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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Chiesa di Dio, tu sei la madre mia migliore. Tuo compito è educare le anime e farle crescere. Gesù, ti prego per la Chiesa intera. Concedile l'amore e la luce del tuo Spirito. Rendi efficaci le parole dei sacerdoti, affinché spezzino anche i cuori più induriti e li facciano tornare a te. Signore, dacci sacerdoti santi. Tu stesso conservali nella santità. La potenza della tua misericordia li accompagni e li custodisca contro le insidie che il demonio non cessa di tendere all'anima di ogni sacerdote. La potenza della tua misericordia, o Signore, distrugga tutto ciò che offusca la santità del prete. In particolare ti chiedo, Gesù, di benedire i sacerdoti dai quali mi confesserò nella mia vita.

LETTURE A CASO

Mc 14,1-72

1Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo. 2Dicevano infatti: "Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo".

3Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo. 4Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: "Perché tutto questo spreco di olio profumato? 5Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!". Ed erano infuriati contro di lei.

6Allora Gesù disse: "Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; 7i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. 8Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto".

10Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù. 11Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: "Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?". 13Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo 14e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi". 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.

17Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. 18Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: "In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà". 19Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: "Sono forse io?". 20Ed egli disse loro: "Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto. 21Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!".

22Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo". 23Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. 25In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio".

26E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 27Gesù disse loro: "Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto:

Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.

28Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea". 29Allora Pietro gli disse: "Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò". 30Gesù gli disse: "In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte". 31Ma egli, con grande insistenza, diceva: "Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.

32Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate". 35Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. 36E diceva: "Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu". 37Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole". 39Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. 40Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.

41Venne la terza volta e disse loro: "Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino".

43E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. 44Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta". 45Allora gli si accostò dicendo: "Rabbì" e lo baciò. 46Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. 47Uno dei presenti, estratta la spada, colpìigrave; il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio. 48Allora Gesù disse loro: "Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. 49Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!".

50Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. 51Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. 52Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.

53Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. 54Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. 55Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. 57Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58"Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo". 59Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. 60Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". 61Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?". 62Gesù rispose: "Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo
".

63Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? 64Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". Tutti sentenziarono che era reo di morte.

65Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: "Indovina". I servi intanto lo percuotevano.

66Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote 67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: "Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù". 68Ma egli negò: "Non so e non capisco quello che vuoi dire". Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. 69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: "Costui è di quelli". 70Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: "Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo". 71Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo che voi dite". 72Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: "Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte". E scoppiò in pianto.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 10, 27-30: Alle mie pecore io do la vita eterna.

2 Cor 10,1-18

1Ora io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo, io davanti a voi così meschino, ma di lontano così animoso con voi; 2vi supplico di far in modo che non avvenga che io debba mostrare, quando sarò tra voi, quell'energia che ritengo di dover adoperare contro alcuni che pensano che noi camminiamo secondo la carne. 3In realtà, noi viviamo nella carne ma non militiamo secondo la carne. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, 4ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, 5distruggendo i ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro la conoscenza di Dio, e rendendo ogni intelligenza soggetta all'obbedienza al Cristo. 6Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non appena la vostra obbedienza sarà perfetta.

7Guardate le cose bene in faccia: se qualcuno ha in se stesso la persuasione di appartenere a Cristo, si ricordi che se lui è di Cristo lo siamo anche noi. 8In realtà, anche se mi vantassi di più a causa della nostra autorità, che il Signore ci ha dato per vostra edificazione e non per vostra rovina, non avrò proprio da vergognarmene. 9Non sembri che io vi voglia spaventare con le lettere! 10Perché "le lettere - si dice - sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa". 11Questo tale rifletta però che quali noi siamo a parole per lettera, assenti, tali saremo anche con i fatti, di presenza.

12Certo noi non abbiamo l'audacia di uguagliarci o paragonarci ad alcuni di quelli che si raccomandano da sé; ma mentre si misurano su di sé e si paragonano con se stessi, mancano di intelligenza. 13Noi invece non ci vanteremo oltre misura, ma secondo la norma della misura che Dio ci ha assegnato, sì da poter arrivare fino a voi; 14né ci innalziamo in maniera indebita, come se non fossimo arrivati fino a voi, perché fino a voi siamo giunti col vangelo di Cristo. 15né ci vantiamo indebitamente di fatiche altrui, ma abbiamo la speranza, col crescere della vostra fede, di crescere ancora nella vostra considerazione, secondo la nostra misura, 16per evangelizzare le regioni più lontane della vostra, senza vantarci alla maniera degli altri delle cose già fatte da altri.

17Pertanto chi si vanta, si vanti nel Signore; 18perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.


Il lavoro dei monaci: Riepilogo delle argomentazioni.

23. 30. In conclusione – per riassumere in breve ogni cosa – i nostri riveriti monaci che da una falsa interpretazione del vangelo pretendono valersi per falsare anche il senso dei comandi quanto mai espliciti dell’apostolo Paolo, debbono o non darsi cura alcuna per il loro domani, come fanno gli uccelli dell’aria, o stare agli ordini dell’Apostolo come si conviene a figli ben amati; o, più esattamente, debbono rispettare e l’uno e l’altro precetto, dato che tutt’e due si armonizzano perfettamente. Non potrebbe infatti Paolo, servo di Gesù Cristo, inculcare una dottrina in contrasto con quella del suo Signore. Ci sia lecito, pertanto, cantarla chiara ai nostri amici. Se voi vi appellate agli uccelli dell’aria di cui parla il vangelo e li prendete a modello per sottrarvi al lavoro manuale da cui ricavare vitto e vestito, non dovete nemmeno far delle provviste per il domani, come fanno gli uccelli che non ammucchiano nulla per il loro domani. Che se poi il mettere da parte e provvedersi per l’avvenire non è in contrasto con il Vangelo, ove s’ingiunge di guardare gli uccelli dell’aria e come essi non seminino né mietano né riempiano i magazzini, dovete anche ammettere che, almeno in linea di possibile, non è in contrasto con il vangelo né disdice con l’immagine che esso presenta degli uccelli del cielo procurarsi mediante il lavoro il sostentamento per la vita terrena soggetta alle esigenze della materia.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: RINNEGARE NOI STESSI ED IMITARE CRISTO PORTANDO LA CROCE

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, quanto sarai capace di uscire da te stesso, tanto potrai passare in Me. Come il non desiderare nulla dei beni esterni produce pace interiore, così il distacco interiore da se stessi unisce a Dio. Voglio che tu impari il perfetto rinnegamento di te, rassegnandoti alla mia volontà, senza obiezioni e lamenti. "SeguiMi" (Mt 9,9). "Io sono la Via, la Verità e la Vita" (Gv 14,6). Senza via non si va avanti, senza verità non si conosce, senza vita non si vive. Io sono la Via che tu devi seguire, la Verità alla quale tu devi credere, la Vita che tu devi sperare. Io sono la Via dalla quale non si può deviare, la Verità infallibile, la Vita che non ha termine.

Io sono la Via più dritta, la Verità suprema, la Vita vera, beata, increata. Se rimarrai nella mia Via, conoscerai la Verità, e la Verità ti farà libero; così conseguirai la vita eterna. "Se vuoi entrare nella Vita, osserva i Comandamenti" (Mt 19,17). Se vuoi conoscere la Verità, credi a Me. "Se vuoi essere perfetto, vendi ogni cosa" (Mt 19,21). Se vuoi essere mio discepolo, rinnega te stesso. Se vuoi avere la vita eterna, disprezza la vita presente. Se vuoi essere esaltato in Cielo, umiliati in questo mondo. Se vuoi regnare con Me, porta con Me la croce. Solo i servi della croce trovano la via della beatitudine e della vera luce.

PAROLE DEL DISCEPOLO O Signore Gesù, poiché la via che Tu hai percorso fu stretta e disprezzata dal mondo, concedimi che, disprezzando il mondo, io possa imitarTi. Infatti, "un discepolo non è da più del maestro nè un servo da più del suo padrone" (Mt 10,24). Si eserciti il tuo servo alla scuola della tua vita, perché in essa sta la mia salvezza e la vera santità. Qualunque cosa io legga od ascolti, fuori di essa, non mi può dare ristoro né gioia completa.

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, poiché tu sai ed hai letto tutte codeste cose, sarai beato se le avrai messe in pratica. "Chi accoglie i miei Comandamenti e li osserva, questi Mi ama, e anch'Io lo amerò e Mi manifesterò a lui" (Gv 14,21) e lo farò sedere con Me nel Regno del Padre mio.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore Gesù, come hai detto e promesso, così sia fatto veramente, e che io possa meritarlo! Ho ricevuto la croce, l'ho ricevuta dalle tue mani; la porterò, la porterò fino alla morte, come Tu m'hai comandato. È, veramente, la croce la vita d'un buon monaco; ma la croce è guida al Paradiso. Ormai s'è cominciato; non è lecito tornare indietro né abbandonare l'opera. Suvvia, fratelli, procediamo insieme; Gesù sarà con noi! Per amore di Gesù abbiamo preso su di noi questa croce; per amore di Gesù continuiamo a portarla. Il nostro aiuto sarà chi ci guida e precede. Ecco: il nostro Re cammina in testa a noi; Egli combatterà per noi! Seguiamolo coraggiosamente! Nessuno abbia paura! Siamo pronti a morire da valorosi in guerra e non infliggiamo al nostro buon nome l'onta d'una fuga delittuosa.