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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Quando prego, mi figuro Gesù mentre prega il Padre suo.

LETTURE A CASO

Mt 28,1-16

1Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. 2Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. 5Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto". 8Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.

9Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi". Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".

11Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. 12Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: 13"Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. 14E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia". 15Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. 17Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 15, 1-8: Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.

Gc 4,1-17

1Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? 2Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; 3chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. 4Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?

Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi? 6Ci dà anzi una grazia più grande; per questo dice:

Dio resiste ai superbi;
agli umili invece dà la sua grazia
.

7Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. 8Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Purificate le vostre mani, o peccatori, e santificate i vostri cuori, o irresoluti. 9Gemete sulla vostra miseria, fate lutto e piangete; il vostro riso si muti in lutto e la vostra allegria in tristezza. 10Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

11Non sparlate gli uni degli altri, fratelli. Chi sparla del fratello o giudica il fratello, parla contro la legge e giudica la legge. E se tu giudichi la legge non sei più uno che osserva la legge, ma uno che la giudica. 12Ora, uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e rovinare; ma chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?

13E ora a voi, che dite: "Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni", 14mentre non sapete cosa sarà domani!

Ma che è mai la vostra vita? Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. 15Dovreste dire invece: Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello. 16Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo. 17Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato.


Il lavoro dei monaci: Incoerenze colossali fra quello che dicono e quello che fanno.

23. 27. Di più: contro l’insegnamento d’un apostolo di Cristo costoro tiran fuori il vangelo di Cristo. Sono infatti così speciali gli accorgimenti della gente svogliata che si lusingano venga proibito dal vangelo quel che l’Apostolo ordinava e metteva in pratica perché il vangelo non avesse impedimenti. Che se poi per caso in forza delle parole stesse del vangelo vogliamo obbligarli a vivere sul serio in conformità con la loro interpretazione, essi saranno i primi a venirci a dimostrare che tali massime non debbono essere intese così come essi le intendono. Dicono, è vero, che non sono obbligati a lavorare perché nemmeno gli uccelli dell’aria seminano e mietono: quegli uccelli da cui il Signore trasse l’immagine per escludere la preoccupazione per i nostri bisogni materiali. Ma, allora, perché non badare anche a quello che viene appresso, poiché il Signore non dice solo che non seminano né mietono ma anche che non raccolgono nei magazzini. Per “ magazzini “ possiamo intendere o i granai o, proprio a paroletta, i depositi. Come mai, dico, questi tali che si tengon le mani in mano pretendono poi d’avere piene le dispense? Perché andar a prendere dagli altri il frutto del lavoro e riporlo nelle dispense e conservarlo per trarne l’occorrente di ogni giorno? Perché non rifuggire dal lavoro di molitura e di cottura? Attività che certo gli uccelli non compiono! Che se riescono a trovare delle persone e a persuaderle che ogni giorno vengano a recar loro cibi bell’e confezionati, l’acqua tuttavia, se vogliono averne una riserva, debbono certamente o andare ad attingerla alla fontana, ovvero tirarla fuori dalla cisterna o dal pozzo. Opere anche queste che gli uccelli non compiono! Diamo anche il caso, se così piace, che ci siano fedeli così buoni che, da brava gente di provincia affezionata al Re eterno, si prendano tanta cura di questi soldati, invero coraggiosi, di Dio e vadano a prestare ad essi ogni sorta di servizi sì che non resti loro nemmeno d’andare a prendere l’acqua. Dovrebbero però questi aver superato, in un’insolita graduatoria di santità, quei cristiani che erano a Gerusalemme. Difatti, a costoro, quando sopraggiunse la carestia che era stata predetta dai profeti di quell’epoca, furono i buoni fratelli di Grecia che inviarono delle granaglie, da cui poi essi stessi – così penso – si cossero il pane o quanto meno, s’industriarono di farselo cuocere. Attività anche queste che gli uccelli non compiono! Che se poi – come cominciavo a dire – costoro si credono d’aver oltrepassato di qualche grado anche la perfezione di quei santi e vogliono comportarsi esattamente come gli uccelli in tutto ciò che riguarda il mantenimento della vita presente, vengano allora a portarci esempi di uomini intenti a prestare servigi agli uccelli come costoro pretendono di essere serviti. (Escludendo sempre il caso degli uccelli acchiappati e rinchiusi in gabbia, dei quali ci si fida punto o poco che, una volta scappati, abbiano a ritornare!...). Sta di fatto però che gli uccelli ci tengono tanto alla loro libertà che preferiscono cercare nei campi quanto loro occorre per vivere anziché ricevere quel che loro preparano e recano gli uomini.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA MEDITAZIONE SUI SEGRETI GIUDIZI DI DIO CI LIBERA DALLA SUPERBIA

PAROLE DEL DISCEPOLO
Tu, o Signore, fai sentire su i me il tuono dei tuoi giudizi; e con timore e tremore scuoti tutte le mie ossa; e ne è profondamente sgomenta l'anima mia. Io, attonito, penso che nemmeno i cieli sono puri di fronte a Te. Se hai trovato macchia negli Angeli e non li hai risparmiati, che sarà di me? Caddero le stelle dal cielo; ed io, che sono polvere, che cosa posso presumere di me? Quelli, le cui opere sembravano degne di lode, caddero umiliati; ed ho veduto che quelli che mangiavano il pane degli Angeli si sfamavano con piacere di ghiande porcine. Non c'è, dunque, santità, se Tu, o Signore, ritiri la tua mano. La sapienza non giova, se Tu smetti di reggerci. Non giova la fortezza, se Tu cessi di sostenerla.

Non c'è castità sicura, se Tu non la proteggi. Non serve la nostra propria vigilanza, se non ci assiste la tua santa protezione. Infatti, abbandonati da Te, affondiamo e ci perdiamo; ma se Tu ci visiti, ci risolleviamo e ritorniamo a vivere. Siamo veramente instabili, ma per mezzo di Te ci rinsaldiamo; siamo tiepidi, ma Tu ci infervori. Oh, quanto devo essere consapevole della mia bassezza e della mia abiezione! Come non devo fare conto alcuno di quel poco di bene, che mi possa sembrare d'avere! Oh, quanto profondamente devo abbassarmi sotto i tuoi imperscrutabili giudizi, o Signore! In essi vedo che sono nulla, nient'altro che nulla! Oh, peso immenso; oh, invalicabile oceano, in cui nulla ritrovo di me, nulla assolutamente! Dove, dunque, è andata a finire la mia boria, dove la fiducia riposta nella mia virtù? Ogni mia vanagloria è inghiottita nella profondità dei tuoi giudizi su di me.

Che cosa è mai ciascun uomo di fronte a Te? Potrà, forse, discutere l'argilla con colui che la plasma?" (Is 45,9). Come può insuperbire per lodi vane chi ha il cuore effettivamente sottomesso a Dio? Il mondo intero non riuscirà a rendere superbo colui che si è assoggettato alla Verità, né un coro universale di lo di varrà a smuovere colui che ha posto in Dio tutta la sua speranza. Infatti, anche quelli che lodano, ecco, sono essi stessi un nulla e scompariranno insieme con il suono delle loro parole. Invece, "la Verità del Signore rimane in eterno" (Sal 16,2).