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Sabato, 4 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Ciriaco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:C'è sempre il pericolo di usare due pesi e due misure: rigidi, puntigliosi e impazienti verso gli altri e indulgenti verso sé stessi. Capita spesso di far notare agli altri i loro errori e di correggerli. In realtà si tratta più di umiliarli e di farli sentire a disagio e in imbarazzo. Il motivo per cui vogliamo mortificare gli altri è di dimostrare che loro hanno torto mentre noi abbiamo ragione. Il nostro ego ci suggerisce che questo ci faccia sentire meglio. Ma in realtà ci fa sentire peggio, perché è impossibile stare bene alle spalle di qualcun altro. Non si guarisce ferendo gli altri. Una persona umile non si ritiene né migliore né superiore agli altri. Perciò Gesù ci vuole umili e mansueti. La mansuetudine si pratica quanto più il sangue, la cattiva natura umana, ci monta la testa. Ogni volta che scegli di essere umile, rinunciando alla tentazione di primeggiare e di avere ragione, proverai una grande pace interiore.

LETTURE A CASO

Mt 26,1-75

1Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2"Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso".

3Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire. 5Ma dicevano: "Non durante la festa, perché non avvengano tumulti fra il popolo".

6Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, 7gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa. 8I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? 9Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!". 10Ma Gesù, accortosene, disse loro: "Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. 11I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. 12Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei".

14Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti 15e disse: "Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. 16Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?". 18Ed egli rispose: "Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli". 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. 21Mentre mangiavano disse: "In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà". 22Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, Signore?". 23Ed egli rispose: "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. 24Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!". 25Giuda, il traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli rispose: "Tu l'hai detto".

26Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". 27Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio".

30E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: "Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore
e saranno disperse le pecore del gregge,


32ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea". 33E Pietro gli disse: "Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai". 34Gli disse Gesù: "In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". 35E Pietro gli rispose: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". 37E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". 39E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!". 40Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? 41Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". 42E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà". 43E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. 44E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina".

47Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!". 49E subito si avvicinò a Gesù e disse: "Salve, Rabbì!". E lo baciò. 50E Gesù gli disse: "Amico, per questo sei qui!". Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.

52Allora Gesù gli disse: "Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. 53Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? 54Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?". 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: "Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti". Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.

57Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione.

59I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; 60ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. 61Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: "Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni". 62Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". 64"Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico:

d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra di Dio,
e venire sulle nubi del cielo
".

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?". E quelli risposero: "È reo di morte!". 67Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, 68dicendo: "Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?".

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!". 70Ed egli negò davanti a tutti: "Non capisco che cosa tu voglia dire". 71Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: "Costui era con Gesù, il Nazareno". 72Ma egli negò di nuovo giurando: "Non conosco quell'uomo". 73Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: "Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!". 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo!". E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: "Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E uscito all'aperto, pianse amaramente.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 13, 24-32: Figlio dell'uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.

1 Gv 4,1-21

1Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. 2Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; 3ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. 4Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. 5Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. 6Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore.

7Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. 10In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

11Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. 13Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. 14E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. 15Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. 16Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

17Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. 18Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore.

19Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. 20Se uno dicesse: "Io amo Dio", e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. 21Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.


Consigli spirituali: 10

Quando il pittore è intento a fare il ritratto del re ne deve avere davanti Il volto, cosicchè quando il re posa davanti a lui con abilità e grazia lo ritrae: ma se il re è girato dalla parte opposta, il pittore non può compiere l'opera sua, perchè il suo occhio non ne vede il volto. Così Cristo, pittore perfetto, dipinge i lineamenti del suo volto di uomo celeste su quei fedeli che sono verso di Lui costantemente orientati. Se qualcuno non lo fissa di continuo, disprezzando ogni cosa a Lui contraria, non avrà in se stesso l'immagine del Signore disegnata dalla sua luce. Il nostro volto sia sempre in Lui fisso, con fede e amore, trascurando tutto per essere solo in Lui intenti, affinchè nel nostro intimo si imprima la sua immagine, e così portando in noi Cristo possiamo giungere alla vita senza fine (Migne 34 724a).

(Autore: Pseudo Macario)

L'imitazione di Cristo: CONTRO LA VANA SCIENZA DI QUESTO MONDO

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, non t'impressionino i discorsi eleganti e sottili degli uomini, "perché il Regno di Dio non consiste in parole, ma in virtù" (1 Cor 4,20). Sta' attento, invece, alle parole mie, che accendono i cuori ed illuminano le menti; suscitano la compunzione ed infondono varie specie di consolazione. Non leggere mai una sola parola al fine d'essere ritenuto più dotto o più sapiente. Applicati, invece, alla mortificazione dei tuoi difetti, perché ciò ti gioverà molto di più che la conoscenza di molti ardui problemi.

Quando avrai letto ed imparato molte cose, occorre pur sempre che tu ritorni a quell'unico Principio di tutte le cose: Sono Io che insegno all'uomo la sapienza e dono ai piccoli una conoscenza più chiara di quella che possa essere insegnata dall'uomo. Colui, al quale parlo Io, sarà presto sapiente ed otterrà molto profitto spirituale. Guai a coloro che vogliono apprendere dagli uomini molte nozioni che soddisfano la curiosità, ma poco si curano d'imparare la strada che porta a servire Me! Giorno verrà, nel quale il Maestro dei maestri, Cristo, Signore degli Angeli, apparirà per ascoltare da tutti quello che ciascuno sa, cioè per esaminare la coscienza dei singoli.

Ed allora "Gerusalemme sara' perlustrata con lanterne" (Sof 1,12); diventeranno visibili i nascondigli delle tenebre e saranno ridotte al silenzio le argomentazioni delle umane lingue. Sono Io che in un istante innalzo la mente umile, perché comprenda molte nozioni della Verità eterna, più che se uno avesse studiato dieci anni nelle scuole. Io insegno senza strepito di parole, senza confusione di opinioni, senza pomposa esteriorità, senza contrapposizioni d'argomenti.

Sono Io che insegno a disprezzare i beni terreni, ad avere in uggia le cose presenti, a cercare le cose eterne, a gustare le cose celesti, a fuggire gli onori, a sopportare le offese, a riporre ogni speranza in Me, a nulla desiderare fuori di Me, ad amare ardentemente Me sopra ogni cosa. Ci fu chi, amandomi intimamente, imparò le cose di Dio e ne parlò in modo mirabile. Costui fece più profitto abbandonando tutto, che non studiando sottili questioni. Io, però, dico ad alcuni cose d'indole generale; ad altri, d'indole particolare; ad alcuni Mi manifesto nella dolce luce di segni e di figure; ad altri, invece, rivelo i misteri nel fulgore della luce.

Il linguaggio dei libri è unico, ma non istruisce tutti in modo eguale, mentre Io sono Maestro interiore di Verità, scruto i cuori, comprendo i pensieri, spingo alle azioni, distribuendo a ciascuno i miei doni secondo che ritengo conveniente.