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Martedi, 30 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Pio V ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Le nostre vite, per essere ricche di frutti, devono essere piene di Cristo; per essere in grado di portare la pace, la gioia e l'amore dobbiamo averli dentro di noi, poiché non possiamo dare quello che non abbia­mo... essere dei ciechi che conducono degli altri ciechi. I poveri che vivono negli slums sono senza Gesù e noi abbiamo il privilegio di entrare nelle loro case. Quel che pensano di noi non ha importanza, ma importa quello che siamo per essi. Andare nelle baraccopoli soltanto per far qualcosa non basterà a trascinare co­storo a Gesù. Se siete preoccupati di voi stessi e di quanto vi riguarda, non sarete in grado di vivere que­sto ideale.

LETTURE A CASO

Mc 7,1-37

1Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - 3i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, 4e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - 5quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?". 6Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:

Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me
.
7Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini
.

8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini". 9E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. 10Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. 11Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, 12non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, 13annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".

14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e intendete bene: 15non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo". 16.

17Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. 18E disse loro: "Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, 19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?". Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. 20Quindi soggiunse: "Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. 21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, 22adultéri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo".

24Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. 26Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. 27Ed egli le disse: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". 28Ma essa replicò: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli". 29Allora le disse: "Per questa tua parola va', il demonio è uscito da tua figlia".

30Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.

31Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. 33E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà" cioè: "Apriti!". 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano 37e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 5,1-12a: Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

2 Cor 1,1-24

1Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell'intera Acaia: 2grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.

3Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, 4il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. 5Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. 6Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. 7La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione.

8Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita. 9Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. 10 Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora, 11grazie alla vostra cooperazione nella preghiera per noi, affinché, per il favore divino ottenutoci da molte persone, siano rese grazie per noi da parte di molti.

12Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio, non con la sapienza della carne ma con la grazia di Dio. 13 Non vi scriviamo in maniera diversa da quello che potete leggere o comprendere; spero che comprenderete sino alla fine, 14come ci avete già compresi in parte, che noi siamo il vostro vanto, come voi sarete il nostro, nel giorno del Signore nostro Gesù.

15Con questa convinzione avevo deciso in un primo tempo di venire da voi, perché riceveste una seconda grazia, 16e da voi passare in Macedonia, per ritornare nuovamente dalla Macedonia in mezzo a voi ed avere da voi il commiato per la Giudea. 17Forse in questo progetto mi sono comportato con leggerezza? O quello che decido lo decido secondo la carne, in maniera da dire allo stesso tempo "sì, sì" e "no, no"? 18Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è "sì" e "no". 19Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu "sì" e "no", ma in lui c'è stato il "sì". 20E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute "sì". Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro "Amen" per la sua gloria. 21È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione, 22ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.

23Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi non sono più venuto a Corinto. 24Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi.


Il Pastore d'Erma - Le visioni: Terza visione: Le virtù sono collegate

XVI ( 8 ), 1. Quando ebbi terminato di interrogarla su tutte queste cose, mi chiede: "Vuoi sapere altro?". Essendo desideroso di conoscere ne fui contento. 2. Mi guardò e sorridendo mi disse: "Vedi sette donne intorno al perimetro della torre?". "Sì, signora". "La torre è da loro sostenuta per ordine del Signore. 3. Ascolta ora le loro mansioni. La prima, che ha molta forza nelle mani, si chiama Fede; per mezzo suo gli eletti di Dio si salvano. 4. La seconda, che si cinge le vesti ed ha aspetto virile, si chiama Continenza; essa è figlia della fede. Chi la segue è felice nella sua vita, perché si asterrà da ogni opera malvagia nella fiducia che, lungi da ogni insano desiderio, conseguirà la vita eterna". 5. "Le altre, signora, chi sono?". "Sono figlie l'una dell'altra e si chiamano Semplicità, Scienza, Innocenza, Castità e Carità. Quando tu compirai tutte le opere della madre, potrai vivere". 6. "Vorrei sapere, signora, la capacità di ognuna". "Ascolta, dice, le virtù che hanno. 7. Le virtù sono subordinate l'una all'altra e l'una segue l'altra come sono generate. Dalla Fede nasce la Continenza, dalla Continenza la Semplicità, dalla Semplicità l'Innocenza, dall'Innocenza la Castità, dalla Castità la Scienza, dalla Scienza la Carità. Le loro opere sono sante, pure e divine. 8. Chi servirà loro ed avrà la forza di possedere le loro opere, abiterà nella torre con i santi di Dio". 9. Interrogandola sui tempi, se fossero compiuti, essa a gran voce mi gridò: "Stolto, non vedi che la torre è ancora in costruzione? Quando la torre sarà terminata, si avrà la fine. Ma presto sarà compiuta. Non chiedermi più nulla. Basta a te e ai fedeli questo ricordo e il rinnovamento dei vostri spiriti. 10. E non per te solo furono rivelate queste cose, ma perché tu le partecipi agli altri dopo tre giorni. Prima devi riflettere. Le parole che sto per dirti, Erma, bisogna, e te lo ordino, che le annunzi agli orecchi dei fedeli. Essi udendole e mettendole in pratica saranno purificati dalle loro iniquità e tu con loro".

(Autore: Erma)

L'imitazione di Cristo: EVITARE I DISCORSI SUPERFLUI

Evita, per quanto puoi, i chiassosi ritrovi della gente: i discorsi di cose profane sono, infatti, di grave danno, anche se si fanno con retta intenzione. Si fa presto ad essere contaminati dalla vanità e a diventarne schiavi. Io vorrei aver taciuto molte più volte e non essermi trovato in mezzo agli uomini. Ma per quale motivo parliamo tanto volentieri e confabuliamo tra noi, mentre raramente possiamo ritornare al nostro ritiro senza danno della nostra coscienza? Per questo chiacchieriamo con tanto piacere e conversiamo insieme, perché cerchiamo, nello scambio di parole, di consolarci gli uni gli altri, e desideriamo così di sollevare lo spirito affaticato da svariati pensieri. E ci diletta molto discorrere e fantasticare su quelle cose che amiamo e desideriamo intensamente oppure su quelle che sono contrarie ai nostri desideri. Ma spesso, ahimè!, con esito vano e senza frutto. lnfatti, questa consolazione esteriore, che andiamo cercando, arreca non poco danno alla consolazione interiore e divina. Perciò, bisogna vigilare e pregare, perché il tempo non ci trascorra oziosamente. Se è lecito e conveniente parlare, parla di cose edificanti. La cattiva abitudine e la poca cura del nostro progresso spirituale contribuiscono molto alle intemperanze della nostra lingua. lnvece, giova non poco al profitto dell'anima la devota conversazione su argomenti spirituali, specialmente là, dove si trovano riunite in Dio persone che hanno consonanza di sentimento e di devozione.