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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Io veggo che tutte le stagioni dell'anno si trovano nelle anime vostre; che talora sentite l'inverno di molte sterilità, distrazioni, svogliatezze e noie; ora le rugiade del mese di maggio con l'odore dei santi fioretti; ora i calori del desiderio di piacere al nostro Sposo divino. Non rimane, dunque, se non l'autunno del quale non vedete voi gran frutti; però occorre bene spesso che al tempo di battere le biade e di premere le uve, si trovino raccolte maggiori di quelle che promettevano le mietiture e le vendemmie. Voi vorreste che tutto fosse nella primavera e nell'estate; ma no, mie dilettissime figliole, bisogna che sia questa vicissitudine così nell'interno come nell'esterno. Nel cielo tutto sarà di primavera quanto alla bellezza, tutto di autunno quanto al godimento, tutto di estate quanto all'amore. Non vi sarà alcun inverno; ma qui l'inverno è necessario per esercizio dell'abnegazione e di mille piccole ma belle virtù che si esercitano nel tempo della sterilità.

LETTURE A CASO

Mt 28,1-16

1Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. 2Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. 5Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto". 8Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.

9Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi". Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".

11Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. 12Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: 13"Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. 14E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia". 15Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. 17Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 18, 1-8: Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

Rm 2,1-29

1Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. 2Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali cose. 3Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? 4O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? 5Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, 6il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; 8sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia. 9Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; 10gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, 11perché presso Dio non c'è parzialità.

12Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati con la legge. 13Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati. 14Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; 15essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. 16Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.

17Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, 18del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, 19e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, 20educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità... 21ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? 22Tu che proibisci l'adulterio, sei adùltero? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi? 23Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge? 24Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani, come sta scritto.

25La circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno non circonciso. 26Se dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della legge, la sua non circoncisione non gli verrà forse contata come circoncisione? 27E così, chi non è circonciso fisicamente, ma osserva la legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della legge e la circoncisione, sei un trasgressore della legge. 28Infatti, Giudeo non è chi appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; 29ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini ma da Dio.


La Città di Dio: Libro IV - Imperialismo romano e politeismo: Misura e moderazione morale e politica.

3. Ora esaminiamo dunque il motivo per cui osano accreditare la grande estensione e la lunga durata dell'impero romano agli dèi che sostengono di avere onorato onestamente, sebbene mediante tributi di spettacoli disonesti e attraverso l'ufficio di individui disonesti. Ma prima vorrei per un po' esaminare quale ragionevolezza e saggezza essi hanno nel volersi vantare dell'estensione e grandezza dell'impero, quando è impossibile mostrare il benessere degli individui che, in preda al timore della morte e a una sanguinaria cupidigia, erano sempre occupati nelle imprese guerresche a spargere sangue o dei cittadini o dei nemici, che è comunque sangue umano. È un benessere cui si può paragonare una gioia di vetro splendida nella sua fragilità perché si teme più angosciosamente che da un momento all'altro vada in frantumi. Per giudicare meglio queste cose non ci si deve lasciar trascinare scioccamente da una vuota millanteria e non si deve rendere ottusa la facoltà di valutare a causa di altisonanti concetti, come popoli, Stati, province. Prendiamo piuttosto in considerazione due individui. Infatti ogni individuo, come una lettera in un discorso, è per così dire un elemento di una società civile e di uno Stato, anche se molto estesi come territorio. Supponiamo dunque che dei due individui uno sia povero o meglio del ceto medio, l'altro ricco sfondato. Il ricco è sempre angosciato dai timori, disfatto dalle preoccupazioni, bruciato dall'ambizione, mai sereno, sempre inquieto, angustiato da continue liti con i rivali; accresce, è vero, con queste angustie il proprio patrimonio a dismisura ma con questi accrescimenti accumula anche le più spiacevoli seccature. Il povero, al contrario, basta a sé col modesto patrimonio disponibile, è benvoluto, gode una serena pace con parenti, vicini e amici, è piamente devoto, spiritualmente umanitario, fisicamente sano, eticamente temperante, moralmente onesto, consapevolmente tranquillo. Non so se si trova un tizio tanto insulso da dubitare chi preferire. E come per i due individui la regola dell'equità si applica a due famiglie, a due popoli, a due Stati. E se con l'applicazione consapevole di quella regola si rettifica il nostro giudizio, vedremo facilmente in quale dei due si trova la vuota millanteria e in quale il benessere. Pertanto, se si adora il vero Dio e gli si presta servizio con un culto autentico e con onesti costumi, è utile che i buoni abbiano il potere dovunque e a lungo e non è tanto utile per loro quanto per gli amministrati. Infatti per quanto li riguarda, la pietà e la moralità, che sono grandi doni di Dio, bastano loro per il vero benessere perché con esse si conduce una vita onesta e si consegue poi la vita eterna. In questa terra dunque il governo dei buoni non è concesso a loro favore ma dell'umanità; al contrario, il potere dei malvagi è un male più per i governanti che distruggono la propria coscienza con la più facile sfrenatezza al delitto che per i sudditi per i quali soltanto la loro individuale disonestà è il loro male. Qualsiasi male poi si infligge dai potenti ingiusti non è per i giusti pena di un delitto ma prova della virtù. Quindi la persona onesta, anche se è schiava, è libera; il malvagio, anche se ha il potere, è schiavo e non di un solo individuo ma, che è più grave, di tanti padroni quante sono le passioni. Parlando di queste passioni ha detto la sacra Scrittura: L'uomo è consegnato come schiavo a colui da cui è stato sconfitto 4.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA VITA INTERIORE

"Il Regno di Dio é in mezzo a voi" (Lc 17,21), dice il Signore. Volgiti al Signore con tutto il cuore, distaccandoti da questo misero mondo, l'anima tua troverà pace. Impara a sottovalutare le cose esterne e a darti a quelle interiori; allora, vedrai venire a te il Regno di Dio. Il Regno di Dio, infatti, è "pace e gioia nello Spirito Santo" (Rm 14,17), e non è concesso ai malvagi. Se dentro di te Gli avrai preparato una degna dimora, Cristo verrà a te, offrendoti le sue consolazioni. 5Ogni lode ed ogni onore, che Gli si possono dare, vengono dall'intimo, ed ivi Egli trova le sue compiacenze. Frequenti sono le visite che Egli fa all'uomo che ha spirito d'interiorità, e dolci sono i suoi colloqui, e gradita la sua consolazione, e molta la sua pace, e straordinariamente bella la sua familiarità. Suvvia, anima fedele, prepara a questo Sposo il tuo cuore, perché si degni di venire a te e in te porre la sua dimora. Egli dice, infatti: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e io e mio Padre verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).

Fa', dunque, posto a Cristo e vieta l'entrata a tutte le altre cose. Quando avrai Cristo con te, sarai ricco. Egli ti basta. Sarà Lui a provvederti di tutto e ad amministrare fedelmente per te tutte le cose. Così, non avrai bisogno di fare affidamento sugli uomini. Gli uomini mutano presto e ci vengono meno rapidamente; Cristo, invece, "rimane in eterno" (Gv 12,34) e ci sta accanto costantemente sino alla fine.

Non si deve riporre molta fiducia nell'uomo, per sua natura fragile e mortale, anche se ci è utile e caro, e non è neppure il caso di rattristarsi molto, se talora ci avversi e ci contraddica. Quelli che oggi sono con te, domani possono mettersi contro di te; mutano spesso come il vento. Poni tutta quanta la tua fiducia in Dio, e sia Lui il tuo timore ed il tuo amore. Risponderà Lui per te, e nel modo migliore opererà per il bene. "Non hai quaggiù una città stabile" (Eb 13,14); e dovunque tu dimori, sei straniero e pellegrino, e non avrai pace mai, se non sarai intimamente unito a Cristo. Perché ti fermi a guardare quaggiù, intorno a te, se non è questo il luogo della tua pace? La tua abitazione deve essere nei cieli, e tutte le cose terrene le devi guardare come di passaggio. Passano tutte le cose, e tu pure con esse. Vedi di non invischiartene, per non esserne irretito e trascinato in rovina.

Il tuo pensiero sia sempre presso l'Altissimo, e la tua preghiera si diriga incessantemente a Cristo. Se non riesci a salire alle altezze della contemplazione dei misteri celesti, riposati nella Passione di Cristo e prendi lieta dimora nelle sue sante ferite. Se, infatti, con animo devoto ti rifugerai nelle ferite e nelle preziose piaghe di Gesù, sentirai grande conforto nella tribolazione e non ti curerai molto del disprezzo degli uomini; sopporterai, anzi, con facilità le parole malefiche dei denigratori. Anche Cristo in questo mondo fu disprezzato dagli uomini e, nei momenti più gravi, fu abbandonato nella sofferenza e nell'obbrobrio da quelli che lo conoscevano e gli erano amici.

Cristo volle patire ed essere disprezzato; e tu osi lamentarti di qualcuno? Cristo ebbe nemici ed oppositori; e tu vuoi che tutti ti siano amici e ti facciano del bene? In grazia di che cosa potrà essere coronata un giorno la tua pazienza, se non avrai avuto alcuna occasione d'esercitarla? Se non vuoi patire alcuna contrarietà, come potrai essere amico di Cristo? Soffri con Cristo e per Cristo, se vuoi regnare con Cristo. Se per una volta sola tu fossi entrato perfettamente nell'intimo di Gesù ed avessi assaporato un po' del suo ardente amore, non ti preoccuperesti affatto del tuo benessere o dei tuoi disagi; anzi, ti rallegreresti di ricevere gli oltraggi che ti si fanno, perché l'amore per Gesù porta l'uomo a disprezzare se stesso.

Chi ama Gesù e la Verità, chi fa veramente la vita interiore ed è libero da affetti disordinati, può liberamente volgersi a Dio ed innalzarsi in ispirito sopra se stesso e godere pace nel possesso di Lui. Chi sa dare il giusto valore a tutte le cose, e non come da altri si dice o si giudica, questi è veramente sapiente ed ammaestrato più da Dio che dagli uomini.

Chi sa procedere seguendo la via interiore e sa valutare le cose evitando i criteri del mondo, non cerca luoghi adatti né attende tempi opportuni per dedicarsi alle pratiche di pietà. L'uomo interiore fa presto a raccogliersi, perché non si disperde del tutto fuori di sé. Per lui non è un ostacolo il lavoro materiale od un'occupazione momentaneamente necessaria; ma egli s'adatta alle circostanze così come si presentano. Chi interiormente è bene disposto e preparato non s'interessa alle gesta malvagie degli uomini, anche se possano apparire stupefacenti. Dalle cose del mondo l'uomo è ostacolato e deviato tanto, quanto egli le attrae a se. Se tu avessi piena rettitudine e coscienza pura, tutto riuscirebbe a tuo bene e profitto.

Molte cose provocano in te disagio e, spesso, turbamento, proprio perché non sei ancora morto perfettamente a te stesso e distaccato da tutto ciò che è terreno. Nulla macchia e lega il cuore umano tanto, quanto l'amore impuro delle creature. Se, invece, rinunci alle gioie del mondo, potrai contemplare le cose celesti e godere frequentemente di gioia interiore.