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Mercoledi, 1 maggio 2024 - Misteri gloriosi - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Tutti coloro che si avvicinano (ai sacramenti) non sono santi, però i santi saranno sempre scelti tra coloro che li ricevono spesso.

LETTURE A CASO

Lc 10,1-42

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 12Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

13Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. 14Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.

15E tu, Cafàrnao,

sarai innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi sarai precipitata!


16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato".

17I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome". 18Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".

21In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. 22Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".

23E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono".

25Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". 26Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". 27Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". 28E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".

29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". 30Gesù riprese:

"Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". 37Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso".

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". 41Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 14, 15-16. 23-26: Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.

1 Ts 3,1-13

1Per questo, non potendo più resistere, abbiamo deciso di restare soli ad Atene 2e abbiamo inviato Timòteo, nostro fratello e collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo, per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede, 3perché nessuno si lasci turbare in queste tribolazioni. Voi stessi, infatti, sapete che a questo siamo destinati; 4già quando eravamo tra voi, vi preannunziavamo che avremmo dovuto subire tribolazioni, come in realtà è accaduto e voi ben sapete. 5Per questo, non potendo più resistere, mandai a prendere notizie sulla vostra fede, per timore che il tentatore vi avesse tentati e così diventasse vana la nostra fatica.

6Ma ora che è tornato Timòteo, e ci ha portato il lieto annunzio della vostra fede, della vostra carità e del ricordo sempre vivo che conservate di noi, desiderosi di vederci come noi lo siamo di vedere voi, 7ci sentiamo consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta l'angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede; 8ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. 9Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio, 10noi che con viva insistenza, notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che ancora manca alla vostra fede?

11Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù dirigere il nostro cammino verso di voi! 12Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi, 13per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.


Gli otto spiriti malvagi: Capitolo 8

Il mare non si riempie mai del tutto pur ricevendo la gran massa d'acqua dei fiumi, allo stesso modo il desiderio di ricchezze dell'avaro non È mai sazio, egli le raddoppia e subito desidera quadruplicarle e non cessa mai questo raddoppio, finché la morte non mette fine a tale interminabile premura. Il monaco assennato baderà alle necessità del corpo e sopperirà con pane e acqua allo stomaco indigente, non adulerà i ricchi per il piacere del ventre, né asservirà la sua libera mente a molti padroni: infatti le mani sono sempre sufficienti a servire il corpo e soddisfare le necessità naturali. Il monaco che non possiede nulla È un pugile che non può essere colpito in pieno e un corridore veloce che raggiunge rapidamente il premio dell'invito celeste. Il monaco ricco gioisce per i molti proventi, mentre quello che non ha nulla gode per i premi che gli vengono dalle cose ben riuscite. Il monaco avaro lavora duramente mentre quello che non possiede nulla usa il tempo per la preghiera e la lettura. Il monaco avaro riempie d'oro i penetrali, mentre quello che nulla possiede tesoreggia in cielo. Che sia maledetto colui che foggia l'idolo e lo nasconde, simile a colui che È affetto da avarizia: l'uno infatti si prostra di fronte al falso e all'inutile, l'altro porta in s‚ l'immagine della ricchezza, come un simulacro.

(Autore: Evagrio Pontico)

L'imitazione di Cristo: BISOGNA ASCOLTARE CON UMILT� LE PAROLE DI DIO. MOLTI NON LE MEDITANO.

PAROLE DEL SIGNORE
Ascolta, figlio, le mie parole; parole soavissime, che trascendono tutta la dottrina dei filosofi e dei sapienti di questo mondo. "Le mie parole sono spirito e vita" (Gv 6,63), e non si devono valutare secondo criteri umani. Non bisogna farle servire a vano compiacimento, ma si devono ascoltare nel silenzio ed accogliere con tutta umiltà e con grande amore.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ed io dissi: "Beato l'uomo che Tu istruisci, Signore, e che ammaestri nella tua legge, per dargli riposo nei giorni di sventura "(Sal 93,12-13), e perché egli non resti desolato sopra la terra.

PAROLE DEL SIGNORE
dice il Signore, fin da principio ammaestrai i Profeti ed ancora oggi non manco di parlare a tutti; ma molti sono sordi alla mia voce, e duri. La maggior parte degli uomini dà più volentieri ascolto al mondo, che a Dio; preferiscono seguire gli appetiti della carne, che non la volontà di Dio. Il mondo promette beni temporali e di poca importanza; eppure, gli uomini se ne rendono schiavi con grande ardore. Io prometto beni supremi ed eterni; eppure, i cuori dei mortali rimangono freddi. Chi Mi serve ed ubbidisce in tutto con quello stesso grande zelo, con il quale si serve al mondo ed ai suoi padroni? "Vergognati, Sidone, dice il mare" (Is 23,4). E se ne chiedi la causa, ascolta perché. Per un meschino guadagno, si percorre un lungo cammino; ma per la vita eterna, molti non levano neppure un piede da terra.

Si va in cerca d'un vile guadagno; talvolta, per qualche soldo, si giunge a liti vergognose; per una cosa da nulla e per una meschina promessa, non si teme d'affrontare fatiche giorno e notte. Ma - quale vergogna! - per l'acquisto d'un bene eterno, per un premio inestimabile, per un sommo onore e per una gloria che non ha fine, si è pigri e lenti a faticare anche poco. Arrossisci, dunque, o servo pigro e lamentoso, del fatto che si trovano alcuni più pronti a correre verso la perdizione, di quanto tu non sia pronto ad andare alla vita. Più godono essi delle vanità, che non tu della verità. Eppure, essi sono talvolta delusi nelle loro speranze, mentre le mie promesse non ingannano nessuno e non rimandano a mani vuote chi confida in Me.

Quello che ho promesso, darò; quello che ho detto, adempirò, purché l'uomo persista fedele nel mio amore fino alla fine. Io sono il rimuneratore di tutti i buoni e metto a severa prova tutte le anime pie. Scrivi le mie parole nel tuo cuore e meditale attentamente; ti saranno sommamente necessarie nell'ora della tentazione. Ciò che non capisci ora che leggi, lo capirai nel giorno che verrò a visitarti. Due sono le maniere con le quali Io sono solito visitare i miei eletti: la tentazione e la consolazione. E due lezioni do loro ogni giorno: una, rimproverando i loro vizi; l'altra, esortandoli a progredire nelle virtù. "Chi sente le mie parole e le disprezza, sarà giudicato nell'ultimo giorno" (Gv 12,48).

PREGHIERA PER IMPETRARE LA GRAZIA DELLA DEVOZIONE

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore Dio mio, Tu sei tutto il mio bene. Ma chi sono io, che oso parlare a Te? Sono un tuo poverissimo e meschino servo, un abietto vermiciattolo, molto più misero e spregevole di quanto io sappia ed ardisca dire. Tuttavia, ricordati, o Signore, che io non sono nulla, nulla ho e nulla valgo. Tu solo sei buono, giusto e santo; Tu puoi tutto, tutto dai, riempi di Te tutto, solo il peccatore lasci a mani vuote. "Ricordati del tuo amore" (Sal 24,6) e riempimi il cuore della tua grazia, Tu che non vuoi che le tue opere restino vane.

Come potrò in questa misera vita sopportare me stesso, se non mi conforteranno la misericordia e la Grazia tua? Non distogliere da me la tua faccia; non ritardare la tua visita; non privarmi della tua consolazione, perché "l'anima mia non diventi davanti a Te come terra senza acqua" (Sal 142,6). O Signore, "insegnami a compiere il tuo volere" (Sal 142,10); insegnami a stare degnamente ed umilmente al tuo cospetto. Tu conosci tutto di me, Tu mi conosci nell'intimo e già mi conoscevi prima della creazione del mondo e prima ch'io nascessi.