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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Ringrazia e bacia dolcemente la mano di Dio che ti percuote; è sempre la mano di un padre che ti percuote perché ti vuol bene.

LETTURE A CASO

Mc 5,1-43

1Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. 2Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. 3Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, 7e urlando a gran voce disse: "Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!". 8Gli diceva infatti: "Esci, spirito immondo, da quest'uomo!". 9E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti". 10E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.

11Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. 12E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi". 13Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. 14I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.

15Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. 16Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. 17Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. 18Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. 19Non glielo permise, ma gli disse: "Va' nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato". 20Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

21Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. 22Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi 23e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". 24Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

25Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: 28"Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". 29E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.

30Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?". 31I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?". 32Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".

35Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". 37E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. 39Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". 40Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.41Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". 42Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 16, 13-20: Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Fil 1,1-30

1Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi. 2Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

3Ringrazio il mio Dio ogni volta ch'io mi ricordo di voi, 4pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, 5a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, 6e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. 7È giusto, del resto, che io pensi questo di tutti voi, perché vi porto nel cuore, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è stata concessa sia nelle catene, sia nella difesa e nel consolidamento del vangelo. 8Infatti Dio mi è testimonio del profondo affetto che ho per tutti voi nell'amore di Cristo Gesù. 9E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, 10perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, 11ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

12Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del vangelo, 13al punto che in tutto il pretorio e dovunque si sa che sono in catene per Cristo; 14in tal modo la maggior parte dei fratelli, incoraggiati nel Signore dalle mie catene, ardiscono annunziare la parola di Dio con maggior zelo e senza timore alcuno. 15Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la difesa del vangelo; 17quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene. 18Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19So infatti che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente attesa speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.

21Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. 23Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. 25Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d'aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, 26perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi.

27Soltanto però comportatevi da cittadini degni del vangelo, perché nel caso che io venga e vi veda o che di lontano senta parlare di voi, sappia che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del vangelo, 28senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo è per loro un presagio di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio; 29perché a voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo; ma anche di soffrire per lui, 30sostenendo la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e che ora sentite dire che io sostengo.


Lettera ai Filippesi: Non mi arrogo il diritto di ammaestrarvi. Vostro maestro è il beato Paolo

1. Vi scrivo queste cose intorno alla giustizia, o fratelli, non perché me ne arroghi il diritto, ma perché voi me n’avete richiesto.

2. Poiché né io né un altro come me potrà mai raggiungere la sapienza del beato e glorioso Paolo, il quale, mentre si trovava tra voi, alla presenza degli uomini d’allora, insegnò con tanta esattezza e sicurezza la parola della verità, e, quando fu lontano, vi scrisse lettere , nella cui meditazione voi potrete confermare la fede che vi fu data.

3 Questa fede é madre di tutti noi ; la segue la speranza e la precede la carità verso Dio, verso Cristo e verso il prossimo. Chi si attiene a queste virtù adempie il precetto della giustizia; poiché colui che possiede la carità è lontano da ogni peccato.

(Autore: San Policarpo (di Smirne))

L'imitazione di Cristo: BISOGNA VIVERE ALLA PRESENZA DI Dio IN ISPIRITO DI VERITÀ E D'UMILTÀ PAROLE DEL SIGNORE

Figlio, cammina alla mia presenza in ispirito di verità e cercami sempre nella semplicità del tuo cuore. Chi cammina davanti a Me in ispirito di verità, sarà al sicuro dagli assalti malvagi; la Verità lo libererà dai seduttori e dalle calunnie dei perversi. Se la Verità t'avrà reso libero, sarai veramente libero e non ti curerai delle vane chiacchiere degli uomini.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, è vero quello che dici; sia fatto di me, Te ne prego, secondo la tua parola. La tua Verità m'ammaestri, mi custodisca e mi conservi fino al momento della salvezza. Essa mi liberi da ogni cattiva inclinazione e da ogni attaccamento disordinato; allora io camminerò con Te con grande libertà di spirito.

PAROLE DEL SIGNORE
Io t'insegnerò, dice la Verità, ciò che è retto e mi è gradito. Pensa ai tuoi peccati con profondo dolore e con amarezza, e non credere mai di valere qualche cosa per avere fatto delle opere buone. Sei in realtà un peccatore, soggetto a molte passioni ed in esse invischiato. Per la tua natura, tendi sempre al nulla; presto cadi, presto sei vinto, presto sei sconvolto, presto t'abbatti. Non hai nulla di cui ti possa gloriare, ma molto di cui ti debba umiliare, perché sei molto più fragile di quanto sei in grado di comprendere. Nulla, dunque, di tutto quello che fai, ti sembri avere importanza. Nulla sembri ai tuoi occhi eccelso, nulla prezioso ed ammirevole, nulla meritevole di stima; nulla sublime, nulla davvero lodevole e desiderabile sembri ai tuoi occhi, se non ciò che è eterno. Sopra ogni cosa ti piaccia l'eterna Verità; ti dispiaccia sempre la tua sconfinata pochezza.

Nulla devi tanto temere, nulla devi tanto disprezzare e fuggire, quanto i tuoi difetti ed i tuoi peccati; solo questi devono affliggerti più che qualsivoglia perdita delle tue sostanze. Taluni non camminano al mio cospetto con cuore sincero, ma, spinti da una certa curiosità e presunzione, vogliono conoscere i miei segreti e capire gli alti disegni di Dio, trascurando se stessi e la propria salvezza. Costoro, per la loro orgogliosa curiosità, cadono spesso in gravi tentazioni e peccati, perché Io mi oppongo ad essi. Sii religiosamente riverente davanti ai giudizi di Dio, paventa l'ira dell'Onnipotente. Non discutere l'operato dell'Altissimo, ma prendi in esame le tue colpe: in che gravi colpe sei caduto e quante opere buone hai omesso.

Alcuni fanno consistere la loro pietà soltanto nelle letture, altri nelle immagini, altri infine nei segni esteriori e nelle cerimonie. Alcuni Mi hanno sulla bocca, ma poco c'è nel loro cuore. Ci sono altri, però, che, illuminati nella mente e purificati negli affetti, anelano sempre ai beni eterni, malvolentieri sentono parlare delle cose terrene, subiscono con pena ciò che la natura impone; e costoro intendono ciò che dice dentro di loro lo Spirito di Verità, il quale insegna loro a disprezzare le cose terrene e ad amare quelle celesti, a trascurare il mondo e a desiderare, giorno e notte, il Cielo.