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Domenica, 5 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Il vero amico nostro è Gesù Cristo, che ci ha amati tanto da dare per noi la sua vita. Pensa quale amico fedele sarebbe colui che, vedendoti in punto di morte, si offrisse per te e prendesse volentieri su di sé la tua malattia e la tua morte!

LETTURE A CASO

Mc 11,1-33

1Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2e disse loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. 3E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito". 4Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5E alcuni dei presenti però dissero loro: "Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?". 6Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. 7Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. 9Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:

Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
10Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!

11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.

12La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. 13E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. 14E gli disse: "Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti". E i discepoli l'udirono.

15Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe 16e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. 17Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto:

La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le genti?


Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!".

18L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. 19Quando venne la sera uscirono dalla città.

20La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. 21Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: "Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato". 22Gesù allora disse loro: "Abbiate fede in Dio! 23In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. 24Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. 25Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati". 26.

27Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: 28"Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?". 29Ma Gesù disse loro: "Vi farò anch'io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. 30Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi". 31Ed essi discutevano tra sé dicendo: "Se rispondiamo "dal cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto? 32Diciamo dunque "dagli uomini"?". Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. 33Allora diedero a Gesù questa risposta: "Non sappiamo". E Gesù disse loro: "Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 1, 1-8: Raddrizzate le vie del Signore.

Rm 9,1-33

1Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: 2ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. 3Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. 4Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, 5i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

6Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i discendenti di Israele sono Israele, 7né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli. No, ma: in Isacco ti sarà data una discendenza, 8cioè: non sono considerati figli di Dio i figli della carne, ma come discendenza sono considerati solo i figli della promessa. 9Queste infatti sono le parole della promessa: Io verrò in questo tempo e Sara avrà un figlio. 10E non è tutto; c'è anche Rebecca che ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre: 11quando essi ancora non eran nati e nulla avevano fatto di bene o di male - perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull'elezione non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama - 12le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore, 13come sta scritto:

Ho amato Giacobbe
e ho odiato Esaù
.

14Che diremo dunque? C'è forse ingiustizia da parte di Dio? No certamente! 15Egli infatti dice a Mosè:

Userò misericordia con chi vorrò,
e avrò pietà di chi vorrò averla.


16Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia. 17Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. 18Dio quindi usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole

19Mi potrai però dire: "Ma allora perché ancora rimprovera? Chi può infatti resistere al suo volere?". 20O uomo, tu chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". 21Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare? 22Se pertanto Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza vasi di collera, già pronti per la perdizione, 23e questo per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi di misericordia, da lui predisposti alla gloria, 24cioè verso di noi, che egli ha chiamati non solo tra i Giudei ma anche tra i pagani, che potremmo dire?

25Esattamente come dice Osea:

Chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo
e mia diletta quella che non era la diletta.
26E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto loro:
"Voi non siete mio popolo",
là saranno chiamati figli del Dio vivente
.

27E quanto a Israele, Isaia esclama:

Se anche il numero dei figli d'Israele
fosse come la sabbia del mare,
sarà salvato solo il resto;
28perché con pienezza e rapidità
il Signore compirà la sua parola sopra la terra
.

29E ancora secondo ciò che predisse Isaia:

Se il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato una discendenza,
saremmo divenuti come Sòdoma
e resi simili a Gomorra
.

30Che diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia: la giustizia però che deriva dalla fede; 31mentre Israele, che ricercava una legge che gli desse la giustizia, non è giunto alla pratica della legge. 32E perché mai? Perché non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse dalle opere. Hanno urtato così contro la pietra d'inciampo, 33come sta scritto:

Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso
.


La Città di Dio: Libro VI - Il politeismo e il problema della salvezza: Il dottissimo Varrone e la religione ufficiale.

2. Chi ha ricercato queste tradizioni con maggiore interesse di Marco Varrone? Chi le ha rintracciate con maggiore erudizione? Chi le ha esaminate con maggiore attenzione? Chi le ha classificate con maggiore capacità critica? Chi le ha tramandate più diligentemente ed esaurientemente? E sebbene egli sia meno elegante nella forma, è tuttavia così ricco di contenuti d'erudizione che nell'universale cultura, che noi chiamiamo profana ed essi liberale, egli informa lo studioso di storia nella medesima misura che Cicerone diletta lo studioso di lingua. Inoltre lo stesso Cicerone gli tributa un tale attestato di lode da dire nei libri Sugli Accademici che ha tenuto la discussione in essi contenuta con Marco Varrone, l'uomo senz'altro più intelligente e indubbiamente più colto. Non ha detto eloquente o buon parlatore, perché in realtà in questa attitudine è molto inferiore ma senz'altro il più intelligente di tutti; e nei libri citati, cioè Sugli Accademici, dove sostiene il dubbio universale aggiunge: E indubbiamente il più dotto. Era così certo di questo fatto da eliminare il dubbio che abitualmente applica a tutte le affermazioni come se soltanto per questo caso si fosse dimenticato di essere accademico nell'atto stesso che si accingeva a dissertare a favore del dubbio accademico. Nel primo libro nell'encomiare le opere letterarie di Varrone, dice: Giacché eravamo esuli stranieri nella nostra stessa città, i tuoi libri ci hanno ricondotto a casa nostra come ospiti, affinché potessimo conoscere chi e dove siamo. Tu ci hai svelato l'età della patria, le vicende del passato, la legge del culto, il regolamento della casta sacerdotale, della casa e dello Stato, l'ubicazione dei rioni e degli edifici e i nomi, le classificazioni, i compiti e la ragione della religione e cultura in generale. Quest'uomo fu dunque di cultura tanto insigne e superiore che di lui anche Terenziano con un elegantissimo verso ha detto scultoreamente: Varrone l'uomo più dotto per ogni riguardo 10. Lesse tanto da farci meravigliare che abbia avuto tempo di scrivere, ha scritto tanto quanto appena si crederebbe che sia possibile leggere. Ma se costui, dico io, uomo di tanto ingegno e di tanta cultura, avesse attaccato fino a distruggere i supposti valori religiosi, di cui ha scritto, e avesse detto che non appartengono alla religione ma alla superstizione, non so se avrebbe passato in rassegna tanti aspetti che in essi sono degni di scherno, di disprezzo e di esecrazione. Egli poi ha onorato gli dèi e ha reputato che si dovessero onorare fino a confessare, in quella stessa opera letteraria, il proprio timore che essi andassero in rovina non per un assalto nemico ma per indifferenza dei cittadini. E afferma che per suo mezzo sono liberati da quella che egli crede una perdita e che mediante i suoi libri saranno accuratamente conservati nella memoria dei buoni attraverso un interesse con esito più felice di quello con cui, come è stato tramandato, Metello salvò la statua di Vesta dal fuoco ed Enea i penati dall'incendio di Troia . Egli comunque presenta alla conoscenza dei secoli tradizioni che colti e ignoranti dovrebbero rifiutare e che sono giudicate assolutamente contrarie ai valori religiosi. Che cosa altro dobbiamo pensare dunque se non che egli, uomo di grande intelligenza e cultura, ma non libero per grazia dello Spirito Santo, fu condizionato dal costume e dalle leggi della sua patria e che tuttavia, col pretesto d'inculcare la religione, non volle tacere quelle pratiche da cui egli era turbato?.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: BISOGNA RIFERIRE TUTTO A DIO, ULTIMO FINE

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, Io devo essere il fine supremo ed ultimo, se veramente desideri essere felice. Questa intenzione renderà puri i tuoi affetti, troppo spesso inclinati viziosamente verso te stesso e verso le creature. Se infatti, in qualche cosa cerchi te stesso, subito interiormente decadi ed inaridisci.Tutto, dunque, devi ricondurre principalmente a Me, perché Io solo t'ho dato tutto. Considera le singole cose come derivanti dal Sommo Bene; perciò, tutte devono essere riferite a Me come alla loro origine. Da Me, come da fonte viva, il piccolo e il grande, il povero ed il ricco attingono l'acqua della vita; e quelli che spontaneamente e liberamente Mi servono, riceveranno grazia su grazia. Colui, invece, che avrà voluto cercare la propria gloria fuori di Me o compiacersi di qualche bene particolare, non godrà della gioia vera e duratura né si sentirà allargare il cuore, ma sarà in mille modi ostacolato ed angustiato.

Non devi, dunque, ascrivere a te nulla del bene che è in te né devi attribuire ad alcun uomo la sua virtù, ma devi riconoscere che tutto viene da Dio, senza del quale l'uomo non possiede nulla. Io, tutto ho dato; Io, tutto voglio riavere; e con grande forza chiedo d'esserne ringraziato. Questa è la verità che mette in fuga la vanità della gloria. E se saranno entrati nell'anima la grazia celeste e l'amore vero, non ci sarà spazio per alcuna invidia né per la grettezza del cuore né per l'amor proprio. Infatti, il divino amore vince ogni difetto ed aumenta, moltiplicandole, tutte le energie dell'anima. Se tu hai giusto discernimento, riporrai in Me solo la tua gioia, in Me solo la tua speranza, perché "nessuno è buono, se non uno solo, Dio" (Lc 18,19), il quale deve essere sopra ogni cosa lodato ed in ogni cosa benedetto.