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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Per noi cristiani, la preghiera è un dovere sacrosanto e una sublime missione. Consapevoli dei molti, impellenti bisogni e interessi che reggiamo nelle no­stre mani, saliremo all'altare della preghiera, prende­remo il rosario, ci dedicheremo a tutti gli altri esercizi spirituali con grande desiderio e andremo con fiducia verso il trono di grazia per poter ottenere misericordia e trovare grazia e un aiuto provvidente per noi e per le nostre anime.

LETTURE A CASO

Mt 26,1-75

1Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2"Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso".

3Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire. 5Ma dicevano: "Non durante la festa, perché non avvengano tumulti fra il popolo".

6Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, 7gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa. 8I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? 9Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!". 10Ma Gesù, accortosene, disse loro: "Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. 11I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. 12Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei".

14Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti 15e disse: "Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. 16Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?". 18Ed egli rispose: "Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli". 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. 21Mentre mangiavano disse: "In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà". 22Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, Signore?". 23Ed egli rispose: "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. 24Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!". 25Giuda, il traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli rispose: "Tu l'hai detto".

26Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". 27Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio".

30E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: "Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore
e saranno disperse le pecore del gregge,


32ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea". 33E Pietro gli disse: "Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai". 34Gli disse Gesù: "In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". 35E Pietro gli rispose: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". 37E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". 39E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!". 40Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? 41Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". 42E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà". 43E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. 44E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina".

47Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!". 49E subito si avvicinò a Gesù e disse: "Salve, Rabbì!". E lo baciò. 50E Gesù gli disse: "Amico, per questo sei qui!". Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.

52Allora Gesù gli disse: "Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. 53Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? 54Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?". 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: "Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti". Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.

57Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione.

59I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; 60ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. 61Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: "Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni". 62Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". 64"Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico:

d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra di Dio,
e venire sulle nubi del cielo
".

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?". E quelli risposero: "È reo di morte!". 67Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, 68dicendo: "Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?".

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!". 70Ed egli negò davanti a tutti: "Non capisco che cosa tu voglia dire". 71Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: "Costui era con Gesù, il Nazareno". 72Ma egli negò di nuovo giurando: "Non conosco quell'uomo". 73Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: "Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!". 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo!". E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: "Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E uscito all'aperto, pianse amaramente.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 1, 40-45: La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

Rm 8,1-39

1Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. 2Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.

5Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. 6Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. 7Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. 8Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.

9Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. 11E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

12Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.

14Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. 15E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". 16Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 17E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

18Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.

19La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza 21di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. 24Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? 25Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.

26Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; 27e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

28Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

31Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? 33Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. 34Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? 35Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36Proprio come sta scritto:

Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello
.

37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.


La fede nelle cose che non si vedono: Adempiute le profezie sulla Chiesa.

3. 6. Se non vedeste questa regina, ormai anche feconda di prole regale; se colei, alla quale fu detto: Ascolta, o figlia, e guarda, non vedesse realizzata la promessa un tempo udita; se colei, alla quale fu detto: Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre, non avesse abbandonato le antiche consuetudini del mondo; se colei alla quale fu detto: Al re piacque la tua bellezza, poiché egli è il Signore Dio tuo, non riconoscesse ovunque che Cristo è Signore; se non vedesse che le città levano preghiere a Cristo ed offrono doni a Lui, del quale le fu detto: A lui si prostreranno dinanzi le figlie di Tiro con i doni; se anche i ricchi non deponessero la loro superbia e non supplicassero l’aiuto della Chiesa, a cui fu detto: Tutti i ricchi del popolo supplicheranno il tuo volto; se non riconoscesse la figlia del re, al quale le fu comandato di dire: Padre nostro, che sei nei cieli; e se colei della quale fu detto: Tutta la gloria della figlia del re è all’interno, non si rinnovasse di giorno in giorno nell’intimo attraverso i suoi santi, sebbene colpisca sfavillando anche gli occhi di gente estranea con la fama dei suoi predicatori, che si esprimono in diverse lingue, paragonabili alle frange dorate di un vestito dai vari colori; se, dopoché il suo buon profumo l’ha resa famosa in ogni luogo, giovani vergini non venissero condotte a Cristo per essere consacrate a Lui, del quale e al quale si dice: Le vergini, al suo seguito saranno condotte al re, a te saranno condotte le sue compagne; e, affinché non sembrasse che fossero condotte come prigioniere in un carcere, dice: Saranno condotte in gioia ed esultanza, saranno condotte nel tempio del re; se essa non desse alla luce figli, dai quali avere come dei padri, da farli ovunque suoi reggitori, lei alla quale si dice: Al posto dei tuoi padri ti sono nati i figli, li farai capi di tutta la terra; lei, madre, sovrana e suddita insieme, che confida nelle loro preghiere, per cui fu aggiunto: Si ricorderanno del tuo nome, di generazione in generazione; se, per la predicazione di questi padri, nella quale il suo nome è stato ricordato senza interruzione, moltitudini così grandi non si riunissero in essa e non rendessero incessantemente lode, ciascuna nella sua lingua, alla gloria di colei alla quale si dice: Perciò i popoli ti renderanno lode in eterno, nei secoli dei secoli.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA VITA ETERNA E LE ANGUSTIE DELLA VITA PRESENTE

PAROLE DEL DISCEPOLO O dimora beatissima della città celeste! O giorno splendidissimo dell'eternità, che la notte non offusca, ma che la somma Verità perennemente irradia; o giorno sempre gioioso e sereno, che non muta mai il proprio stato! Oh, se quel giorno fosse già spuntato e tutte queste vicissitudini temporali avessero già avuto termine! Si, esso già rifulge splendido di luce perpetua per i Santi, ma soltanto da lontano e di riflesso per chi è ancora pellegrino sulla terra.

I cittadini del Cielo ben sanno quant'è gioiosa quella luce; i figli d'Eva, esuli, gemono per l'amarezza ed il peso della vita presente. I giorni di questo nostro tempo sono brevi e cattivi, pieni di dolori e d'angustie. Sono giorni, nei quali l'uomo è insozzato da molti peccati, irretito da molte passioni, oppresso da molte paure, schiacciato da molti affanni, distratto da molte curiosità, impigliato in molte vanità; È avvolto da molti errori, logorato da molte fatiche, appesantito da tentazioni, snervato da piaceri, afflitto dall'indigenza. Oh! quando avranno fine questi mali? Quando mi libererò dalla miserabile schiavitù dei vizi? Quando, o Signore, nei miei pensieri avrò unicamente Te? Quando sarò pienamente felice in Te? Quando sarò nella vera libertà, senz'alcun legame, senza alcun peso dello spirito e del corpo? Quando godrò della pace stabile, della pace imperturbabile e sicura, della pace interiore ed esteriore, della pace non minacciata sotto alcun aspetto? O Gesù buono, quando Ti vedrò faccia a faccia? Quando contemplerò la gloria del tuo Regno? Quando sarai per me tutto in tutte le cose? Oh! quando sarò con Te nel Regno tuo, che hai preparato dall'eternità per i tuoi diletti? Mi trovo qui abbandonato, povero ed esule, in una terra nemica, dove ogni giorno ci sono guerre e mali gravissimi.

Consola il mio esilio, lenisci il mio dolore, perché ogni mio desiderio sospira a Te. Infatti, qualunque cosa questo mondo mi offra come conforto, mi è, invece, di peso. Desidero godere dell'intima unione con Te, ma non riesco a raggiungerla. Bramo stare fisso ai beni celesti, ma quelli temporali e le passioni non mortificate mi riportano in basso. Con lo spirito voglio stare sopra tutte le cose terrene e, contro mia voglia, sono costretto dalla carne a soggiacervi. E cosi, uomo infelice, io lotto con me stesso e "sono diventato un peso per me stesso" (Gb 7,20), mentre lo spirito tende all'alto e la carne cerca il basso. Oh, quanto soffro dentro di me, quando con la mente medito le cose del Cielo e, improvvisamente, mentre prego, mi si presenta la folla delle cose carnali! Dio mio, "non stare lontano da me" (Sal 70,12) e "non respingere con ira il tuo servo" (Sal 26,9). "Fa' scoppiare i tuoi fulmini e disperdi questa folla; scocca le tue saette e siano scompigliate tutte le macchinazioni del nemico" (Sal 143,6).

Raccogli in Te i miei sentimenti; fa' ch'io dimentichi tutte le cose mondane; dammi la grazia di cacciare via subito e disprezzare le immagini suggestive dei vizi. Vieni in mio soccorso, o eterna Verità, perché nessuna vanità mi seduca. Vieni, o celeste soavità, e davanti al tuo volto fugga ogni cosa non pura. Ancora perdonami ed abbi indulgente misericordia ogni volta che nella preghiera penso ad altro fuorché a Te. In verità, confesso sinceramente d'essere, di solito, molto distratto. Tante volte non sono là, dove siedo con il corpo, ma piuttosto là, dove mi portano i pensieri. Sono là, dov'è il mio pensiero, ed il mio pensiero è spesso là, dov'è la cosa che amo.

Mi s'affaccia d'un tratto alla mente ciò che mi diletta per natura o mi piace per abitudine. Per questo, Tu, Verità, hai detto chiaramente: "Là, dov 'è il tuo tesoro, ivi è anche il tuo cuore" (Mt 6,21). Se amo il Cielo, penso volentieri alle cose del Cielo. Se amo il mondo, gioisco di ciò che piace al mondo e mi rattristo delle sue avversità. Se amo la carne, spesso vado fantasticando cose carnali. Se amo lo spirito, trovo diletto a pensare alle cose spirituali. Quali che siano le cose ch'io amo, di esse io parlo e sento parlare volentieri, e volentieri riporto con me a casa il loro ricordo.

Beato, invece, l'uomo che per amore tuo, o Signore, dice addio a tutto ciò ch'è stato creato; Chi reagisce alla natura e con fervore di spirito crocifigge le concupiscenze della carne, per poter offrire a Te con rasserenata coscienza una preghiera pura, ed essere degno di prendere parte ai cori celesti, dopo aver escluso, dentro e fuori di sé, tutte le cose terrene.