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Giovedi, 2 maggio 2024 - Misteri luminosi - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Mantenete, quanto è possibile, la calma di cuore e di spirito nei vari momenti di questa vita. Questa è grande perfezione, e piace molto a Dio.

LETTURE A CASO

Lc 8,1-56

1In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. 2C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, 3Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

4Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: 5"Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. 6Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. 7Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. 8Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!".

9I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. 10Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché

vedendo non vedano
e udendo non intendano
.

11Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. 12I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. 13Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. 14Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. 15Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

16Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. 17Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere".

19Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". 21Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".

22Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: "Passiamo all'altra riva del lago". Presero il largo. 23Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. 24Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Maestro, maestro, siamo perduti!". E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. 25Allora disse loro: "Dov'è la vostra fede?". Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui che da' ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?".

26Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. 28Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!". 29Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. 30Gesù gli domandò: "Qual è il tuo nome?". Rispose: "Legione", perché molti demòni erano entrati in lui. 31E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.

32Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. 33I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. 34Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. 35La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. 36Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. 37Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. 38L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: 39"Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto". L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

40Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. 41Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, 42perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. 43Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, 44gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. 45Gesù disse: "Chi mi ha toccato?". Mentre tutti negavano, Pietro disse: "Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia". 46Ma Gesù disse: "Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me". 47Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. 48Egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata, va' in pace!".

49Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: "Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro". 50Ma Gesù che aveva udito rispose: "Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata". 51Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. 52Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: "Non piangete, perché non è morta, ma dorme". 53Essi lo deridevano, sapendo che era morta, 54ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: "Fanciulla, alzati!". 55Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 1,39-45: A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

1 Ts 4,1-18

1Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più. 2Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. 3Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, 4che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, 5non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio; 6che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. 7Dio non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione. 8Perciò chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito.

9Riguardo all'amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, 10e questo voi fate verso tutti i fratelli dell'intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, a farlo ancora di più 11e a farvi un punto di onore: vivere in pace, attendere alle cose vostre e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato, 12al fine di condurre una vita decorosa di fronte agli estranei e di non aver bisogno di nessuno.

13Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. 14Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. 15Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. 16Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore. 18Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.


La Città di Dio: Libro VI - Il politeismo e il problema della salvezza: ...degli dèi della prima notte di nozze.

9. 3. Quando un maschio e una femmina si uniscono, viene interessato il dio Giogatino, e vada. Ma occorre portare la sposa nell'ambiente domestico e s'impiega il dio Domiduco; perché vi si trattenga, il dio Domizio; perché rimanga col marito, la dea Manturna. Che si vuole di più? Si abbia riguardo al ritegno umano; compia il resto la concupiscenza della carne e del sangue nel nascondimento creato dal pudore. A che scopo si riempie la camera da letto di una folla di divinità se perfino i paraninfi se ne allontanano? E si riempie non allo scopo che col pensiero della loro presenza sia maggiore l'attenzione alla castità, ma affinché mediante la loro collaborazione senza difficoltà sia tolta la verginità della donna debole per il sesso e tremante per la novità. Sono presenti nientemeno che la dea Verginiese, il dio padre Subigo, la dea madre Prema, la dea Pertunda e Venere e Priapo. Ma che faccenda è questa? Se al limite era necessario che l'uomo trovandosi in difficoltà in quell'atto fosse aiutato dagli dèi, non ne bastava uno o una? E se ci fosse stata soltanto Venere, sarebbe forse stata, da poco, anche perché si sostiene che deriva il nome dal fatto che senza la violenza una donna non cesserebbe d'esser vergine? Se negli uomini c'è il ritegno che non esiste nelle divinità, quando i coniugati pensano che sono presenti e assistono alla faccenda tanti dèi dell'uno e dell'altro sesso, non sono forse trattenuti dal pudore al punto che egli si senta meno acceso e lei opponga maggiore resistenza? E se è presente la dea Verginiese perché sia sciolta la cintura di castità alla vergine, se è presente il dio Subigo perché si assoggetti al marito, se è presente la dea Prema perché una volta assoggettata non resista e si lasci comprimere, la dea Pertunda che cosa ci sta a fare? Si vergogni, vada via, lasci fare qualche cosa anche al marito. È molto disonesto che l'atto che la denomina lo compia un altro che non sia lui. Ma forse è sopportata perché è una dea e non un dio. Se fosse creduta un maschio e si chiamasse Pertundo, il marito chiederebbe contro di lui per il pudore della moglie un aiuto più valido di quello che i neonati chiedono contro Silvano. Ma perché dico questo, quando vi è presente anche Priapo, che è maschio di troppo, tanto che sul suo enorme e sconcio membro virile doveva sedere la sposa novella secondo l'onestissima e religiosissima usanza delle matrone?.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: IL DESIDERIO DELLA VITA ETERNA; LA GRANDEZZA DEI BENI PROMESSI A QUELLI CHE LOTTANO

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, quando senti infonderti dall'alto il desiderio della felicità eterna ed aspiri ad uscire dalla dimora del corpo, per poter contemplare il mio splendore senza alternativa d'ombra, allarga il tuo cuore ed accogli con ogni desiderio questa santa ispirazione. Rendi grazie, quanto più t'è possibile, alla somma Bontà, che agisce con te con tanta benignità, che ti visita con indulgenza, che ardentemente ti eccita, che potentemente ti solleva, perché per il tuo proprio peso tu non abbia ad inclinare verso le cose della terra.

Questo desiderio, infatti, non è frutto del tuo pensiero o del tuo sforzo, ma soltanto della degnazione della grazia di Dio e del suo sguardo, allo scopo che tu progredisca nelle virtù ed in una più profonda umiltà, preparandoti alle future battaglie, stretto a Me con tutto l'affetto del cuore e desideroso di servirMi con fervente zelo. Figlio, spesso il fuoco arde, ma la fiamma non sale senza fumo. Allo stesso modo, in alcuni divampa il desiderio delle cose celesti, e tuttavia essi non sono liberi dalla tentazione degli affetti carnali.

Perciò, quello che chiedono a Dio con tanto desiderio, non lo compiono con perfetta rettitudine per la sua gloria. Così è spesso anche il tuo desiderio del Cielo, perché tu stesso vi hai immesso un fermento così poco confacente. Non è, infatti, puro e perfetto ciò che è inquinato dall'interesse proprio. Chiedi non ciò che piace e fa comodo a te, ma ciò che è accetto a Me e torna a mia gloria, perché, se giudichi bene, al tuo desiderio e ad ogni cosa desiderata tu devi anteporre le mie disposizioni e seguirle. Io conosco i tuoi desideri, ho ascoltato i tuoi gemiti frequenti.

Tu vorresti essere già nella libertà della gloria dei figli di Dio; già, la tua anima si diletta della dimora eterna e della patria celeste, che sono piene di gaudio; ma codesta ora non è ancora venuta; deve ancora passare altro tempo: tempo di lotta, tempo di fatica e di prova. Tu brami saziarti del Bene sommo, ma questo non puoi ottenerlo, ora. Sono Io il Bene sommo; aspettami - dice il Signore - finché venga il Regno di Dio. Tu devi essere ancora provato sulla terra ed esercitato in molte maniere. Di quando in quando, ti sarà dato qualche conforto, ma non te ne sarà concesso in abbondanza fino a saziarti. Sta' di buon animo, dunque, e sii forte tanto nell'agire quanto nel sopportare ciò che va contro la natura. Occorre che tu ti rivesta dell'uomo nuovo e che ti trasformi in un altro uomo.

Occorre che tu faccia spesso quello che non vorresti, e che rinunci a quello che vuoi. Quello che piace agli altri avrà successo; quello che piace a te non andrà innanzi. Si ascolterà quello che dicono gli altri; quello che dici tu sarà preso per un nulla. Altri chiederanno, e riceveranno; chiederai tu, e non otterrai nulla. Saranno grandi gli altri nella fama degli uomini; sul tuo conto non si farà parola. Ad altri verrà affidato questo o quell'incarico; tu non sarai giudicato utile a nulla. Perciò, la natura sentirà talvolta amarezza; e sarà già molto, se saprai sopportare in silenzio.

In questi ed in molti simili modi, il servo fedele del Signore suole essere messo a prova, come sappia rinnegare e vincere se stesso in tutto. È difficile che ci sia qualche occasione nella quale tu deva morire a te stesso tanto, come quando vedi e soffri ciò che è contrario al tuo volere; specialmente, poi, quando ti viene comandato di fare cose che a te sembrano non convenienti e meno utili. Siccome, poi, essendo alle dipendenze di chi comanda, non osi opporti all'autorità superiore, ti sembra duro camminare al cenno d'un altro e mettere da parte ogni tua volontà.

Ma pensa, figlio, al frutto di tutte queste sofferenze, alla loro rapida fine, al premio enormemente grande che ti attende, e non sentirai il peso di tali sofferenze, ma anzi proverai un vigorosissimo sollievo alla tua sofferenza. Infatti, invece di codesta tua scarsa volontà, alla quale tu ora spontaneamente rinunci, godrai per sempre in Cielo la pienezza della tua volontà. Lassù, invero, troverai tutto quello che vorrai, tutto quello che potrai desiderare.

Lassù, sarà a tua disposizione l'abbondanza d'ogni bene, senza timore di perderlo. Lassù, la tua volontà, in perfetta unione con la mia, non desidererà nulla che venga di fuori, nulla che sia esclusivamente tuo proprio. Lassù, nessuno ti si potrà opporre, nessuno si lamenterà di te, nessuno ti ostacolerà, nulla ti si opporrà; ma tutte le cose desiderate ti saranno, ad un tempo, davanti, e ristoreranno pienamente il tuo cuore, che ne sarà ricolmo fino a traboccare. Lassù, ti darò gloria per il disprezzo patito; ti darò un manto di lode per le tristezze sofferte; ti darò un eterno seggio regale per l'ultimo posto occupato in terra. Lassù, si vedrà il frutto dell'obbedienza; avrà gioia la fatica della penitenza; sarà coronata di gloria l'umile sottomissione.

Adesso, dunque, chinati umilmente sotto la mano di tutti, senza badare chi abbia detto o comandato alcunché. Ma dovrai avere grande cura di accettare tutto come un bene e d'eseguirlo con sincera volontà, chiunque t'abbia chiesto o suggerito qualche cosa, sia egli un Superiore od uno più giovane di te od uno pari a te. Cerchino pure gli altri questa o quella cosa; uno si glorii pure in una cosa, un altro in altra, e ricevano pure mille e mille volte elogi; quanto a te, non trovare la tua gioia o la tua gloria in questo od in quello, ma nel disprezzo di te stesso, nell'adempimento della sola mia Volontà e nella mia gloria. Questo tu devi desiderare: che in te sia sempre glorificato Dio, sia per la vita sia per la morte.