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Giovedi, 2 maggio 2024 - Misteri luminosi - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Le cose fatte con precipitazione difficilmente son ben fatte: serva ciò di avviso per operare sempre con pace e soavità.

LETTURE A CASO

Mt 1,1-25

1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, 5Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, 8Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, 13Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.

17La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

18Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".

22Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio
che sarà chiamato Emmanuele,


che significa Dio con noi. 24Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 17, 1-9: Il suo volto brillò come il sole.

Ef 6,1-24

1Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. 2Onora tuo padre e tua madre: è questo il primo comandamento associato a una promessa: 3perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra. 4E voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell'educazione e nella disciplina del Signore.

5Schiavi, obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, con semplicità di spirito, come a Cristo, 6e non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, compiendo la volontà di Dio di cuore, 7prestando servizio di buona voglia come al Signore e non come a uomini. 8Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo sia libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene.

9Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che per loro come per voi c'è un solo Signore nel cielo, e che non v'è preferenza di persone presso di lui.

10Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. 11Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. 12La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.

13Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. 14State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, 15e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. 16Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; 17prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. 18Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, 19e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, 20del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.

21Desidero che anche voi sappiate come sto e ciò che faccio; di tutto vi informerà Tìchico, fratello carissimo e fedele ministro nel Signore. 22Ve lo mando proprio allo scopo di farvi conoscere mie notizie e per confortare i vostri cuori.

23Pace ai fratelli, e carità e fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo. 24La grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù Cristo, con amore incorruttibile.


Lettera ai cristiani di Magnesia : La concordia

VI,1. Poichè nelle persone nominate sopra ho visto e amato tutta la comunità vi prego di essere solleciti a compiere ogni cosa nella concordia di Dio e dei presbiteri. Con la guida del vescovo al posto di Dio, e dei presbiteri al posto del collegio apostolico e dei diaconi a me carissimi che svolgono il servizio di Gesù Cristo che prima dei secoli era presso il Padre e alla fine si è rivelato. 2. Tutti avendo una eguale condotta rispettatevi l’un l’altro. Nessuno guardi il prossimo secondo la carne, ma in Gesù Cristo amatevi sempre a vicenda. Nulla sia tra voi che vi possa dividere, ma unitevi al vescovo e ai capi nel segno e nella dimostrazione della incorruttibilità.

(Autore: Sant'Ignazio di Antiochia)

L'imitazione di Cristo: CONSIDERAZIONI SULL'UMANA MISERIA

Infelice sei, dovunque tu sia e dovunque tu ti volga, se non tendi a Dio. Perché ti turbi, se le cose non accadono come tu vuoi e desideri? Chi è che ha tutto secondo la propria volontà? Né io, né tu, né alcun altro sulla terra. Non c'è alcuno al mondo senza tribolazione o dispiacere, anche se sia Re o Papa. Chi sta meglio degli altri? Certamente, chi sa soffrire qualche cosa per amore di Dio. Molti, deboli di spirito ed imperfetti, vanno dicendo: Guarda come se la passa bene quell'uomo, quant'è ricco, com'è altolocato, com'è potente, com'è esaltato dagli uomini!

Tu, invece, leva il pensiero ai beni celesti e vedrai che tutti codesti beni temporali non valgono nulla, anzi sono pieni d'incertezze e molto gravosi, perché non si posseggono mai senza ansietà e timore. La felicità dell'uomo non consiste nell'avere abbondanza di beni temporali; gli basta, invece, una modesta quantità. La vera miseria è vivere qui sulla terra. Quanto più un uomo desidera essere spirituale, tanto più la presente vita gli diventa amara, perché sente meglio e vede più chiaramente le deficienze dell'umana natura corrotta.

Infatti, il mangiare, il bere, il vegliare, il dormire, il riposare, il lavorare, il soggiacere alle altre necessità naturali, sono davvero una grande miseria ed afflizione per l'uomo pio, il quale volentieri vorrebbe sentirsi sganciato e libero da quelle cose e puro da ogni colpa. L’uomo interiore, in verità, in questo mondo si sente molto oppresso dalle esigenze corporali. Perciò, il Profeta prega devotamente d'esserne liberato, dicendo: "Dalle mie necessità, o Signore, liberami Tu!" (Sal 24,17).

Ma guai a coloro che non conoscono la propria miseria; ed ancora più, guai a coloro che amano questa misera e corruttibile vita! infatti, alcuni s'attaccano ad essa tanto che, sebbene ricavino appena il necessario faticando o mendicando, non si curerebbero per nulla del Regno di Dio, se potessero vivere sempre quaggiù.Oh, stolti ed increduli di cuore, così sommersi profondamente nelle cose della terra, da non gustare se non i piaceri della carne! Ma quegl'infelici alla fine della vita, poi, s'accorgeranno per loro sventura quant'era vile e vano quello che amarono.

I Santi di Dio, invece, e tutti i devoti amici di Cristo non badarono ai piaceri della carne né a ciò che rese fiorente la vita mortale, mentre con tutta la loro speranza ed intenzione anelavano ai beni eterni. Tutto il loro desiderio s'innalzava alle cose durature ed invisibili, perché dall'amore di quelle visibili non fossero trascinati al fango. O fratello, non perdere la fiducia di poter progredire nella vita spirituale; ne hai ancora il tempo e l'ora. Perché vuoi differire il tuo buon profitto? Sorgi, mettiti subito, in questo momento, all'opera e di': Ora è il tempo d'agire, ora è il tempo di combattere, ora è il tempo opportuno per cambiare vita. Quando stai male e sei afflitto, allora è il tempo d'acquistare meriti.

Bisogna che tu passi per la prova del fuoco e dell'acqua, prima di giungere al luogo del refrigerio. Se non ti sarai fatta violenza, non potrai vincere una cattiva inclinazione. Finché portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere esenti da colpa né vivere senza tedio e senza afflizione.

Ci piacerebbe vivere in un riposo immune da ogni miseria; ma, avendo con il peccato perduto l'innocenza, abbiamo perduto anche la vera felicità. Bisogna, perciò, avere pazienza ed attendere la misericordia di Dio, finché passi il tempo dell'iniquità (Sal. 56,2) e finché ciò che è in noi mortale venga assunto dalla vita immortale (2 Cor 5,4). Oh, quant'è grande la fragilità umana, sempre incline al male! Oggi tu confessi i tuoi peccati, e domani commetti nuovamente quegli stessi che hai confessato.

Ora fai il proponimento di stare guardingo, e un'ora dopo ti comporti come se nulla avessi promesso. Possiamo, dunque, ben a ragione umiliarci e non avere mai molta stima di noi: tanto fragili siamo ed incostanti! Si può anche perdere in un momento, per negligenza, ciò che a gran fatica eravamo riusciti finalmente ad acquistare con la grazia di Dio.

Che sarà di noi sul finire della vita, se già, così per tempo, ci lasciamo prendere dalla tiepidezza? Guai a noi, se vogliamo riposare così, come se fossimo già in stato di pace e di sicurezza, mentre nella nostra norma di vita non appare ancora un segno della vera santità! Avremmo davvero bisogno di ricominciare da capo, come buoni novizi, ad educarci all'acquisto delle virtù, ammesso che ci fosse ancora speranza d'emendarci in avvenire e di conseguire un maggiore profitto spirituale.