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Martedi, 7 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santa Flavia ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Colui che Gesù Cristo ci ha rivelato come Padre è un Dio ricco di misericordia. Fu suo Figlio, dunque, a farcelo conoscere, manifestandolo nella propria persona.

LETTURE A CASO

Gv 11,1-57

1Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. 2Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, il tuo amico è malato".

4All'udire questo, Gesù disse: "Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato". 5Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 6Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi, disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!". 8I discepoli gli dissero: "Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?". 9Gesù rispose: "Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce". 11Così parlò e poi soggiunse loro: "Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo". 12Gli dissero allora i discepoli: "Signore, se s'è addormentato, guarirà". 13Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!". 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: "Andiamo anche noi a morire con lui!".

17Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. 20Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà". 23Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà". 24Gli rispose Marta: "So che risusciterà nell'ultimo giorno". 25Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?". 27Gli rispose: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo".

28Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: "Il Maestro è qui e ti chiama". 29Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: "Va al sepolcro per piangere là". 32Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!". 33Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34"Dove l'avete posto?". Gli dissero: "Signore, vieni a vedere!". 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: "Vedi come lo amava!". 37Ma alcuni di loro dissero: "Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?".

38Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni". 40Le disse Gesù: "Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?". 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". 43E, detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". 44Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare".

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. 47Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: "Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione". 49Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: "Voi non capite nulla 50e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera". 51Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione 52e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

54Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: "Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?". 57Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 12, 38-44: Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri

1 Gv 4,1-21

1Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. 2Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; 3ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. 4Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. 5Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. 6Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore.

7Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. 10In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

11Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. 13Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. 14E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. 15Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. 16Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

17Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. 18Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore.

19Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. 20Se uno dicesse: "Io amo Dio", e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. 21Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.


L'esicasta deve stare seduto in preghiera senza aver fretta di alzarsi : Sulla recita dei salmi

Alcuni sostengono che si debbano recitare i salmi di rado, altri di frequente, altri ancora che non debbano esser detti mai.

Io ti avverto di preferire la recita dei salmi di tanto in tanto, per non cadere nell'irrequietezza, e non abbandonare del tutto la salmodia, onde evitare la rilassatezza e la negligenza, segui l'esempio di quelli che raramente recitano i salmi. La moderazione è la migliore misura sia per i dotti che per gli indotti. La salmodia frequente va bene per chi è immerso nella vita attiva, essi ignorano l'attività mentale e conducono una vita immersa nei travagli. Quelli che praticano il silenzio, gioiscono di pregare Dio nel loro cuore e di raggiungere il dominio di propri pensieri.

Quando, seduto nella tua cella, senti che la preghiera opera nel tuo cuore non interromperla per andare a recitare i salmi, a meno che essa con il beneplacito divino, non ti abbandoni per prima. Se lo facessi, abbandoneresti Dio che sta parlandoti nell'intimo per parlargli dal di fuori e passeresti dalle alture alla pianura. Inoltre disturberesti la tua mente allontanandola dal calmo pensare. L'esichia, come il suo nome stesso dice, agisce, ma nella pace e nella quiete. Il nostro Dio è pace, fuori di ogni confusione e tumulto.

Quelli che ignorano la preghiera, s'impegnino nella frequente recita dei salmi e rimangano nella molteplicità degli impegni e non si fermino che quando, dopo una diuturna esperienza di travaglio, non avranno raggiunto la contemplazione e scoperta la preghiera spirituale che in loro era attiva.

Altra è l'opera dell'esicasta, altro il lavoro del cenobita, chiunque rimanga fedele alla propria vocazione raggiungerà la salvezza... Chi pratica la preghiera per sentito dire o per le letture fatte senza una guida, si perde. Chi ha gustato la grazia reciti i salmi con discrezione, è l'insegnamento dei Padri, e attenda alla pratica della preghiera. Nei momenti di apatia reciti dei salmi e legga le sentenze dei Padri. La nave non ha bisogno di remi quando il vento tiene gonfie le vele; quando il vento soffia a sufficienza è agevole attraversare il mare salso delle passioni; ma quando c'è bonaccia vien tenuta in movimento dai remi o da un rimorchiatore.

Alcuni obiettano che i santi Padri e certi moderni hanno praticato le veglie notturne e la salmodia ininterrotta, ad esse rispondiamo con le Scritture, che in noi non è tutto perfetto, che l'entusiasmo e le forze fisiche hanno i loro confini e che quello che ai grandi appare piccolo può non esserlo in realtà, nè quello che ai piccoli appare grande è necessariamente perfetto.

Dai perfetti tutto vien fatto con facilità. Per questo, non tutti furono mai attivi nè lo saranno; nessuno batte la stessa strada o segue la stessa disciplina fino in fondo. Molti dalla vita attiva sono passati a quella contemplativa; cessando ogni attività celebrarono il loro perpetuo sabato spirituale e gioiscono nel solo Signore, nutriti dal cibo divino; a motivo della sovrabbondante grazia furono incapaci di salmodiare e di pensare ad altro. Hanno conosciuto lo stupore contemplativo, anche se per breve tempo, hanno frequentato, parzialmente, il supremo dei desideri. Altri, invece, seguirono la via attiva fino alla fine, e ottennero la salvezza morendo nella speranza di ricevere la ricompensa futura. Altri hanno ricevuto in punto di morte la testimonianza della salvezza, che si è manifestata in un profumo soave dopo il decesso. Questi sono coloro che hanno preservata intatta la grazia del battesimo, ma, a motivo della schiavitù e dell'ignoranza della loro mente, non poterono partecipare da vivi alla misteriosa comunione della grazia. Altri praticarono con successo la salmodia e la preghiera, ricchi di una grazia sempre attiva e liberi da ogni impaccio. Altri, quantunque fossero gente semplice, custodirono il silenzio fino alla fine, godendo soltanto della preghiera che, perfettamente, li ha uniti a Dio.

I perfetti, come abbiamo detto, possono tutto nella loro forza che è Gesù Cristo al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

(Autore: Gregorio il sinaita)

L'imitazione di Cristo: L'UOMO NON DEVE ABBATERSI TROPPO, QUANDO CADE IN QUALCHE MANCANZA

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, Mi sono più care la pazienza e l'umiltà nelle vicende avverse, che non molta consolazione e devozione in quelle liete. Perché ti amareggia una piccola cosa detta o fatta contro di te? Fosse stato anche qualcosa di più grave, tu non avresti dovuto turbartene. Ora, però, lascia passare le avversità: non sono le prime, non sono insolite, non saranno le ultime, se vivrai a lungo. Tu sei pur forte, finché non ti si pari innanzi nulla di contrario. Sai perfino dare saggi consigli e sai far coraggio ad altri con le tue parole; ma quando batte alla tua porta un'improvvisa tribolazione, ecco che ti mancano consiglio e forza.

Considera la tua grande fragilità, di cui tante volte fai esperienza fin nelle piccole contrarietà; tuttavia, quando codeste e simili cose ti succedono, avvengono solo per la salvezza della tua anima. Cerca di togliertele, dunque, dal cuore, come meglio sai fare; e se una tribolazione t'ha colpito, non ti abbatta e non ti tenga legato a lungo. Almeno, sopportala con pazienza, se non puoi con gioia. Anche se ti senti dire una cosa spiacevole e ne provi indignazione, cerca di frenarti, e non permettere che dalla tua bocca esca qualche espressione scomposta od ingiusta, che possa scandalizzare le anime semplici.

L’eccitazione insorta nell'animo ben presto si calmerà e l'intimo rammarico si mitigherà con il ritorno della grazia. Io sono sempre vivo - dice il Signore - pronto ad aiutarti e a consolarti più del solito, se avrai avuto confidenza in Me e se Mi avrai devotamente invocato. Devi avere un animo più calmo e disporti ad una maggiore sopportazione. Se ti senti spesso tribolato o gravemente tentato, non è tutto perduto. Uomo sei, non Dio; carne sei, non Angelo. Come potresti mantenerti sempre nello stesso stato di virtù, se questa perseveranza è venuta meno ad un Angelo, in Cielo, e al primo uomo nel Paradiso terrestre? Sono Io colui che rialza e solleva gli afflitti; colui che innalza fino alla mia Divinità quelli che riconoscono la loro debolezza.

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore, sia benedetta la tua parola, più dolce alle mie labbra del miele che stilla dal favo. Che potrei io fare in mezzo a cosi grandi tribolazioni e nei miei affanni, se Tu non mi confortassi con le tue sante parole? Purché io giunga, alla fine, al porto della salvezza, che cosa importa quali e quanto gravi patimenti avrò dovuto soffrire? Concedimi un felice compimento, un felice transito da questo mondo! RicordaTi di me, Dio mio, e guidami per retto cammino nel tuo Regno! Amen.