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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Suor Maria Consolata Betrone:Accolsi il consiglio con gioia e radunai tutti gli sforzi per vincere un difetto alla settimana: ma preoccupata solo più di giungere alla settimana seguente, senza aver detto una parola inutile o ammesso un pensiero inutile ecc., io non pensavo più ad amare e la Santissima Vergine un giorno mi disse: Tu ti perdi in tante minuzie e non dai a Gesù quello che unicamente ti chiede. L'ultima sera invano desidererai di poter vivere per fare ancora un atto d'amore, sarà troppo tardi. Compresi e mi applicai nuovamente ad amare »

LETTURE A CASO

Lc 18,1-43

1Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: 2"C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. 3In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. 4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, 5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi". 6E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? 8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: 10"Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato".

15Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. 16Allora Gesù li fece venire avanti e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. 17In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà".

18Un notabile lo interrogò: "Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?". 19Gesù gli rispose: "Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. 20Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre". 21Costui disse: "Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza". 22Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi". 23Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco.

24Quando Gesù lo vide, disse: "Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. 25È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!". 26Quelli che ascoltavano dissero: "Allora chi potrà essere salvato?". 27Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

28Pietro allora disse: "Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito". 29Ed egli rispose: "In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, 30che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà".

31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: "Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà. 32Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi 33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà". 34Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

35Mentre si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. 36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. 37Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!". 38Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!". 39Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". 40Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: 41"Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista". 42E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato". 43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 14, 1-12: Io sono la via , la verità e la vita.

1 Cor 10,1-33

1Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, 2tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, 3tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, 4tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. 5Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.

6Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. 7Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi. 8Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi si abbandonarono alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila. 9Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero vittime dei serpenti. 10Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore. 11Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. 12Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. 13Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.

14Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria. 15Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico: 16il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? 17Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane. 18Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?

19Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa? 20No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; 21non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. 22O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?

23"Tutto è lecito!". Ma non tutto è utile! "Tutto è lecito!". Ma non tutto edifica. 24Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui. 25Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza, 26perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene.

27Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza. 28Ma se qualcuno vi dicesse: "È carne immolata in sacrificio", astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza; 29della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro. Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della coscienza altrui? 30Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo grazie?

31Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. 32Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; 33così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.


La Città di Dio: Libro III - La storia di Roma in una visione critica: Gli dèi soggiacciono alle passioni umane.

11. Non per altro potere l'Apollo di Cuma, come si venne a sapere, pianse per quattro giorni mentre si combatteva la guerra contro gli Achei e re Aristonico. Gli aruspici atterriti dal prodigio ritennero che la statua si dovesse gettare in mare. I maggiorenti di Cuma s'interposero informando che un prodigio simile si era verificato nella medesima statua anche durante la guerra contro Antioco e in quella contro Perseo e poiché si ebbe un esito felice per i Romani attestarono che per delibera del senato erano stati mandati doni al loro Apollo. Allora gli aruspici convocati diedero, come più esperti, il responso che il pianto della statua di Apollo era di buon auspicio per i Romani perché la colonia cumana era greca e il pianto di Apollo significava lutto e sconfitta per la regione, da cui era stato importato, cioè per la stessa Grecia. Subito dopo si ebbe la notizia che re Aristonico era stato vinto e fatto prigioniero e Apollo non voleva certamente che fosse vinto, se ne doleva e lo dava a vedere perfino con le lacrime della propria statua. E per questo non del tutto a sproposito il comportamento dei demoni viene descritto nelle composizioni verosimili, sebbene mitiche, dei poeti. Infatti in Virgilio Diana provò dolore per Camilla, ed Ercole pianse per Pallante che stava per morire. Forse per questo Numa Pompilio, sovraccarico di pace, ma non sapendo e non domandandosi chi è che la dava, pensò nella sua inoperosità a quali dèi affidare la difesa della salvezza e del regno di Roma. Non sapeva che l'unico vero onnipotente sommo Dio provvede alle cose del mondo. Rifletteva inoltre che gli dèi di Troia importati da Enea non avrebbero potuto conservare a lungo il regno di Troia e di Lavinio fondato dallo stesso Enea. Ritenne opportuno allora di procacciarsi altri dèi da usare o come custodi dei fuggitivi o come difensori degli invalidi oltre ai primi che erano passati a Roma con Romolo o che sarebbero passati in seguito con la distruzione di Alba.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA GRATITUDINE A DIO PER IL DONO DELLA GRAZIA

Perché cerchi la quiete, mentre sei nato per la fatica? Disponiti più a soffrire che ad essere consolato; a portare la croce più che a vivere nella letizia.Anche tra coloro che vivono nel mondo, chi non accetterebbe ben volentieri la consolazione e la letizia spirituale, se potesse ottenerne in ogni momento? Le gioie dello spirito, infatti, sorpassano tutti i piaceri mondani e le soddisfazioni materiali. In verità, tutte le gioie del mondo sono o vuote o poco buone; soltanto le gioie dello spirito, invece, ricolmano di felicità e sono innocenti, perché nate dalle virtù ed infuse da Dio nelle anime pure. Ma nessuno può godere sempre a suo piacimento di queste consolazioni divine, perché l'ora della tentazione non tarda a venire. E poi, la falsa libertà di spirito e l'eccessiva fiducia in se stessi sono di grande ostacolo a questa visita celeste. lddio compie un atto di bontà, quando ci dona la grazia della consolazione; ma l'uomo compie un'azione colpevole non attribuendo il tutto a Lui e non ringraziandoLo.

E così, non possono riversarsi su di noi i doni della Grazia, perché siamo ingrati verso il loro autore e non facciamo risalire tutto alla sorgente d'origine. Sempre, infatti, viene concessa la Grazia a chi debitamente se ne dimostra grato; verrà tolto al superbo ciò che si suole dare all'umile. Non voglio la consolazione che mi toglie la compunzione del cuore, né aspiro ad una contemplazione che mi conduce all'orgoglio. Non tutto ciò che è alto, è santo; non tutto ciò che è soave, è buono; non ogni desiderio è puro; non tutto ciò che piace a noi, è gradito a Dio. Accetto, invece, volentieri una Grazia che mi renda sempre più umile, più timorato, più pronto a rinnegare me stesso. Chi ha conosciuto il dono della Grazia e ha fatto esperienza del duro colpo della sua privazione, non oserà arrogarsi alcun merito; si confesserà, invece, povero e nudo di tutto.

Da' a Dio ciò che è di Dio, e a te ciò che è tuo; cioè, mostrati riconoscente a Dio per la Grazia che t'ha concesso, e attribuisci a te soltanto il peccato, riconoscendo che meriti il castigo con le tue colpe. Mettiti sempre al posto più basso, e ti verrà dato il più alto, perché ciò che è in alto non si sostiene senza ciò che sta in basso. I Santi più grandi agli occhi di Dio sono i più piccoli ai propri occhi; quanto più sono avvolti di gloria, tanto più sono umili dentro di sé. Ripieni della Verità e della gloria del Cielo, non desiderano la gloria vana.

Fondàti in Dio e in Lui confermàti, non possono per nessuna ragione montare in superbia. E siccome attribuiscono a Dio tutto il bene ricevuto, non vanno cercando lode l'uno dall'altro, ma la lode che procede solo da Dio; e desiderano che in loro stessi e in tutti i Santi sia lodato Dio sopra ogni cosa; e sono sempre protesi a questo. Sii, dunque, riconoscente al Signore anche per il più piccolo dono, e sarai degno di riceverne di maggiori. Il dono più piccolo sia per te come il più grande; quello che è più disprezzabile sia per te come un dono speciale. Se si guarda alla dignità infinita del Donatore, nessun dono ti sembrerà piccolo o di poco valore.Non è, infatti, cosa da poco quello che ci viene donato dal Sommo Iddio.

Anche se Egli desse pene e castighi, ci devono essere accetti, perché qualunque cosa che Egli permette ci avvenga, lo fa per la nostra salvezza. Chi desidera conservare la Grazia di Dio, sia riconoscente quando gli è data, rassegnato quando gli viene tolta. Preghi per riaverla: sia prudente e umile per non perderla.