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Sabato, 4 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Ciriaco ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:L'umanità vuole la sua parte. Anche Maria, la Madre di Gesù, sapeva che attraverso la morte di lui si operava la redenzione del genere umano, eppure ella stessa ha pianto e sofferto, e quanto sofferto.

LETTURE A CASO

Lc 21,1-38

1Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. 2Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli 3e disse: "In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. 4Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere".

5Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: 6"Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". 7Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?".

8Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. 9Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine".

10Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, 11e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. 12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. 13Questo vi darà occasione di render testimonianza. 14Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti per causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. 19Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.

20Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. 21Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; 22saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia.

23Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti.

25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

27Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.

28Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina".

29E disse loro una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; 30quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. 31Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 32In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. 33Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

34State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo".

37Durante il giorno insegnava nel tempio, la notte usciva e pernottava all'aperto sul monte detto degli Ulivi. 38E tutto il popolo veniva a lui di buon mattino nel tempio per ascoltarlo.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 10, 27-30: Alle mie pecore io do la vita eterna.

Gal 6,1-18

1Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione. 2Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo. 3Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stesso. 4Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non negli altri troverà motivo di vanto: 5ciascuno infatti porterà il proprio fardello.

6Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo istruisce. 7Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. 8Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. 9E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo. 10Poiché dunque ne abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede.

11Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, ora, di mia mano. 12Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. 13Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne. 14Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 15Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. 16E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. 17D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.

18La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: ...e nella varia durata delle guerre.

22. Altrettanto si dica della durata delle guerre, e cioè che l'una duri poco e l'altra più a lungo, perché è nel suo arbitrio, giusto giudizio e clemenza di abbattere e di risollevare la razza umana. Furono condotte a termine con incredibile celerità e in breve da Pompeo la guerra dei pirati e da Scipione la terza guerra punica. Anche la guerra dei gladiatori fuggitivi, sebbene fossero sconfitti molti condottieri romani e due consoli e l'Italia fosse ridotta all'estrema desolazione, ebbe termine dopo molte distruzioni al terzo anno. I Piceni, i Marsi e i Peligni, popolazioni non straniere ma italiche, dopo una lunga e fedele soggezione al giogo romano, tentarono di sollevarsi per conquistare la libertà. Erano state già assoggettate molte nazioni all'impero romano ed era stata già distrutta Cartagine. In questa guerra detta italica i Romani furono più volte sconfitti, vi morirono due consoli e altri nobili senatori. Tuttavia il disastro non si trascinò a lungo perché ebbe fine al quinto anno. Ma la seconda guerra punica indebolì e quasi logorò la potenza romana per diciotto anni con gravi rovine e sciagure; basti dire che in due battaglie caddero circa settantamila Romani. La prima guerra punica si protrasse per ventitré anni e quella mitridatica per quaranta. E affinché non si pensi che gli antichi Romani fossero più vigorosi nel condurre a termine più celermente le guerre nei tempi anteriori celebrati per ogni forma di valore, la guerra sannitica si trascinò per circa cinquanta anni. E in questa guerra i Romani furono sconfitti così duramente che vennero persino fatti passare sotto il giogo. Ma poiché non amavano la gloria per la giustizia ma amavano, come è evidente, la giustizia per la gloria non rispettarono il trattato di pace. Ricordo questi episodi perché molti che non conoscono la storia passata ed altri anche che fingono di non conoscerla, se vedono che nei tempi cristiani qualche guerra si trascina un po' più a lungo, immediatamente saltano su con enorme sfacciataggine contro la nostra religione, strepitando che se non vi fosse lei e si continuasse ad adorare le divinità nel vecchio rito, col celebre valore romano che con l'aiuto di Marte e di Bellona condusse a termine celermente tanto dure guerre, anche l'attuale finirebbe ben presto. I letterati dunque ricordino che dagli antichi Romani sono state fatte delle guerre molto lunghe con alterne vicende e con disastrose sconfitte. È sempre avvenuto che la terra, a guisa di mare in piena burrasca, sia flagellata dalla tempesta di simili malanni. Lo ammettano una buona volta, anche se non fa piacere, e non facciano del male a sé con discorsi insensati contro Dio e non ingannino gli illetterati.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'UOMO NON SI STIMI DEGNO DI CONSOLAZIONE, MA PIUTTOSTO MERITEVOLE DI CASTIGHI

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, non sono degno della tua consolazione né d'alcuna tua visita spirituale; e quindi, Tu operi giustamente con me, quando mi lasci nella povertà e nella desolazione. Anche se potessi versare un mare di lacrime, ancora non sarei degno della tua consolazione. Altro non merito che le tue percosse e le tue punizioni, perché T'ho offeso in materia grave e spesso, ed ho peccato molto in tante cose. Dunque, considerata realisticamente la mia condizione, neppure del più piccolo tuo conforto io sono degno. Ma Tu, o clemente e misericordioso Iddio, che non lasci perire le tue opere, "per far conoscere l'abbondanza della tua bontà verso di noi, vasi di misericordia" (Rm 9,23), Tu ti degni di consolare il tuo servo, anche di là d'ogni suo merito, oltre ogni umana misura. Le tue consolazioni, infatti, non somigliano ai vani discorsi degli uomini.

Che cosa ho fatto io, Signore, perché Tu mi conceda qualche celeste consolazione? Non rammento d'aver compiuto alcunché di buono; rammento, invece, d'essere stato sempre incline ai vizi e indolente a correggermi.È la verità, e non posso negarla. Se dicessi altrimenti, Tu sorgeresti contro di me per accusarmi, e non ci sarebbe chi prendesse le mie difese. Che cosa ho meritato con i miei peccati, se non l'Inferno ed il fuoco eterno? Lo confesso con sincerità: merito ogni genere d'obbrobrio e di disprezzo e non sono degno d'essere annoverato fra i tuoi fedeli. E sebbene queste parole riescano penose ai miei orecchi, pure, per amore di verità, mi farò accusatore contro me stesso dei miei peccati, per poter più facilmente ottenere la tua misericordia. Che cosa dirò io, peccatore quale sono, e pieno d'ogni vergogna? Non ho voce se non per dire soltanto questa parola: Ho. peccato, Signore, ho peccato; abbi pietà di me, perdonami! "Lasciami un poco; lascia ch'io sfoghi con il pianto il mio dolore, prima di scendere nella terra tenebrosa e coperta dalla caligine della morte" (Gb 10,20-22).

Che cosa domandi più di tutto al colpevole e misero peccatore, se non che si penta e s'umilii per le sue colpe? Dalla vera contrizione e dall'umiliazione del cuore nasce la speranza del perdono, trova quiete la coscienza sconvolta, si recupera la grazia perduta; l'uomo si munisce contro l'ira futura; Dio e l'anima penitente si corrono incontro, ricambiandosi il santo bacio. L’umile contrizione per i peccati, o Signore, è sacrificio a Te gradito, che emana al tuo cospetto una fragranza molto più soave del profumo dell'incenso. Questa è pure quel balsamo profumato, del quale hai voluto che fossero cosparsi i tuoi sacri piedi, perché Tu non hai mai disprezzato "un cuore contrito ed umiliato" (Sal 50,19). In quest'umile contrizione si trova rifugio dalla faccia irata del Nemico; in essa si lava e si purifica ogni impurità che l'anima da qualche parte ha contratto.