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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Ci sono situazioni che sono per noi una specie di spartiacque. Che fare? Abbandonarsi alla disperazione o continuare a sperare che un giorno potrebbe accendersi una luce? Per quanto provato Bartimeo, cieco, non si era rassegnato. La mancanza della vista aveva affinato il suo udito. Ha custodito nel cuore tutto ciò che aveva sentito dire di Gesù, al cui passaggio la vita di molti aveva ripreso a fioriere. "Passa Gesù!" - ha sentito dire. Bartimeo non si lascia sfuggire questa occasione. Ecco ciò che fa differenza nella nostra vita: la presenza di Gesù. Le nostre tenebre possono essere rischiarate dalla luce del Suo passaggio nella nostra vita. Continuiamo a custodire nel cuore tutto ciò che ci parla di Lui. Guai a spegnere quella nostalgia di Lui che portiamo dentro. Oggi passa il Signore! Non lasciarti sfuggire questa occasione!

LETTURE A CASO

Mt 27,1,66

1Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. 2Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani 4dicendo: "Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente". Ma quelli dissero: "Che ci riguarda? Veditela tu!". 5Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. 6Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: "Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue". 7E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi. 9Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, 10e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?". Gesù rispose "Tu lo dici". 12E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. 13Allora Pilato gli disse: "Non senti quante cose attestano contro di te?". 14Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.

15Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. 16Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. 17Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: "Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?". 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: "Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua". 20Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò: "Chi dei due volete che vi rilasci?". Quelli risposero: "Barabba!". 22Disse loro Pilato: "Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?". Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!". 23Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora urlarono: "Sia crocifisso!".

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: "Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!". 25E tutto il popolo rispose: "Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli". 26Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. 28Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto 29e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei!". 30E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. 33Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. 35Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. 36E sedutisi, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "Questi è Gesù, il re dei Giudei".

38Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: 40"Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". 41Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: 42"Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!". 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.

45Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!". 50E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

51Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. 53E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. 54Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!".

55C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

57Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatéa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 58Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo 60e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. 61Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: 63"Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. 64Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!". 65Pilato disse loro: "Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete". 66Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 11,3-7.17.20: Io sono la resurrezione e la vita.

Eb 3,1-19

1Perciò, fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo, 2il quale è fedele a colui che l'ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa. 3Ma in confronto a Mosè, egli è stato giudicato degno di tanta maggior gloria, quanto l'onore del costruttore della casa supera quello della casa stessa. 4Ogni casa infatti viene costruita da qualcuno; ma colui che ha costruito tutto è Dio. 5In verità Mosè fu fedele in tutta la sua casa come servitore, per rendere testimonianza di ciò che doveva essere annunziato più tardi; 6Cristo, invece, lo fu come figlio costituito sopra la sua propria casa. E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo.

7Per questo, come dice lo Spirito Santo:

Oggi, se udite la sua voce,
8non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione,
il giorno della tentazione nel deserto,
9dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova,
pur avendo visto per quarant'anni le mie opere.
10Perciò mi disgustai di quella generazione
e dissi: Sempre hanno il cuore sviato.
Non hanno conosciuto le mie vie.
11Così ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo
.

12Guardate perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. 13Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura quest'oggi, perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato. 14Siamo diventati infatti partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuta da principio. 15Quando pertanto si dice:

Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione
,

16chi furono quelli che, dopo aver udita la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto sotto la guida di Mosè? 17E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant'anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto? 18E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? 19In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede.


Protreptico ai Greci: Capitolo 9

E potrei addurti infiniti passi della Scrittura, dei quali neppure " una virgola passerà", che non sia compiuta; " giacchè la bocca del Signore", cioè lo Spirito Santo, " disse queste cose". " Non più far poco conto, dunque", dice, " o figlio mio, della punizione del Signore, Nè scoraggiarti quando sei da lui biasimato". Oh l'immenso amore per l'uomo! Non fa come il maestro con gli scolari, Nè come il padrone coi servi, Nè come Dio con gli uomini, ma "come un tenero padre ", che ammonisce i suoi figli. Quindi, Mosè confessa " di essere spaurito e tremante ", quando udiva parlare del Verbo; e tu, quando odi lo stesso Verbo divino, non sei preso da timore? Non sei turbato? Non stai in guardia e, nello stesso tempo, non ti affretti ad imparare, cioè non ti affretti verso la salvezza, temendo l'ira di Dio, amando la sua grazia, cercando ardentemente la speranza, per potere evitare il giudizio? Venite, venite, o miei giovani; "giacchè, se non diverrete di nuovo come i fanciulli e non sarete rigenerati", come dice la Scrittura, non potrete ricevere il Padre vero, "Nè entrerete mai nel regno dei cieli ". Come infatti è permesso di entrare allo straniero? Ma quando, credo, egli sarà iscritto e avrà la cittadinanza e riceverà il Padre, allora egli sarà "nelle cose del padre ", allora sarà stimato degno di ottenere l'eredità, allora parteciperà del regno paterno insieme col figlio legittimo, " l'amato ". Giacchè questa è la Chiesa primogenita, la quale è composta di molti buoni figliuoli. Questi sono "i primogeniti, che sono stati iscritti nella popolazione dei cieli", e celebrano solenni feste insieme con tante " miriadi di angeli ". Questi primogeniti figli siamo noi, che siamo gli alunni di Dio, i legittimi amici del suo " primogenito ", che primi fra tutti gli altri uomini abbiamo conosciuto Dio, che primi ci siamo distaccati dal peccato, primi ci siamo separati dal demonio. Ma ora, tanto più negatori di Dio sono taluni, quanto più amico degli uomini è Dio. Egli infatti da schiavi vuole che noi diventiamo suoi figli, questi anche di diventare suoi figli hanno disdegnato. O la grande follia! è del Signore che voi avete vergogna. Egli promette la libertà, ma voi fuggite verso la servitù. Largisce la salvezza, ma voi vi abbassate alla condizione umana. Dona la vita eterna, ma voi aspettate la sua punizione e preferite " il fuoco che il Signore preparò per il diavolo e i suoi angeli ". Per questo il beato Apostolo dice: " Attesto nel Signore che non più voi camminiate, come anche le Genti camminano, nella vanità della loro mente, essendo ottenebrate nel loro intelletto e alienate dalla vita di Dio, per l'ignoranza che è in esse a causa dell'indurimento del loro cuore; le quali, essendo divenute insensibili, si abbandonarono alla intemperanza per commettere ogni opera di impurità e di cupidigia". Quando un tale testimone biasima la stoltezza degli uomini e invoca il nome di Dio, che altro resta allora ai non credenti, se non il giudizio e la condanna? Ma il Signore non si stanca di ammonirli, di spaventarli, di esortarli, di incitarli, di riprenderli; desta gli uomini dal sonno e solleva dalle stesse tenebre quelli che hanno perduto la via giusta: "Dèstati ", dice, " tu che dormi, e risorgi dai morti, e splenderà sopra di te Cristo il Signore ", il sole della resurrezione, Egli che è nato " prima della stella dell'alba " e larg la vita coi suoi raggi. Nessuno dunque disprezzi il Verbo, per non disprezzare, senza accorgersene, se stesso. Dice infatti in un punto la Scrittura: "Oggi se ascolterete la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella esasperazione del giorno della tentazione nel deserto, dove i vostri padri tentarono me col mettermi alla prova". Se vuoi sapere che cosa è la " prova", te lo spiegherà lo Spirito Santo: " E videro le opere mie ", dice, " per quaranta anni; perciò mi indignai con questa generazione e dissi: sempre errano nel loro cuore, ma essi non conobbero le mie vie; cosicchè io giurai nella mia ira: essi non entreranno nel mio riposo ". Vedete la minaccia! vedete l'esortazione! vedete la punizione! Perchè dunque ancora mutiamo la grazia per l'ira, e non accogliamo con orecchie aperte il Verbo, e non ospitiamo nelle pure anime Dio? Giacchè grande è la grazia della sua promessa, se oggi ascolteremo la sua voce: e questo " oggi " si accresce giorno per giorno, finchè si dirà " oggi ". Fino alla consumazione di tutte le cose continua e 1'" oggi" e l'apprendimento; e allora il vero " oggi", l'indefettibile giorno di Dio, si estende insieme con gli evi. Ascoltiamo sempre, dunque, la voce del Verbo divino; giacchè l'"oggi" è immortale; è immagine degli evi, e simbolo della luce il giorno, e luce per gli uomini è il Verbo, per mezzo del quale noi contempliamo Dio. Ben a ragione, dunque, per quelli che credettero e che obbediscono la grazia sarà sovrabbondante, ma per quelli che non credettero e che errano nel cuore Nè conobbero le vie del Signore, che Giovanni ci ordinò di fare rette e di preparare, con costoro Dio si sdegnò e per essi non ha che minacce. E appunto il compimento della minaccia lo ricevettero per enigma i vecchi Ebrei erranti nel deserto: si dice infatti che essi a causa della incredulità non entrarono nel riposo, prima che, preso a seguire il successore di Mosè, benchè tardi, coi fatti compresero finalmente di non potersi salvare altrimenti che col credere come credette Gesù. Ma il Signore, essendo amante degli uomini, esorta tutti gli uomini " alla conoscenza della Verità", e per questo manda il Paracleto. Qual è dunque questa conoscenza? La pietà; "la pietà è utile a tutto", come dice Paolo, " Poichè ha la promessa della vita di ora e di quella futura ". Se si mettesse in vendita la salvezza eterna, o uomini, a qual prezzo, confessatelo, la comprereste? Neppure se uno misurasse tutto il Pattolo, il mitico fiume dell'oro, potrebbe contare un prezzo equivalente alla salvezza. Non perdetevi di coraggio, dunque: voi avete la possibilità, se lo volete, di comprare questa preziosissima salute col tesoro che vi è proprio, cioè con l'amore e la fede, che è il giusto prezzo della vita eterna. Questo prezzo Dio l'accetta volentieri. " Giacchè noi abbiamo sperato nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, e specialmente di quelli che credono". Gli altri, aggrappati al mondo, come certe alghe alle rocce marine, dell'immortalità fanno poco conto, come il vecchio Itacese desiderando, non la verità e la patria celeste e quella che è la vera luce, ma il fumo. La pietà, poi, consistendo nel rendere simile a Dio, per quanto è possibile, l'uomo, gli assegna come adatto maestro Dio, il solo, cioè, che possa realizzare degnamente questa rassomiglianza dell'uomo a Dio. Riconoscendo come veramente divino questo insegnamento, l'Apostolo dice: " Tu, o Timoteo, hai conosciuto finì da bambino le sacre lettere, che sono capaci di renderti sapiente verso la salvezza per mezzo della fede in Cristo". Giacchè realmente sacre sono le lettere, le quali ci rendono sacri e divini, e le scritture composte di queste lettere e sillabe sacre - cioè i libri sacri - lo stesso Apostolo in conseguenza le chiama "ispirate da Dio ", Poichè " sono utili per l'istruzione, per la confutazione, per la correzione, per l'educazione che è in giustizia, affinchè sia perfetto l'uomo di Dio, preparato per ogni opera buona ". Nessuno potrebbe essere così scosso dalle esortazioni degli altri santi, come da quelle del Signore stesso, che ama gli uomini; giacchè non altro che questo è il suo unico còmpito: la nostra salvezza. è lui stesso che grida, esortando alla salute: " Il regno dei cieli si è avvicinato". Egli converte gli uomini, quando essi si avvicinano a lui per il timore. E ugualmente l'Apostolo del Signore, esortando i Macedoni, si fa interprete della divina parola, dicendo: "Il Signore si è avvicinato; state attenti che non siamo trovati a mani vuote ". Ma voi siete a tal punto senza timore, o piuttosto senza fede, che non obbedite Nè allo stesso Signore Nè a Paolo, che pure è stato prigioniero per la causa di Cristo. "Gustate e vedete che Dio è buono ". La fede vi guiderà, l'esperienza vi insegnerà, la Scrittura vi educherà, "Udite qua, o figli - dicendo -, io vi insegnerò il timore del Signore ". Quindi brevemente aggiunge, come se si indirizzasse ad uomini che hanno già creduto, " Quale è l'uomo che vuole la vita, e ama vedere dei giorni buoni? ". Siamo noi, diremo, noi gli adoratori del bene, gli zelanti per le cose buone. Udite dunque, voi " che siete lontano", udite, "voi che siete vicino ". Il Verbo non è nascosto a nessuno; esso è una luce comune a tutti, splende per tutti gli uomini; nessuno è cimmerio nel Verbo. Affrettiamoci verso la salute, verso la resurrezione; affrettiamoci, noi che siamo molti, a riunirci in un solo amore, secondo l'unità dell'unica sostanza; perseguiamo similmente l'unità, con la pratica delle buone opere, cercando la buona monade. Ora, l'unità proveniente dalla pluralità, traendo una divina armonia dalla polifonia e dalla dispersione, diventa una sola sinfonia, che obbedisce a un solo corego e a un solo maestro, il Verbo, e che non cessa fino a quando abbia raggiunto la verità stessa, dicendo: " Abba padre ". Questa è la verace parola che Dio accetta di buon grado dai suoi figli, il primo frutto che Egli raccoglie da essi.

(Autore: Clemente alessandrino)

L'imitazione di Cristo: L'ASSOLUTO E TOTALE ABBADDONO DI SE STESSO, PER OTTENERE LA LIBERTÀ DEL CUORE

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, abbandona te stesso e troverai Me. Vivi rinunciando ad ogni libertà di scelta e ad ogni tua propria cosa, e guadagnerai sempre. Infatti, non appena avrai rinunciato a te stesso senza volere riattaccarti a te stesso, ti verrà data grazia più grande.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, quante volte dovrò fare questa rinuncia, e in quali cose dovrò distaccarmi da me stesso?

PAROLE DEL SIGNORE
Sempre e in ogni momento, così nel poco come nel molto. Non escludo nulla, voglio trovarti spoglio di tutto. Altrimenti, come sarà possibile che tu sia mio ed Io sia tuo, se dentro e fuori non ti sarai svestito d'ogni tua volontà? Quanto più presto farai ciò, tanto meglio ti troverai; e quanto più piena e sincera sarà stata la tua rinuncia, tanto più Mi sarai caro e tanto più grande profitto spirituale ne ricaverai. Alcuni rinunciano, ma con qualche riserva: non confidano pienamente in Dio, e quindi sono troppo solleciti di provvedere da sé a se stessi. Alcuni dapprima fanno offerta completa, ma poi, sotto la spinta della tentazione, ritornano a prendere quello che è loro proprio: perciò, non fanno alcun progresso nella virtù. Costoro non giungeranno alla vera libertà del cuore puro ed alla grazia della mia dolce intimità, se non dopo avere fatto totale rinuncia e quotidiana immolazione di sé, senza di che non sussiste e non sussisterà l'unione che gode del possesso di Me.

Io te l'ho detto tante volte ed ora te lo ripeto: abbandona te stesso, offriti a Me e godrai d'una grande pace interiore. Dà tutto per il Tutto: non cercare nulla, non richiedere nulla. Appoggiati interamente e senza esitazione a Me e Mi possederai. Allora il tuo cuore sarà libero e le tenebre non ti avvolgeranno. A questo sia rivolto ogni tuo sforzo; questo chiedi nella preghiera; questo devi desiderare, cioè di potere spogliarti d'ogni tua propria cosa e seguire, nudo, Gesù nudo; di poter morire a te stesso e vivere sempre in Me. Allora svaniranno tutte le immaginazione vane, i turbamenti perversi e le preoccupazioni inutili. Allora s'allontanerà anche il timore eccessivo e si spegnerà l'amore non conforme alla volontà di Dio.