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Domenica, 5 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Se Nostro Signore avesse avuto in mente il nostro esser degni, non avrebbe mai istituito il suo sacramento d'amore, perché nessuno al mondo ne è degno, ma Egli pensava ai nostri bisogni e ne abbiamo tutti bisogno.

LETTURE A CASO

Mc 16,1-20

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. 2Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. 3Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?".4Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. 5Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. 7Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto". 8Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

9Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni. 10Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. 11Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.

12Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. 13Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.

14Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.

15Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno".

19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.

20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 13, 31-33a. 34-35: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni agli altri.

Eb 10,1-39

1Avendo infatti la legge solo un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. 2Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che i fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più alcuna coscienza dei peccati? 3Invece per mezzo di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, 4poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. 5Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:

Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato
.
6Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato
.
7Allora ho detto: Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà
.

8Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, 9soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. 10Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

11Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai eliminare i peccati. 12Egli al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio, 13aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi. 14Poiché con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. 15Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto:

16Questa è l'alleanza che io stipulerò con loro
dopo quei giorni, dice il Signore:
io porrò le mie leggi nei loro cuori
e le imprimerò nella loro mente
,

17dice:

E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità.

18Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il peccato.

19Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, 20per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; 21avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, 22accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.

24Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, 25senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma invece esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina.

26Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, 27ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli. 28Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. 29Di quanto maggior castigo allora pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell'alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? 30Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo. 31È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!

32Richiamate alla memoria quei primi giorni nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta, 33ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. 34Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di esser spogliati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e più duraturi. 35Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. 36Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa.

37Ancora un poco, infatti, un poco appena,
e colui che deve venire, verrà e non tarderà
.
38Il mio giusto vivrà mediante la fede;
ma se indietreggia, la mia anima non si compiace in lui
.

39Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima.


La Città di Dio: Libro I - Le sventure umane e la provvidenza: Si considerano alcuni casi.

21. Lo stesso magistero divino ha fatto delle eccezioni alla legge di non uccidere. Si eccettuano appunto casi d'individui che Dio ordina di uccidere sia per legge costituita o per espresso comando rivolto temporaneamente a una persona. Non uccide dunque chi deve la prestazione al magistrato. È come la spada che è strumento di chi la usa. Quindi non trasgrediscono affatto il comandamento con cui è stato ingiunto di non uccidere coloro che han fatto la guerra per comando di Dio ovvero, rappresentando la forza del pubblico potere, secondo le sue leggi, cioè a norma di un ordinamento della giusta ragione, han punito i delinquenti con la morte. Così Abramo non solo non ha avuto la taccia di crudeltà ma è stato anche lodato per la pietà perché decise di uccidere il figlio non per delinquenza ma per obbedienza 69. E a buona ragione si discute se si deve considerare come comando di Dio il caso per cui Iefte sacrificò la figlia che gli andò incontro, giacché aveva fatto voto di immolare a Dio l'essere che per primo gli fosse andato incontro dopo la vittoria 70. Non altrimenti è scusato Sansone per il fatto che si fece schiacciare assieme ai nemici nel crollo della casa 71, giacché una ispirazione divina, che per suo mezzo compiva prodigi, glielo aveva comandato interiormente. Eccettuati dunque questi casi, in cui una giusta legge in generale o in particolare Dio, sorgente stessa della giustizia, comandano di uccidere, è responsabile del reato di omicidio chi uccide se stesso o un altro individuo.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: IL RICORDO DEGLI INNUMEREVOLI DONI DI DIO

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore, apri il mio cuore alla tua legge ed insegnami a camminare nei tuoi precetti. Fa' ch'io comprenda la tua volontà; fa' che, con grande riverenza e con attenta riflessione, io conservi il ricordo dei tuoi benefici, così in generale come in particolare, perché io sappia d'ora in poi renderTene degne grazie. So bene, peraltro, e lo confesso, di non poter neppure in minima parte renderTi le dovute grazie.

Sono impari a tutti i doni che mi sono stati elargiti; e quando considero la tua eccellenza, il mio spirito viene meno, perché impedito da questa immensità. Tutto ciò che abbiamo nell'anima e nel corpo, tutto ciò che possediamo dentro o fuori di noi, nell'ordine naturale o soprannaturale, tutto è beneficio tuo ed esalta la benevolenza, la misericordia, la bontà di Colui, dal quale abbiamo ricevuto ogni bene. Ed anche se uno ha ricevuto doni maggiori, un altro minori, tutto, però, è tuo; e senza di Te, neppure il bene più piccolo si può avere.

Chi ha ricevuto doni maggiori non può vantarsene, come se fossero merito suo, né salire in orgoglio sugli altri né schernire chi ha avuto meno, perché maggiore e migliore è colui che attribuisce a se stesso minor merito, ed è più umile e devoto nel ringraziare Dio. Chi si ritiene più disprezzabile e più indegno di tutti, si mette in condizione più favorevole a ricevere grazie più grandi. Chi, poi, ne ha ricevute meno, non deve rattristarsi né crucciarsi né portare invidia a chi ha avuto di più.Deve, piuttosto, guardare a Te e lodare sommamente la tua bontà, perché Tu dispensi i tuoi doni con tanta abbondanza, tanto gratuitamente, tanto volentieri, senza riguardi personali.

Tutto viene da Te, ed in ogni cosa devi essere, perciò, lodato. Sai, Tu, quello che sia giusto venga donato a ciascuno; non compete a noi, ma a Te, presso il quale sono tenuti esattamente in conto i meriti delle singole persone, giudicare perché uno abbia di meno ed un altro di più. Perciò, o Signore Dio, io considero grande dono anche il non avere molte di quelle cose, dalle quali sembrano venire lodi ed onori dall'esterno, a giudizio degli uomini.

Così, considerando la propria povertà e la pochezza della propria persona, l'uomo non solo non dovrebbe sentirne avvilimento o tristezza o abbattimento, ma piuttosto consolazione e grande gioia: perché, Tu, o Dio, hai eletto come tuoi intimi amici i poveri, gli umili e i disprezzati da questo mondo. Ne sono testimoni i tuoi stessi Apostoli che "hai costituito principi su tutta la terra" (Sal 44,17); E tuttavia, essi vissero in questo mondo senza lamentarsi; tanto umili e semplici, senza ombra d'astuzia e d'inganno sono stati, da rallegrarsi perfino di soffrire ingiurie "per amore del tuo nome" (At 5,41), e da abbracciare di loro iniziativa, con grande ardore, ciò che al mondo ripugna.Nulla, dunque, deve allietare tanto chi Ti ama e riconosce i tuoi doni, quanto che in lui s'adempia la tua volontà e siano eseguite le disposizioni dei tuoi eterni decreti. E di ciò egli deve appagarsi e consolarsi tanto, da acconsentire volentieri d'essere il più piccolo, come qualche altro desidererebbe d'essere il più grande.

Chi Ti ama dev'essere sereno e contento nell'ultimo posto, come nel primo; deve, anzi, accettare volentieri d'essere disprezzato e messo in un angolo, ed anche d'essere senza alcun nome e senza alcuna fama, come se in questo mondo fosse più onorato e più grande degli altri. Invero, la tua volontà e lo zelo per la tua gloria devono prevalere in lui su ogni altra cosa, e consolarlo e rallegrarlo più di tutti i doni che gli sono stati dati o gli possano essere dati.