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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Se Dio ci regalasse l'intero universo con tutti i suoi tesori, tutto ciò non sarebbe paragonabile alla più lieve sofferenza. Che grazia quando al mattino non ci sentiamo un briciolo di coraggio, un briciolo di forza per praticare la virtù! Allora è il momento di mettere la scure alla radice dell'albero (Mt. 3, 10). Invece di perdere il tempo a racimolare qualche povera pagliuzza, affondiamo le mani nei diamanti!

LETTURE A CASO

Mc 6,1-56

1Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. 2Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. 4Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". 5E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

7Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. 11Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". 12E partiti, predicavano che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

14Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". 15Altri invece dicevano: "È Elia"; altri dicevano ancora: "È un profeta, come uno dei profeti". 16Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!".

17Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. 18Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". 19Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, 20perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

21Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. 22Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". 23E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". 24La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". 25Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". 26Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. 27Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. 28La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. 29I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. 31Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. 32Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.

33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. 34Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: "Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; 36congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare". 37Ma egli rispose: "Voi stessi date loro da mangiare". Gli dissero: "Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?". 38Ma egli replicò loro: "Quanti pani avete? Andate a vedere". E accertatisi, riferirono: "Cinque pani e due pesci". 39Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. 40E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. 41Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. 42Tutti mangiarono e si sfamarono, 43e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. 44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

45Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. 46Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare. 47Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. 48Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. 49Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: "È un fantasma", e cominciarono a gridare, 50perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: "Coraggio, sono io, non temete!". 51Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi, 52perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.

53Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. 54Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, 55e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. 56E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 8,1-11: Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

At 26,1-32

1Agrippa disse a Paolo: "Ti è concesso di parlare a tua difesa". Allora Paolo, stesa la mano, si difese così: 2"Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi discolpare da tutte le accuse di cui sono incriminato dai Giudei, oggi qui davanti a te, 3che conosci a perfezione tutte le usanze e questioni riguardanti i Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza. 4La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei; 5essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione. 6Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri, 7e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. Di questa speranza, o re, sono ora incolpato dai Giudei! 8Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i morti?

9Anch'io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno, 10come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l'autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch'io ho votato contro di loro. 11In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all'eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere.

12In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno 13vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. 14Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo. 15E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti. 16Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. 17Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando 18ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me.

19Pertanto, o re Agrippa, io non ho disobbedito alla visione celeste; 20ma prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di convertirsi e di rivolgersi a Dio, comportandosi in maniera degna della conversione. 21Per queste cose i Giudei mi assalirono nel tempio e tentarono di uccidermi. 22Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, 23che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani".

24Mentr'egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: "Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!". 25E Paolo: "Non sono pazzo, disse, eccellentissimo Festo, ma sto dicendo parole vere e sagge. 26Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso che niente di questo gli sia sconosciuto, poiché non sono fatti accaduti in segreto. 27Credi, o re Agrippa, nei profeti? So che ci credi". 28E Agrippa a Paolo: "Per poco non mi convinci a farmi cristiano!". 29 E Paolo: "Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che non soltanto tu, ma quanti oggi mi ascoltano diventassero così come sono io, eccetto queste catene!".

30Si alzò allora il re e con lui il governatore, Berenìce, e quelli che avevano preso parte alla seduta 31e avviandosi conversavano insieme e dicevano: "Quest'uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o le catene". 32E Agrippa disse a Festo: "Costui poteva essere rimesso in libertà, se non si fosse appellato a Cesare".


I Lettera ai Corinti: XL. I tempi stabiliti

1. Sono per noi evidenti queste cose e siamo scesi nelle profondità della conoscenza divina. Dobbiamo fare con ordine tutto quello che il Signore ci comanda di compiere nei tempi fissati. 2. Egli ci prescrisse di fare le offerte e le liturgie, e non a caso o senz'ordine, ma in circostanze ed ore stabilite. 3. Egli stesso con la sua sovrana volontà determina dove e da chi vuole siano compiute, perché ogni cosa fatta santamente con la sua santa approvazione sia gradita alla sua volontà. 4. Coloro che fanno le loro offerte nei tempi fissati sono graditi e amati. Seguono le leggi del Signore e non errano. 5. A1 gran sacerdote sono conferiti particolari uffici liturgici, ai sacerdoti è stato assegnato un incarico specifico e ai leviti incombono propri servizi. I1 laico è legato ai precetti laici.

(Autore: San Clemente Romano)

L'imitazione di Cristo: LA VIA MAESTRA DELLA SANTA CROCE

Sembrano dure a molti queste parole: "Rinnega te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù" (Mt 16,24). Ma molto più duro sarà sentire, un giorno, quella sentenza inesorabile: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno" (Mt 25,41). Ma coloro che ascoltano ora volentieri la parola della Croce e la seguono, non temeranno di sentire in quel momento quella dell'eterna dannazione. Ci sarà nel cielo questo segno della Croce, quando il Signore verrà a giudicare. Allora, tutti i servi della Croce, che in vita si conformarono al Crocifisso, s'accosteranno con grande fiducia a Cristo giudice. Perché, dunque, temi di prendere sulle tue spalle la Croce, per mezzo della quale si ascende al Regno?

Nella Croce è la salvezza, nella Croce è la vita, nella Croce è la difesa dai nostri nemici, dalla Croce sgorga la soavità celeste, nella Croce è la forza della mente, nella Croce è la gioia dello spirito: nella Croce è la pienezza della virtù, nella Croce è la perfezione della santità.

Non c'è per l'anima salvezza, non c'è speranza di vita eterna, se non nella Croce. Prendi, dunque, la tua croce e segui Gesù, ed arriverai alla vita eterna. Egli ti ha preceduto "portando la Croce" (Gv 19,17), ed è morto sulla Croce per te, perché anche tu porti la tua e desideri di morirvi sopra. lnfatti, se sarai morto insieme con Lui, con Lui avrai parimenti la vita; e se Gli sarai stato compagno nella sofferenza, lo sarai pure nella gloria.

Ecco, dunque: tutto dipende dalla croce e tutto consiste nel morirvi; e non c'è altra via per giungere alla vita ed alla vera pace interiore, se non la via della santa croce e della mortificazone quotidiana. Va' dove vuoi, cerca quello che vuoi, ma non troverai, in alto, una via più sublime né, in basso, una via più sicura di quella della santa croce.

Predisponi pure ed ordina tutto secondo il tuo volere e le tue vedute, ma non troverai altro che dover sempre patire qualche cosa, volentieri o no; e così, troverai sempre la croce. lnfatti, o proverai dolori nel corpo o dovrai soffrire pene spirituali nell'anima. Talora sarai abbandonato da Dio, talora t'affliggerà il prossimo; quel che è peggio, sarai spesso di peso a te stesso. E tuttavia, non potrai trovare rimedio che ti liberi o conforto che ti dia sollievo: bisogna che tu soffra fino a che Dio lo vorrà. Dio, infatti, vuole che tu impari a soffrire dolori senza conforti, che ti sottometta pienamente a Lui e che per mezzo della sofferenza tu diventi più umile. Nessuno sente tanto viva nel cuore la Passione di Cristo, quanto colui al quale sia toccato di patire qualche cosa di simile.

La croce, dunque, è sempre pronta e ti aspetta dappertutto. Non puoi sfuggirla, dovunque tu corra a rifugiarti, perché, in qualunque luogo giungerai, tu porterai te stesso e troverai sempre te stesso. Volgi lo sguardo in alto od in basso, fuori o dentro di te: dappertutto troverai la croce; e dappertutto è necessario che tu porti pazienza, se vuoi avere la pace interiore e meritare il premio eterno. Se porti la croce di buon animo, essa a sua volta porterà te e ti condurrà alla sospirata mèta, dove, cioè, avrà fine la sofferenza, che quaggiù non avrà mai termine.

Se, invece, la porti di malavoglia, ti crei un peso che ti sarà più grave; e tuttavia, bisogna che tu lo regga. Se scansi una croce, ne troverai senza dubbio un'altra e, forse, più pesante. Credi tu di poterti sottrarre a ciò che nessuno tra i mortali mai poté evitare? Quale Santo fu in questo mondo senza croce e senza tribolazione? Nemmeno Gesù Cristo, Signor nostro, finché visse, fu un'ora sola senza i dolori della Passione. "Bisognava - disse - che il Cristo patisse, risorgesse dai morti ed entrasse, così, nella sua gloria" (Lc 24,26).

E come vuoi tu cercare un'altra via, diversa da quella maestra, che è la via della Santa Croce? Tutta quanta la vita di Cristo fu croce e martirio; e tu cerchi per te riposo e gioia? Sbagli, sbagli se cerchi cosa diversa dal patire tribolazioni, perché tutta questa vita mortale è piena di miseria e segnata tutt'intorno da croci. E quanto più uno sarà salito in alto nella vita dello spirito, tanto più pesanti saranno le croci che troverà, perché la pena del suo esilio cresce insieme con l'amore di Dio.

Costui, però, sebbene così provato da molteplici afflizioni, non manca di sollievo e di conforto, perché sente che, sopportando la sua croce, cresce per lui un frutto grandissImo. lnfatti, mentre si sottopone spontaneamente alla croce, tutto il peso della tribolazione gli si tramuta in fiducia di conforto divino. E quanto più la carne è macerata dall'afflizione, tanto più lo spirito rinvigorisce per la grazia interiore. E qualche volta, anzi, si sente così sostenuto nel desiderare tribolazioni ed avversità per amore di conformarsi alla Croce di Cristo, che non vorrebbe trovarsi senza dolore e tribolazione, perché è convinto d'essere tanto più accetto a Dio, quanto più numerosi e gravosi sono i sacrifici che potrà sopportare per Lui. Ciò, però, non è effetto di virtù umana, ma della Grazia di Cristo, la quale nella nostra fragile carne può ed opera tali prodigi, che l'uomo intraprende ed ama con spirito di fervore quello da cui, per natura, aborre e rifugge.

Non è secondo la natura umana portare la croce, amare la croce, mortificare il corpo e ridurlo in schiavitù; fuggire gli onori, sopportare di buon animo le offese, disprezzare se stesso e desiderare d'essere disprezzato; soffrire con proprio danno ogni genere di contrarietà e non desiderare in questo mondo alcuna prosperità.Se guardi soltanto a te stesso, non potrai fare, da solo, nulla del genere. Ma se confidi nel Signore, te ne sarà data la forza dal Cielo, e il mondo e la carne s'assoggetteranno al tuo comando. E neppure temerai il diavolo, tuo nemico infernale, se ti sarai armato di fede e se avrai come insegna la Croce di Cristo. Disponiti, dunque, da buono e fedele servo di Cristo, a portare con coraggio la Croce del Signore tuo, crocifisso per amore tuo.

Preparati a sopportare molte avversità e disagi di vario genere in questa misera vita, perché così sarà per te dovunque sarai; e questo, di fatto, troverai in qualunque angolo sia andato a nasconderti. Bisogna che sia così. Non c'è rimedio o scappatoia dalle tribolazioni dei mali e dal dolore, se non quello d'aver pazienza con te stesso. Bevi con avidità il calice del Signore, se desideri esserGli amico e aver parte con Lui. Per le consolazioni, rimettiti a Dio: ne disponga Lui, come meglio Gli sarà piaciuto. Ma per parte tua, sii disposto a sopportare le tribolazioni e considerale come grandissime consolazioni, "perché le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura" (Rm 8,18) che ti procureranno, anche se tu, da solo, potessi sopportarle tutte.

Quando sarai giunto a questa disposizione, cioè che la sofferenza ti sia dolce e saporosa per amore di Cristo, allora pensa di stare bene con te stesso, perché hai trovato il paradiso in terra. Ma finché la sofferenza ti pesa e cerchi d'evitarla, tu sarai sempre come un arnmalato, e la tribolazione, da cui rifuggi, ti verrà dietro dovunque tu vada. Se, invece, ti adatti a quello che è tuo dovere, cioè a patire e a morire, ti sentirai presto meglio e troverai pace.

Anche se tu fossi rapito al terzo Cielo come Paolo, non potresti, per questo, ritenerti al sicuro dal sopportare alcuna contrarietà. "Io - disse Gesù - gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome" (At 9,16). Dunque, non ti resta che soffrire, se vuoi amare Gesù ed essere suo servo in eterno. Oh, fossi tu degno di patire qualche cosa per il nome di Gesù! Quanto grande gloria sarebbe per te, quanta esultanza ne avrebbero tutti i Santi di Dio, e quanta edificazione ne ricaverebbe il tuo prossimo! Tutti fanno l'elogio della pazienza, ma pochi sono quelli che vogliono patire. Sarebbe ben giusto che tu patissi un poco, per Cristo, quando molti sopportano sacrifici più gravosi per il mondo. Tieni per certo che tu devi condurre una vita che sia un continuo morire a te stesso.

E quanto più uno muore a se stesso, tanto più comincia a vivere per Dio. Nessuno diventa idoneo a comprendere le cose celesti, se prima non si sia assoggettato a sopportare per Cristo le avversità. Niente è più gradito a Dio, niente è per te più salutare in questo mondo, che soffrire volentieri per Cristo. E se spettasse a te la scelta, dovresti desiderare di sopportare le sofferenze per Cristo, piuttosto che d'essere allietato da molte consolazioni, perché, così, saresti più simile a Cristo e più conforme a tutti i Santi. lnfatti, il merito nostro ed il profitto della nostra condizione spirituale non consistono nell'abbondanza delle soavi consolazioni, ma piuttosto nella sopportazione delle pesanti difficoltà e pene. E se ci fosse stato qualche cosa di meglio e di più utile della sofferenza per la salvezza degli uomini, Cristo certamente ce lo avrebbe indicato con la parola e con l'esempio.

Infatti, e ai discepoli che Lo seguivano e a tutti quelli che desiderano seguirLo, rivolge chiaramente l'esortazione a portare la croce, e dice: "Se qualcuno vuole seguirmi, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16,24). Dunque: lette attentamente e meditate tutte queste cose, la conclusione finale sia questa, che "è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio"(At 14,21).