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Mercoledi, 1 maggio 2024 - Misteri gloriosi - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Tutto va bene se portiamo bene la nostra croce.

LETTURE A CASO

Mc 8,1-38

1In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: 2"Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. 3Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano". 4Gli risposero i discepoli: "E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?". 5E domandò loro: "Quanti pani avete?". Gli dissero: "Sette". 6Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. 7Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli. 8Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. 9Erano circa quattromila. E li congedò.

10Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta.

11Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. 12Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione". 13E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda.

14Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. 15Allora egli li ammoniva dicendo: "Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!". 16E quelli dicevano fra loro: "Non abbiamo pane". 17Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: "Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? 18Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, 19quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?". Gli dissero: "Dodici". 20"E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?". Gli dissero: "Sette". 21E disse loro: "Non capite ancora?".

22Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. 23Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: "Vedi qualcosa?". 24Quegli, alzando gli occhi, disse: "Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano". 25Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. 26E lo rimandò a casa dicendo: "Non entrare nemmeno nel villaggio".

27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: "Chi dice la gente che io sia?". 28Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti". 29Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". 30E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.

31E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. 32Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".

34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. 36Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? 37E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? 38Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 14, 15-16. 23-26: Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.

Ef 2,1-22

1Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, 2nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. 3Nel numero di quei ribelli, del resto, siamo vissuti anche tutti noi, un tempo, con i desideri della nostra carne, seguendo le voglie della carne e i desideri cattivi; ed eravamo per natura meritevoli d'ira, come gli altri. 4Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, 5da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. 6Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, 7per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.

8Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; 9né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. 10Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.

11Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi perché tali sono nella carne per mano di uomo, 12ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo. 13Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo.

14Egli infatti è la nostra pace,
colui che ha fatto dei due un popolo solo,
abbattendo il muro di separazione che era frammezzo,
cioè l'inimicizia,
15annullando, per mezzo della sua carne,
la legge fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
16e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
distruggendo in se stesso l'inimicizia.
17Egli è venuto perciò ad annunziare pace
a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini.
18Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.

19Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. 21In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.


Trattato della sobrietà e della custodia del cuore: Estratto della vita dei nostri santi padri: Dalla lettera di Marco a Nicola

Vuoi figlio, possedere in te stesso una fiamma di conoscenza spirituale per camminare senza inciampi nella profonda notte di quest'era, ed avere il tuo passo sorretto dal Signore e desideri anche con fede ardente seguire la via del vangelo, cioè la pratica dei perfetti comandamenti evangelici con la pi— viva fede e la preghiera? Ti esporrò una meravigliosa via o scoperta spirituale. Essa non richiede nè fatica fisica, nè combattimento corporale, ma un travaglio spirituale. Un'attenzione della mente sostenuta dal timore e dall'amore di Dio. Con questa via metterai in fuga con facilità la schiera dei nemici. Se vuoi raggiungere la vittoria sulle passioni, rientra in te stesso con la preghiera e il soccorso di Dio, e discendendo nelle profondità del cuore cerca di scoprire le tracce di questi tre robusti giganti: l'oblio, l'ozio e l'ignoranza. Essi sono la testata di ponte degli invasori della mente, ed aprono il varco alle altre malvagie passioni che agiscono, vivono e diventano forti nell'anima di chi ama i piaceri. Ma tu, individuati questi tre giganti malefici e ignorati dai più, con severa vigilanza e controllo della mente, sostenuto dall'aiuto che viene dall'alto, li potrai vincere non interrompendo mai la preghiera e la vigilanza. Il tuo impegno nella ricerca della vera sapienza, nel tener sempre presente la parola di Dio e nel mantenere l'accordo tra la volontà e la vita, insieme alla costante vigilanza del cuore, dono dell'attivo potere della grazia, cancellerà le ultime tracce dell'oblio, dell'ozio e dell'ignoranza. Non vedi l'accordo delle parole spirituali? E come sapientemente ci espongono la scienza della preghiera? Ascolta anche i seguenti autori che ci espongono identici pensieri.

(Autore: Niceforo il solitario)

L'imitazione di Cristo: COME REAGIRE ALLE TENTAZIONI

Fino a che viviamo in questo mondo, non possiamo andare esenti da tribolazioni e tentazioni. Perciò, nel libro di Giobbe sta scritto: "La vita dell 'uomo sulla terra è una continua tentazione" (Gb 7,1). Ognuno, quindi, dovrebbe stare in guardia contro le tentazioni e vigilare pregando, perché non lo sorprenda il demonio, che non sonnecchia mai, ma "giri intorno, cercando chi divorare" (1Pt 5,8). Nessuno è così perfetto e così santo, che non abbia talvolta delle tentazioni; non possiamo esserne del tutto esenti. Eppure, le tentazioni, sebbene moleste e gravi, sono spesso molto utili all'uomo, perché in esse s'umilia, si purifica, si fa un'esperienza. Tutti i Santi passarono attraverso molte tribolazioni e tentazioni, traendone grande profitto.

Coloro, invece, che non seppero reggere ad esse, si traviarono e si dannarono. Non c'è Ordine religioso così santo né luogo così appartato, in cui non si trovino tentazioni o contrarietà. L’uomo, finché vive, non ne è mai totalmente al sicuro, perché è dentro di noi il germe: la concupiscenza, nella quale siamo nati.

Quando una tentazione od una tribolazione se ne va, ecco che un'altra ne sopraggiunge, e così avremo sempre qualche cosa da patire; infatti, abbiamo perduto il primitivo stato della nostra felicità. Molti cercano di fùggire le tentazioni, ed invece vi cadono anche più dolorosamente di prima. Con la sola fuga non possiamo vincerle, ma con la pazienza e con la vera umiltà diventiamo più forti di tutti i nostri nemici. Chi le schiva soltanto in modo superficiale e non ne estirpa la radice, otterrà scarso risultato; anzi, le tentazioni gli torneranno più presto, e si sentirà peggio di prima. A poco a poco, con la pazienza, con la costanza e con l'aiuto di Dio, potrai superarle meglio che con l'essere duro e uggioso con te stesso. Nella tentazione chiedi spesso consiglio e, quando qualcuno è tentato, non usare con lui maniere aspre, ma porgigli conforto, come tu desidereresti fosse fatto a te.

Principio di tutte le cattive tentazioni sono la volubilità dell'animo e la poca confidenza in Dio. Infatti, come una nave senza timone è sballottata qua e là dalle onde, così l'uomo, che si lascia andare e che abbandona i suoi propositi, va soggetto a tentazioni di vario genere.

Come il fuoco mette a prova il ferro, così la tentazione mette a prova l'uomo giusto. Spesso noi non sappiamo valutare le nostre forze, ma la tentazione ci rivela quello che siamo. Bisogna, però, essere molto vigilanti, specialmente al primo sorgere della tentazione, perché il nemico si vince più facilmente quando non gli si permette di varcare l'ingresso dell'anima, ma, al primo bussare, gli si va incontro fuori della soglia. Perciò, fu detto: "Reagisci ai primi sintomi del male; troppo tardiva è la medicina propinata, quando il male, per lungo indugio, ha preso forza" (Ovidio).

Infatti, alla mente s'affaccia dapprima un semplice pensiero, poi una vivida immaginazione, quindi il compiacimento, il movimento perverso, il consenso. E così, a poco a poco, il nemico maligno, al quale non si resiste fin da principio, entra del tutto nell'anima. E quanto più a lungo uno si sarà intorpidito nella reazione, tanto più debole diventa ogni giorno, mentre il nemico si fa più potente contro di lui. Alcuni soffrono tentazioni più violente all'inizio della loro conversione; altri, invece, alla fine della vita. Alcuni, poi, ne devono soffrire per quasi tutta la vita.

Alcuni sono tentati piuttosto leggermente, secondo la sapienza e l'equità ordinatrici di Dio, che soppesa le condizioni ed i meriti degli uomini e preordina tutto alla salvezza dei suoi eletti. Perciò, quando siamo tentati, non dobbiamo disperare, ma tanto più fervorosamente dobbiamo pregare Dio, perché si degni di aiutarci in ogni prova; ed il Signore, come dice San Paolo, con la tentazione ci darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla (1Cor 10,13).

Dunque, in ogni tentazione ed in ogni tribolazione umiliamo le nostre anime sotto la mano di Dio, perché Egli salverà ed esalterà gli umili di spirito. Nelle tentazioni e nelle tribolazioni si prova quanto profitto spirituale ha fatto l'uomo; in esse il merito s'accresce e la virtù risplende più luminosa. Non è gran cosa se un uomo sia devoto e fervoroso, quando non soffre contrarietà; ma, se in tempo d'avversità resiste pazientemente, dà speranza d'un notevole perfezionamento. Alcuni sanno premunirsi dalle tentazioni gravi, ma si lasciano spesso vincere da quelle piccole d'ogni giorno, perché, cosi umiliati, non insuperbiscano mai nei gravi pericoli, essi, che nelle piccole prove sono cosi deboli.