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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Il cuore che ha ben ferma e radicata la fede, non si spaventa delle difficoltà, perché sa benissimo che dio ama e non abbandona quelli che confidano il Lui.

LETTURE A CASO

Mc 4,1-41

1Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3"Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno". 9E diceva: "Chi ha orecchi per intendere intenda!".

10Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: 11"A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, 12perché:

guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato
".

13Continuò dicendo loro: "Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? 14Il seminatore semina la parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. 16Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. 18Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.20Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno".

21Diceva loro: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? 22Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per intendere, intenda!".

24Diceva loro: "Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. 25Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".

26Diceva: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura".

30Diceva: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; 32ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra".

33Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

35In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: "Passiamo all'altra riva". 36E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". 39Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 20, 19-23: Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi. .

Rm 1,1-32

1Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio, 2che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture, 3riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, 4costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore. 5Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del suo nome; 6e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo. 7A quanti sono in Roma diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

8Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo. 9Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi, 10chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi. 11Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, 12o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. 13Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili. 14Poiché sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti: 15sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo anche a voi di Roma.

16Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. 17È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede.

18In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, 19poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. 20Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; 21essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. 22Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti 23e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

24Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, 25poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. 27Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. 28E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, 29colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, 30maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, 31insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. 32E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: Lega anticristiana di dotti e ignoranti.

3. Ricorda che mentre richiamo questi fatti parlo ancora contro gli ignoranti. Dalla loro ignoranza è nato appunto l'aforisma: "Non viene la pioggia, ne sono causa i cristiani" 3. Coloro invece che iniziati agli studi liberali amano la storia, sanno benissimo queste cose, ma per renderci ostili le masse degli indotti fanno finta di non saperlo; e si affannano a ribadire nel volgo che le sciagure da cui ineluttabilmente l'umanità in determinate circostanze di spazio e di tempo è afflitta avvengono per colpa della religione cristiana, giacché a danno dei loro dèi si diffonde con grande fama e illustre rinomanza in tutti i paesi. Richiamino dunque con noi le sciagure con cui lo Stato romano più volte e in vario modo è stato ridotto a nulla, prima che il Cristo venisse nel mondo, prima che il suo nome si rendesse noto ai popoli con la gloria che inutilmente gli contrastano. Difendano poi, se ne sono capaci, anche per questi fatti, i loro dèi se sono adorati appunto perché i loro adoratori non subiscano queste sventure, dal momento che pretendono di addossare a noi quelle che ora hanno sofferto. Perché dunque hanno permesso che accadessero ai loro adoratori i mali che sto per narrare, prima che la predicazione del nome di Cristo li irritasse e facesse proibire il loro culto?

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: CHI SI APPRESTA A COMUNICARSI DEVE PREPARARSI CON GRANDE DILIGENZA

PAROLE DELL'AMATO
Io sono Colui che ama la purezza, sono Colui che dona ogni santità. Io cerco il cuore puro, ed ivi è il luogo del mio riposo. Preparami "una grande sala con i tappeti" (Mc 14,15), e farò la Pasqua in casa tua con i miei discepoli. Se vuoi ch'Io venga a te e rimanga in te, togli via il lievito vecchio e rendi monda la dimora del tuo cuore. Caccia fuori di te tutto quello che è mondano ed ogni tumulto di passioni; poi "sta' come uccello solitario sopra un tetto" (Sal 100,8) e ripensa, nell'amarezza dell'anima tua, ai tuoi falli.

Infatti, ogni amante prepara al suo diletto, dal quale è riamato, la stanza migliore e più bella, perché da questo si conosce l'affetto di chi riceve la persona cara. Sappi, però, che non potrai prepararti a sufficienza solo con i tuoi mezzi, anche se vi attendessi per un intero anno e non avessi in mente nient'altro. Ma soltanto per la mia pietà e per la mia grazia ti è concesso d'accostarti alla mia mensa: come se un mendico fosse chiamato al pranzo d'un ricco e non avesse altra possibilità di corrispondere a quel beneficio, tranne quella d'umiliarsi profondamente e di ringraziare. Fa' quanto sta in te e fallo diligentemente, non per abitudine, non per costrizione; ma con timore, con riverenza, con amore ricevi il Corpo del diletto Signore Dio, che si degna di venire a te.

Sono Io che t'ho chiamato, sono Io che ho comandato che così fosse fatto; Io supplirò a quello che ti manca; vieni e riceviMi. Quando Io ti concedo la grazia della devozione, rendi grazie al tuo Dio; t'ho concesso il dono non perché tu ne sia degno, ma perché ho avuto compassione di te. Se poi non hai questa devozione e ti senti piuttosto arido, insisti nella preghiera, piangi e bussa alla mia porta e non smettere fino a quando non meriterai di ricevere almeno una briciola od una goccia della grazia salutare. Tu hai bisogno di Me, non Io di te. Né tu vieni a santificare Me, ma Io vengo a santificare te e a farti migliore. Tu vieni per essere da Me santificato e per essere unito a Me; tu vieni per ricevere nuova grazia e per maggiormente infervorarti all'emendazione della tua vita.

Non disprezzare questa grazia, ma disponi con ogni diligenza il tuo cuore e fa' entrare in te il tuo Amato. Bisogna, poi, che non solo tu ecciti il fervore prima della Comunione, ma anche che tu ponga ogni cura a mantenerlo dopo aver ricevuto il Sacramento. Come occorre, prima, una devota preparazione, così è necessario, dopo, un non minore raccoglimento.

Infatti, questo buon raccoglimento che segue è, a sua volta, un'ottima preparazione per ottenere grazie maggiori. Perciò, perde molto delle sue buone disposizioni chi, dopo la Comunione, si sia subito abbandonato troppo a svaghi esteriori. Guardati dal molto parlare; rimani appartato in raccoglimento e goditi il tuo Dio. Tu possiedi Colui che tutto il mondo non ti potrà togliere. Sono Io, Colui al quale devi darti tutto, cosicché tu non viva più, per l'avvenire, in te, ma in Me senza alcun' altra preoccupazione.