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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Durante la Quaresima in una maniera particola­re e con profonda sensibilità mediteremo la Passione di Nostro Signore ed esamineremo la nostra coscienza per vedere quale nostro peccato ha provocato quello speciale dolore in Gesù. Farò atto di riparazione e condividerò quel dolore raddoppiando il mio penti­mento... Custodirò attentamente i miei occhi, terrò mondi i pensieri della mia mente, mi accosterò al ma­lato con maggior gentilezza e compassione; custodirò con maggiore attenzione il silenzio del cuore, di modo che nel silenzio del cuore udirò le sue parole di con­forto e dal pieno del cuore conforterò Gesù che si na­sconde nelle vesti sofferenti del povero. Confesserò so­prattutto la trascuratezza nel compiere piccoli atti di mortificazione.

LETTURE A CASO

Gv 16,1-33

1Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. 2Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. 3E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. 4Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato.

Non ve le ho dette dal principio, perché ero con voi.

5Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? 6Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. 7Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. 8E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9Quanto al peccato, perché non credono in me; 10quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; 11quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.

16Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete". 17Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: "Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?". 18Dicevano perciò: "Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire". 19Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: "Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po' ancora e mi vedrete? 20In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.

21La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. 22Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e 23nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla.

In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. 24Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.

25Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. 26In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: 27il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. 28Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre". 29Gli dicono i suoi discepoli: "Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. 30Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio". 31Rispose loro Gesù: "Adesso credete? 32Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.

33Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 28, 16-20: Battezzate tutti popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Rm 8,1-39

1Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. 2Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.

5Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. 6Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. 7Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. 8Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.

9Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. 11E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

12Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.

14Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. 15E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". 16Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 17E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

18Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.

19La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza 21di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. 24Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? 25Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.

26Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; 27e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

28Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

31Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? 33Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. 34Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? 35Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36Proprio come sta scritto:

Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello
.

37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: Premessa

È evidente ormai che la felicità è la pienezza dei beni che si devono desiderare, che essa non è una dea ma un dono di Dio e dunque che gli uomini devono adorare soltanto il Dio che li può render felici. Quindi, se fosse una dea, sarebbe giusto dire che essa sola si deve adorare. Mi rimane pertanto da esaminare la ragione per cui Dio, il quale può concedere pure i beni che possono essere conseguiti anche dai non buoni e quindi anche non felici, ha voluto che l'impero romano fosse di tanta grandezza e durata. Sul motivo per cui non fu opera della folla dei falsi dèi che essi adoravano ho parlato abbastanza e se sembrerà opportuno ne parlerò ancora.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: RICONOSCERE LA PROPRIA DEBOLEZZA E LA MISERIA DELLA VITA PRESENTE

PAROLE DEL DISCEPOLO
Confesserò contro di me il mio peccato" (Sal 31,5); a Te, o Signore, confesserò la mia debolezza. Ciò che mi deprime e rattrista è spesso cosa da nulla. Mi propongo di comportarmi da forte, in avvenire; ma quando sopraggiunge una piccola tentazione, la mia angustia si fa grande. Talvolta, una cosa assolutamente da nulla mi scatena contro una tentazione grave. E mentre mi ritengo un tantino sicuro, non avvertendo il pericolo, ecco che mi trovo talvolta quasi sopraffatto da un lieve soffio d'aria."Vedi, dunque, o Signore, la mia miseria" (Sal 24,18) e la mia fragilità che Ti si rivela in ogni occasione. Abbi pietà di me "e salvami dal fango, cosicché io non vi affondi" (Sal 68,15) né vi resti immerso per sempre.

Ciò che spesso mi risospinge indietro e mi confonde davanti a Te, è questa mia grande facilità a cadere e questa mia grande debolezza nel resistere alle tentazioni. Ed anche se non cedo del tutto, pure la loro insistenza già mi riesce molesta e gravosa, e m'affligge molto vivere quotidianamente così, in questa lotta. La mia debolezza mi si rivela palese da questo, che le fantasie, che dovrei avere sempre in orrore, sono molto più pronte ad irrompere su di me, che non a partirsene. Almeno Tu, o potentissimo Dio d'Israele, difesa delle anime che hanno fede in Te, guarda alla fatica e all'afflizione del tuo servo ed assistilo in ogni impresa cui s'accinge! Rinfrancami con la tua celeste fortezza, perché non prenda in me il sopravvento l'uomo vecchio, cioè la misera carne non ancora del tutto dominata dallo spirito; contro di essa bisognerà sempre lottare, finché c'è fiato in questa infelicissima vita. Ahimè, che vita è questa, dove non vengono a mancare tribolazioni e miserie; dove tutto è pieno d'insidie e nemici! Una tribolazione od una tentazione passa e ne viene un'altra; anzi, mentre dura ancora la lotta con la precedente, ne sopraggiungono altre più numerose ed impensate.

E come si può amare una vita che serba così grandi amarezze, che è soggetta a tante disgrazie e miserie? Come, anzi, si può chiamare vita, se genera tante morti e sciagure? Oppure la si ama, e molti cercano in essa la propria gioia. Il mondo è spesso accusato d'essere ingannevole e vano; e tuttavia, non lo si abbandona facilmente, perché siamo troppo dominati dagli appetiti della carne. Alcune cose, però, ci inducono ad amare il mondo, altre ci inducono a condannarlo. "La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita" (1 Gv 2,16) trascinano ad amare il mondo, mentre le pene e le sofferenze, che giustamente ne conseguono, generano in noi odio e disgusto del mondo.

Ma - doloroso a dirsi - i piaceri peccaminosi hanno il sopravvento nell'anima dedita al mondo, la quale stima delizia lo stare tra le spine, perché non ha conosciuto né gustato mai la soavità di Dio né l'intimo godimento della virtù. Coloro, invece, che hanno un totale disprezzo del mondo e cercano di vivere per Dio nella santità della disciplina, non ignorano le divine dolcezze, promesse a chi sa veramente rinunciare al mondo; e vedono più chiaramente quanto gravi siano gli errori del mondo ed in quanto diversi modi esso s'inganni.