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Sabato, 4 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Ciriaco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Al di là delle belle parole che possiamo dire, ciò che ci rende i discepoli del Signore - con i quali Egli condivide i segreti intimi del Suo cuore - è fare la volontà di Dio. Se davvero ami il Signore, allora fai tutto per piacere a Lui, fai tutto per la Sua gloria. Se manca questa intenzione le opere buone perdono il loro valore soprannaturale, sono opere vuote che somigliano ai fiori di plastica. L'amore verso il Signore si manifesta nell'esatta regolarità di ciò che si fa: bisogna fare nel modo migliore quello che esige il tuo dovere. Molte anime pie trascurano il proprio dovere per fare quello che più piace a loro; sono disordinate e così diventano causa di lamenti e di peccati in famiglia. L'amore per Dio è concreto e si alimenta con le continue attenzioni.

LETTURE A CASO

Mt 8,1-34

1Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. 2Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: "Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi". 3E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve. 4Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro".

5Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: 6"Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". 7Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". 8Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa".

10All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. 11Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti". 13E Gesù disse al centurione: "Va', e sia fatto secondo la tua fede". In quell'istante il servo guarì.

14Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre. 15Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo.

16Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, 17perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

Egli ha preso le nostre infermità
e si è addossato le nostre malattie.


18Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. 19Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai". 20Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".

21E un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre". 22Ma Gesù gli rispose: "Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti".

23Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. 24Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. 25Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!". 26Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. 27I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?".

28Giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. 29Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?".

30A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare; 31e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci, mandaci in quella mandria". 32Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. 33I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. 34Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 8,1-11 Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

Ef 5,1-33

1Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

3Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; 4lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! 5Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro - che è roba da idolàtri - avrà parte al regno di Cristo e di Dio.

6Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l'ira di Dio sopra coloro che gli resistono. 7Non abbiate quindi niente in comune con loro. 8Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; 9il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. 10Cercate ciò che è gradito al Signore, 11e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, 12poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. 13Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. 14Per questo sta scritto:

"Svégliati, o tu che dormi,
déstati dai morti
e Cristo ti illuminerà".

15Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; 16profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. 17Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio. 18E non ubriacatevi di vino, il quale porta alla sfrenatezza, ma siate ricolmi dello Spirito, 19intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, 20rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.

21Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.

22Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.

25E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, 27al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 29Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30poiché siamo membra del suo corpo. 31Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.


Lettera a Policarpo: Il cristiano a servizio di Dio

VII, 1. Poiché la Chiesa di Antiochia nella Siria, per le vostre preghiere, è in pace come mi è stato riferito, sono divenuto più fiducioso nella serenità di Dio, se col patire lo raggiungo per trovarmi nella risurrezione vostro discepolo. 2. Conviene, o Policarpo, ricolmo di ogni felicità divina, che tu raduni un'assemblea gradita a Dio e che elegga uno che amate e sia zelante che potrà ben chiamarsi corriere di Dio, e gli sia affidato di recarsi in Siria per celebrare la vostra carità sempre attiva nella gloria di Dio. 3. Il cristiano non vive per sé, ma è a servizio di Dio. Quest'opera è di Dio, e anche vostra quando l'avrete compiuta. Ho fiducia nella grazia perché siete pronti all'opera buona che concerne Dio. Conoscendo il vostro zelo per la verità, vi ho esortato con poche parole.

(Autore: Sant'Ignazio di Antiochia)

L'imitazione di Cristo: CORRUZIONE DELLA NATURA ED EFFICACIA DELLA GRAZIA DIVINA

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore Dio mio, che mi hai creato a tua immagine e somiglianza, concedimi questa grande grazia che, come Tu ci hai rivelato, è tanto grande e necessaria per la salvezza; cosicché io possa vincere la mia natura, tanto malvagia, che mi trascina ai peccati e alla perdizione. "Sento", infatti, "nella mia carne la legge del peccato, che contraddice la legge della mia ragione e mi trascina come schiavo" (Rm 7,23) ad ubbidire in molte cose ai sensi; e, se non m'assiste la tua santissima grazia, infondendosi ardente nel cuore mio, non ho la forza di resistere alle passioni che nascono dalla legge del peccato. Ho bisogno della tua grazia, d'una grazia grande, per vincere la natura, sempre incline al male fin dal principio. Infatti, essendo la natura, per la colpa del primo uomo, Adamo, decaduta e corrotta dal peccato, la pena di questa macchia passò in tutti gli uomini; sicché, quella natura stessa, da Te creata buona e retta, è ormai intesa come vizio e debolezza della natura corrotta; ragione, questa, per cui i suoi impulsi, abbandonati a se stessi, trascinano al male e alle cose della terra. La poca forza rimastale è come una scintilla nascosta sotto la cenere.

Questa è la stessa ragione naturale, avvolta però da una densa nebbia; essa conserva la facoltà di giudicare il bene ed il male e di distinguere il vero dal falso, sebbene sia incapace di compiere tutto quello che riconosce come buono, e non possegga più il pieno lume della verità e la rettitudine degli affetti.Di qui deriva, o mio Dio, che"acconsento nel mio intimo alla legge di Dio" (Rm 7,22), sapendo che il tuo comandamento è buono, giusto e santo, e deducendo anche che si devono fuggire ogni male ed ogni peccato.

Nella carne, invece, sono schiavo della legge del peccato, mentre ubbidisco più ai sensi che alla ragione. Di qui viene che "c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo" (Rm 7,18). Di qui viene che spesso mi propongo molti atti di bontà; ma poiché manca la grazia in aiuto alla mia debolezza, anche per una lieve difficoltà indietreggio e vengo meno. Di qui mi succede che conosco, si, la via della perfezione e vedo abbastanza chiaramente come dovrei comportarmi, ma poi, oppresso dal peso della mia corruzione, non mi innalzo ad uno stato più perfetto. Oh, quanto mi è estremamente necessaria, o Signore, la tua grazia per cominciare il bene, per continuarlo e per condurlo a compimento! Senza di essa, nulla posso fare; tutto, invece, posso in Te, se la tua grazia mi dà la forza. Oh grazia veramente celeste, senza la quale non ci sono propri meriti, e nemmeno i doni di natura hanno pregio! Abilità e ricchezza, bellezza e forza, ingegno ed eloquenza nulla valgono presso di Te, o Signore, senza la grazia.

Infatti, i doni di natura sono comuni ai buoni e ai cattivi, ma la grazia, ossia lo spirito di carità, è il dono particolare degli eletti. Ornati di questa grazia, sono poi giudicati degni della vita eterna. Questa grazia è tanto eccelsa, che né il dono della profezia né il potere di compiere miracoli né la contemplazione, per quanto si voglia alta, hanno alcun pregio senza di essa. Anzi, neppure la fede, neppure la speranza, neppure le altre virtù sono bene accette a Te, senza la grazia e la carità. O grazia santissima, che fai ricco di virtù chi è povero nello spirito, che rendi ricco di molti beni chi è umile di cuore!

Vieni, discendi in me, colmami fin dal mattino della tua consolazione, perché l'anima mia non venga meno per stanchezza e aridità interiore! Ti prego, o Signore: ch'io trovi grazia ai tuoi occhi; pur se non otterrò ciò che la natura desidera, "mi basta la tua grazia" (2 Cor 12,9). Se sarò tentato ed oppresso da molte tribolazioni, non temerò alcun male, finché la tua grazia sarà con me. Essa è la mia forza, essa mi dà consiglio ed aiuto. Essa è più potente di tutti i nemici e più sapiente di tutti i sapienti.

Essa è maestra di verità, regola di disciplina, luce del cuore, conforto nell'afflizione. Essa mette in fuga la tristezza, toglie il timore, nutre la devozione, ci fa versare lacrime sui nostri peccati. Che cosa sono io, senza la grazia, se non un legno secco ed un inutile sterpo da gettare via? "La tua grazia, dunque, o Signore, mi preceda sempre e m'accompagni, e faccia sì ch'io m'applichi di continuo ad opere sante, per i meriti di Gesù Cristo, tuo Figlio. Amen".