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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Ti spiego con poche parole della spiritualità francescana, che cosa è la pace interiore e cosa ti renderà felice davanti al Signore. Se le persone parlano male di te e ti calunniano, tu ritienilo una benedizione. Amale e non pretendere che diventino migliori. Se incontri una persona che ti ha fatto del male, essa deve vedere nei tuoi occhi che le hai perdonato senza avertelo chiesto. Amala, anche se dovesse farti del male altre mille volte. Se vivi in Dio, anche se sei perseguitato o calunniato, godi di una pace profonda e non hai alcun risentimento nei confronti di chi il male ti ha fatto.

LETTURE A CASO

Lc 17,1-37

1Disse ancora ai suoi discepoli: "È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. 2È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. 3State attenti a voi stessi!

Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. 4E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai".

5Gli apostoli dissero al Signore: 6"Aumenta la nostra fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? 8Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? 9Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare".

11Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samarìa e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, 13alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". 14Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; 16e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: 19"Alzati e va'; la tua fede ti ha salvato!".

20Interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", rispose: 21"Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!".

22Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. 23Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. 24Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. 25Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione. 26Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: 27mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. 28Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. 30Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà. 31In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. 32Ricordatevi della moglie di Lot. 33Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. 34Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; 35due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata". 36. 37Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 8,1-11: Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

At 5,1-42

1Un uomo di nome Ananìa con la moglie Saffìra vendette un suo podere 2e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. 3Ma Pietro gli disse: "Ananìa, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? 4Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio". 5All'udire queste parole, Ananìa cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. 6Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono.

7Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. 8Pietro le chiese: "Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?". Ed essa: "Sì, a tanto". 9Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te". 10D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. 11E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose.

12Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; 13degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. 14Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore 15fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro. 16Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti.

17Si alzò allora il sommo sacerdote e quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di livore, 18e fatti arrestare gli apostoli li fecero gettare nella prigione pubblica. 19Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li condusse fuori e disse: 20"Andate, e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole di vita". 21Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.

Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio e tutti gli anziani dei figli d'Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. 22Ma gli incaricati, giunti sul posto, non li trovarono nella prigione e tornarono a riferire: 23"Abbiamo trovato il carcere scrupolosamente sbarrato e le guardie ai loro posti davanti alla porta, ma, dopo aver aperto, non abbiamo trovato dentro nessuno". 24Udite queste parole, il capitano del tempio e i sommi sacerdoti si domandavano perplessi che cosa mai significasse tutto questo, 25quando arrivò un tale ad annunziare: "Ecco, gli uomini che avete messo in prigione si trovano nel tempio a insegnare al popolo".

26Allora il capitano uscì con le sue guardie e li condusse via, ma senza violenza, per timore di esser presi a sassate dal popolo. 27Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote cominciò a interrogarli dicendo: 28"Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell'uomo". 29Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. 30Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. 31Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. 32E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui". 33All'udire queste cose essi si irritarono e volevano metterli a morte.

34Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, 35disse: "Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare contro questi uomini. 36Qualche tempo fa venne téuda, dicendo di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti s'erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla. 37Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch'egli perì e quanti s'erano lasciati persuadere da lui furono dispersi. 38Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; 39ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!".

40Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà. 41Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù. 42E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo.


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: Cicerone per affermare la libertà contro il destino...

9. 1. Cicerone polemizza contro gli stoici con la convinzione che non addurrebbe prove valide contro di loro se non eliminasse la divinazione. E tenta di eliminarla così da negare la conoscenza del futuro e da sostenere con tutte le forze che è assolutamente impossibile sia nell'uomo che in Dio: non vi può essere nessuna predizione delle cose. Nega così la prescienza di Dio e cerca di demolire ogni profezia anche se evidentissima con vuote argomentazioni e col rilevare le contraddizioni di alcuni oracoli che è facile respingere. Tuttavia neanche di essi ha dato una vera confutazione. Nel respingere le supposizioni degli astrologi il suo discorso riceve autorità dalla considerazione che esse sono tali che si eliminano e confutano da sé. Ma coloro che ammettono per lo meno destini stellari sono più sopportabili di lui che esclude la prescienza del futuro. È evidente mancanza di intelligenza ammettere l'esistenza di Dio e negarne la prescienza del futuro. Essendosene accorto pure lui, saggiò perfino l'argomento di quel verso della Scrittura che dice: Ha detto lo sciocco in cuor suo: Dio non esiste, ma non come propria personale teoria. Notava infatti che era una parte spiacevole e sgradita e perciò nei libri de La natura degli dèi introdusse Cotta nella disputa contro gli stoici sull'argomento, e preferì esporre la propria teoria nella parte di Lucilio Balbo, al quale affidò la difesa della tesi stoica, anziché in quella di Cotta il quale nega l'esistenza di un essere divino. Invece nei libri su La divinazione da sé apertamente polemizza contro la prescienza del futuro. E, come sembra, tutto il suo impegno consiste nel non ammettere il destino per non negare la libera volontà. Pensa infatti che data la premessa della conoscenza del futuro si ha la conclusione assolutamente innegabile dell'esistenza del destino. Ma comunque siano i tortuosi cavilli e discussioni dei filosofi, noi per ammettere l'esistenza del Dio sommo e vero, ammettiamo anche la sua volontà, il sommo potere e la prescienza e non temiamo di non fare con la volontà ciò che con la volontà facciamo. Di questo ha prescienza colui la cui prescienza non può errare. Lo temettero Cicerone per negare la prescienza e gli stoici per non ammettere che tutto avviene per necessità, sebbene sostengano che tutto avviene per destino.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'ARDENTE ASPIRAZIONE AL CORPO DI CRISTO IN ALCUNE ANIME DEVOTE

PAROLE DEL DISCEPOLO
" Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi a coloro che Ti temono" (Sal 30, 20). Quando ripenso, o Signore, a certe anime devote che s'accostano al tuo Sacramento con la più grande devozione e con affetto, Piuttosto spesso mi sento pieno di colpa e di vergogna, perché m'accosto al tuo Altare e alla Mensa della santa Comunione così tiepido, così freddo, Perché rimango così arido e senza un palpito del cuore, perché non sono del tutto acceso alla tua presenza, o mio Dio, E perché non sono così fortemente rapito e commosso, come lo furono molti devoti che, per l'intensissimo desiderio della Comunione e per la sensibile tenerezza del cuore, non riuscirono a frenare le lacrime.

Essi, anzi, aprendo ad un tempo la bocca del cuore e quella del corpo, dal loro intimo anelavano a Te, Dio, fonte viva, e non potevano calmare o saziare il loro vivo desiderio in altro modo, se non ricevendo il tuo Corpo con pieno giubilo e con avida esultanza della loro anima. Oh, che fede sincera ed ardente, la loro! Essa costituisce un argomento a prova della tua reale presenza! Codeste anime devote davvero conoscono il loro Signore nella “frazione del pane” (Lc 24, 35); il loro cuore tanto ardentemente divampa per Gesù, che cammina con loro.

Spesso, un siffatto sentimento, una siffatta devozione, un amore ed un ardore così veementi sono lontani da me. Siimi propizio, Gesù buono, dolce e benigno, e concedi a questo tuo povero mendico che, qualche volta almeno, risenta nella santa Comunione un po' dell'intimo amore del tuo cuore, Perché s'irrobustisca la mia Fede, rinvigorisca la Speranza nella tua bontà; e la Carità, una buona volta perfettamente accesa e dopo avere gustato la Manna celeste, non mi venga mai meno.

La tua misericordia, poi, è così potente, da concedermi anche codesta desiderata grazia e da visitarmi con somma clemenza in ispirito d'ardore, fino a che non sarà giunto il giorno che a Te piacerà. Infatti, sebbene io non arda d'un desiderio così intenso come quello che ebbero per Te questi devoti così singolari, tuttavia sento, per grazia tua, che desidero avere quel desiderio grande e bruciante; prego e sospiro d'essere ammesso a far parte di tutti i tuoi fervidi devoti e d'essere annoverato nella loro santa compagnia.