pensiero. In vita sembrava che avessero grande importanza, ed ora che sono morti, non se ne parla più. Oh, quanto in fretta passa la gloria di questo mondo! Magari la loro vita fosse stata conforme al loro sapere! Allora si che avrebbero studiato ed insegnato con profitto! Quanti nel mondo si perdono a causa della loro vana scienza terrena, mentre poco si curano di servire Dio! E poiché preferiscono essere più grandi che umili, per questo vaneggiano nei loro ragionamenti.

Veramente grande è colui che possiede un grande amore di Dio. Veramente grande è colui che è piccolo dentro di sé e tiene in conto di nulla gli onori più alti. Veramente saggio è colui che, per guadagnarsi Cristo, considera come spazzatura tutte le cose della terra (Fil 3,8). E, in verità, è perfettamente dotto chi fa la volontà di Dio e rinuncia alla propria.