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Sabato, 4 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Ciriaco ( Letture di oggi )

Massime di perfezione cristiana: I veri fondamenti della vita spiritua­le sono: rinnegare se stessi, tenersi in poca considerazione, sfuggire gli onori e la stima, desiderare di essere emarginato, preferire l'ultimo posto e fare tutto il bene possibile, senza sperare alcuna ricompensa dagli uo­mini.

LETTURE A CASO

Gv 17,1-26

1Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: "Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. 2Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 3Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 4Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. 5E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.

6Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. 7Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 8perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. 9Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. 10Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.

12Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. 13Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

15Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. 16Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; 19per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.

20Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; 21perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

22E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. 23Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.

24Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.

25Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. 26E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 3,14-21: Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

1 Gv 3,1-24

1Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. 2Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.

3Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. 4Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge, perché il peccato è violazione della legge. 5Voi sapete che egli è apparso per togliere i peccati e che in lui non v'è peccato. 6Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non lo ha visto né l'ha conosciuto.

7Figlioli, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com'egli è giusto. 8Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo. 9Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio.

10Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello.

11Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. 12Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvage, mentre quelle di suo fratello eran giuste.

13Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. 14Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. 15Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.

16Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. 17Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio? 18Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. 19Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore 20qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 21Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; 22e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.

23Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. 24Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: Platone contro i poeti.

14. 1. Chiedo poi perché anche i poeti autori di drammi di tal fatta, ai quali dalla legge delle dodici tavole è stato proibito di ledere la reputazione dei cittadini, se scagliano insulti così ignominiosi contro gli dèi, non sono considerati infami come gli attori. Per quale ragione è stato stabilito che siano infamati gli attori e onorati gli autori di favole poetiche e di dèi privi di ogni decoro? O si deve piuttosto dare la palma al greco Platone che, figurando con la ragione uno Stato ideale, ritenne che i poeti si devono cacciare dalla città come nemici della verità? Egli non tollerava gli oltraggi contro gli dèi e non voleva che le coscienze dei cittadini fossero corrotte per mollezza dalle favole. E adesso confronta l'umanità di Platone che, per non far corrompere i cittadini, caccia i poeti dalla città con la divinità degli dèi che chiede in proprio onore gli spettacoli teatrali. Platone, anche se dialetticamente non convinse, consigliò tuttavia la leggerezza e dissolutezza dei Greci affinché non fossero neanche scritti i drammi; gli dèi estorsero col comando alla ponderatezza e morigeratezza dei Romani che fossero perfino eseguiti. E vollero che non solo fossero eseguiti ma anche dedicati, offerti in voto e presentati loro solennemente. A chi a buon conto lo Stato tributerebbe più onestamente onori divini? A Platone che proibisce queste oscenità e nefandezze o ai demoni che godono di ingannare così uomini ai quali quegli non riuscì a dimostrare irrefutabilmente i veri valori?

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: UMILTÀ E SOTTOMISSIONE

Non fare gran conto di chi ti sia favorevole o contrario; attendi piuttosto ed adòperati a che in ogni tua azione Dio sia con te. Abbi retta coscienza e Dio sarà il tuo valido difensore. Non ci sarà, infatti, cattiveria d'alcuno che possa nuocere a colui che Dio avrà voluto aiutare. Se tu saprai sopportare in silenzio, sperimenterai, certo, l'aiuto del Signore. È Lui che conosce il tempo ed il modo di liberarti dall'affanno, e quindi devi rimetterti a Lui. Sta a Lui aiutarti e liberarti da ogni smarrimento. Spesso giova molto, per mantenerci in umiltà più grande, che altri conoscano i nostri difetti e che ce li rimproverino.

Quando un uomo s'umilia per i propri difetti, fa tacere gli altri facilmente e, senza fatica, dà soddisfazione a quelli che si sono adirati con lui. Dio protegge e libera l'umile, gli dona il suo amore ed il suo conforto; verso l'umile si china; all'umile elargisce abbondanza di grazia e, dopo l'umiliazione, lo innalza alla gloria. A chi s'umilia rivela i suoi segreti, con dolcezza lo invita e lo attrae a Sé. L'umile, anche quando subisce affronto, si conserva in grande pace, perché s'appoggia a Dio, e non al mondo. Non credere d'avere fatto grande progresso spirituale, se non ti senti inferiore a tutti.