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Martedi, 30 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Pio V ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Il mondo, oggi, ha fame non soltanto di pane, ma è affamato soprattutto di amore; ha fame di essere ac­cettato, di essere amato. Hanno fame di sentire la presenza del Cristo. In molti paesi, la gente ha tutto, salvo questa presenza, questa consapevolezza. Ecco perché la vita di preghiera e di sacrificio ci porta a dare quell'amore. Se sarete contemplativi, sarete quella presenza, quel pane di Dio da spezzare.

LETTURE A CASO

Mt 25,1-46

1Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; 4le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. 6A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. 9Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. 10Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! 12Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

14Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. 16Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. 20Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. 21Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 22Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. 23Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 24Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. 26Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 30E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 21,25-28,34-36: La vostra liberazione è vicina.

1 Pt 3,1-22

1Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati 2considerando la vostra condotta casta e rispettosa. 3Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati, collane d'oro, sfoggio di vestiti -; 4cercate piuttosto di adornare l'interno del vostro cuore con un'anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. 5Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia.

7E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere.

8E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; 9non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. 10Infatti:

Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici,
trattenga la sua lingua dal male
e le sue labbra da parole d'inganno;
11eviti il male e faccia il bene,
cerchi la pace e la segua,
12perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti
e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere;
ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il male
.

13E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene? 14E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, 15ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, 16con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. 17È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male.

18Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. 19E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione; 20essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. 21Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo, 22il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: Romolo dio Quirino.

15. Vi fu un criterio nella scelta degli dèi, sia pure falsi, o è piuttosto adulazione? Perché intanto non ritennero Platone neanche degno di un tempietto, pur considerandolo semidio? Eppure si era impegnato con eccellenti opere filosofiche a non far decadere la moralità con i mali spirituali che più degli altri si devono evitare. E poi hanno ritenuto Romolo superiore a molti loro dèi, sebbene una loro dottrina esoterica lo presenti non dio ma semidio. Gli hanno perfino destinato un sacerdote flamine. Questo tipo di sacerdozio nella religione romana fu, come dimostra il berretto, tanto in onore che si ebbero soltanto tre flamini destinati a tre divinità, il Diale a Giove, il Marziale a Marte, il Quirinale a Romolo. Per gratitudine dei cittadini egli accolto in cielo fu chiamato Quirino. Dunque Romolo in questo onore ebbe la prelazione su Nettuno e Plutone, fratelli di Giove e anche su Saturno loro padre. Così tributarono a lui un sacerdozio analogo a quello grande tributato a Giove e a Marte, che poi ne era il padre. Fu forse per riguardo a lui.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: PACE INTERIORE E PROGRESSO DELLO SPIRITO

PAROLE DEL SIGNORE Figlio, Io ho detto: "vi lascio la pace vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, Io la do a voi" (Gv 14,27). Tutti desiderano la pace; non tutti, però, si curano dei mezzi che conducono alla vera pace. La mia pace è con gli umili e con i miti di cuore. La tua pace sarà nell'esercizio di molta pazienza. Se Mi ascolterai e seguirai la mia parola, potrai godere di molta pace.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Che devo, dunque, fare?

PAROLE DEL SIGNORE
In ogni cosa sta bene attento a quello che fai ed a quello che dici, ed indirizza ogni tua intenzione al fine di piacere soltanto a Me e di nulla desiderare e cercare fuori di Me. Evita, poi, di giudicare alla leggera le parole o le azioni degli altri, e non impicciarti in cose che non ti sono state affidate; in tal modo ti sarà, forse, possibile essere turbato nel tuo Spirito lievemente o di rado. Non sentire mai, però, turbamento e il non soffrire mai pena nello spirito e nel corpo non appartengono alla vita presente, ma sono condizioni proprie della pace eterna. Non credere, dunque, d'aver trovato la vera pace, se non hai sofferto alcuna angustia; non credere che tutto proceda bene, se non soffri per qualcuno che ti si pone contro; non credere che tutto sia perfetto, se tutte le cose riescono secondo i tuoi desideri. Neppure devi credere d'essere qualcosa di grande o d'essere oggetto di speciale predilezione divina, se sentirai una gran devozione e dolcezza spirituale. Non da queste cose, infatti, si riconosce chi è il vero amante delle virtù; e non consistono in queste cose il profitto e la perfezione dell'uomo.

PAROLE DEL DISCEPOLO
In che cosa, dunque, o Signore?

PAROLE DEL SIGNORE
Nell'offrire te stesso, con tutto il cuore, alla volontà di Dio, senza cercare niente di tuo, così nelle piccole come nelle grandi cose, tanto per il tempo presente quanto per l'eternità; In modo che tu sia sempre in atto di ringraziamento, con lo stesso volto nella prosperità e nell'avversità, tutto pesando con giusta bilancia. Se avrai una speranza così forte e generosa che, pur perduta la consolazione interiore, avrai l'animo preparato a patire cose anche più grandi; E se non cercherai scuse, quasi che tu non dovessi patire codesti così gravi affanni, ma invece Mi proclamerai giusto in tutte le mie disposizioni e darai lode alla mia santità; Allora, sì, camminerai sulla vera e diritta via della pace e potrai avere speranza certa di rivedere con gioia il mio volto. Ché, se giungerai al completo disprezzo di te stesso, sappi che allora godrai di quell'abbondanza di pace, per quanto è dato di godere durante codesta tua dimora nell'esilio.