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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:La sofferenza mi ha teso le braccia e io mi ci sono gettata con amore.

LETTURE A CASO

Mt 16,1-28

1I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. 2Ma egli rispose: "Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; 3e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi? 4Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno le sarà dato se non il segno di Giona". E lasciatili, se ne andò.

5Nel passare però all'altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere il pane. 6Gesù disse loro: "Fate bene attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei". 7Ma essi parlavano tra loro e dicevano: "Non abbiamo preso il pane!". 8Accortosene, Gesù chiese: "Perché, uomini di poca fede, andate dicendo che non avete il pane? 9Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila e quante ceste avete portato via? 10E neppure i sette pani per i quattromila e quante sporte avete raccolto? 11Come mai non capite ancora che non alludevo al pane quando vi ho detto: Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei?". 12Allora essi compresero che egli non aveva detto che si guardassero dal lievito del pane, ma dalla dottrina dei farisei e dei sadducei.

13Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". 14Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". 15Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". 16Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". 17E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

21Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. 22Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". 23Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!".

24Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 26Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? 27Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. 28In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno".

Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 20, 1-9: Egli doveva risuscitare dai morti.

1 Gv 4,1-21

1Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. 2Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; 3ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. 4Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. 5Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. 6Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore.

7Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. 10In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

11Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. 13Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. 14E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. 15Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. 16Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

17Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. 18Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore.

19Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. 20Se uno dicesse: "Io amo Dio", e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. 21Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.


La Città di Dio: Libro I - Le sventure umane e la provvidenza: La sventura non corregge i Romani.

33. O menti prive di mente! Questo è non un errore ma una grande pazzia. Mentre, come abbiamo saputo, i popoli di Oriente piangevano la vostra rovina e grandissime città nei più lontani paesi facevano pubblico lutto di compianto, voi cercavate, entravate e riempivate i teatri e facevate cose molto più insensate di prima. Il vostro grande Scipione temeva per voi proprio questo ignominioso contagio delle coscienze, questa rovina della moralità e dell'onestà, quando proibiva la costruzione dei teatri, quando si accorgeva che potevate facilmente essere rovinati dalla prosperità, quando non voleva che foste sicuri dalla paura del nemico. Pensava che non fosse prospero quello Stato in cui le mura rimangono, i costumi crollano. Ma su di voi hanno avuto più influsso ciò che gli empi demoni hanno insinuato di quel che gli individui saggi hanno auspicato. Da ciò dipende che non volete essere incolpati dei mali da voi commessi e incolpate la civiltà cristiana dei mali che subite. Nel vostro benessere voi non cercate lo Stato in pace ma la dissolutezza senza punizione, giacché corrotti nella prosperità non siete riusciti a correggervi nell'avversità. Voleva il grande Scipione che foste impauriti dal nemico perché non vi perdeste nella dissolutezza ma voi, calpestati dal nemico, non avete represso la dissolutezza, avete perduto l'utilità della sventura, siete diventati estremamente infelici e siete rimasti pessimi.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: BISOGNA RIFERIRE TUTTO A DIO, ULTIMO FINE

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, Io devo essere il fine supremo ed ultimo, se veramente desideri essere felice. Questa intenzione renderà puri i tuoi affetti, troppo spesso inclinati viziosamente verso te stesso e verso le creature. Se infatti, in qualche cosa cerchi te stesso, subito interiormente decadi ed inaridisci.Tutto, dunque, devi ricondurre principalmente a Me, perché Io solo t'ho dato tutto. Considera le singole cose come derivanti dal Sommo Bene; perciò, tutte devono essere riferite a Me come alla loro origine. Da Me, come da fonte viva, il piccolo e il grande, il povero ed il ricco attingono l'acqua della vita; e quelli che spontaneamente e liberamente Mi servono, riceveranno grazia su grazia. Colui, invece, che avrà voluto cercare la propria gloria fuori di Me o compiacersi di qualche bene particolare, non godrà della gioia vera e duratura né si sentirà allargare il cuore, ma sarà in mille modi ostacolato ed angustiato.

Non devi, dunque, ascrivere a te nulla del bene che è in te né devi attribuire ad alcun uomo la sua virtù, ma devi riconoscere che tutto viene da Dio, senza del quale l'uomo non possiede nulla. Io, tutto ho dato; Io, tutto voglio riavere; e con grande forza chiedo d'esserne ringraziato. Questa è la verità che mette in fuga la vanità della gloria. E se saranno entrati nell'anima la grazia celeste e l'amore vero, non ci sarà spazio per alcuna invidia né per la grettezza del cuore né per l'amor proprio. Infatti, il divino amore vince ogni difetto ed aumenta, moltiplicandole, tutte le energie dell'anima. Se tu hai giusto discernimento, riporrai in Me solo la tua gioia, in Me solo la tua speranza, perché "nessuno è buono, se non uno solo, Dio" (Lc 18,19), il quale deve essere sopra ogni cosa lodato ed in ogni cosa benedetto.