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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Non affannatevi per i cattivi pensieri. Altro è sentire altro è acconsentire.

LETTURE A CASO

Mt 19,1-30

1Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. 2E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati.

3Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". 4Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? 6Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". 7Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". 8Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. 9Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".

10Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". 11Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca".

13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. 14Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". 15E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.

16Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". 17Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". 18Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, 19onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". 20Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". 21Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". 22Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

23Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 24Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". 25A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". 26E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile".

27Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". 28E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

30Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 12,13-21: Quello che hai preparato, di chi sarà?

Gc 4,1-17

1Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? 2Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; 3chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. 4Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?

Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi? 6Ci dà anzi una grazia più grande; per questo dice:

Dio resiste ai superbi;
agli umili invece dà la sua grazia
.

7Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. 8Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Purificate le vostre mani, o peccatori, e santificate i vostri cuori, o irresoluti. 9Gemete sulla vostra miseria, fate lutto e piangete; il vostro riso si muti in lutto e la vostra allegria in tristezza. 10Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

11Non sparlate gli uni degli altri, fratelli. Chi sparla del fratello o giudica il fratello, parla contro la legge e giudica la legge. E se tu giudichi la legge non sei più uno che osserva la legge, ma uno che la giudica. 12Ora, uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e rovinare; ma chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?

13E ora a voi, che dite: "Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni", 14mentre non sapete cosa sarà domani!

Ma che è mai la vostra vita? Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. 15Dovreste dire invece: Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello. 16Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo. 17Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato.


I Lettera ai Corinti: VIII. Il pentimento è desiderato dal Signore

1. I ministri della grazia di Dio parlarono del pentimento per mezzo dello Spirito Santo. 2. Anche il Signore di tutte le cose parlò del pentimento col giuramento: "Io vivo - dice il Signore - e non voglio la morte del peccatore, bensì la sua conversione". Aggiunse anche un buon proposito. 3. "Pentiti, o casa d'Israele, della tua iniquità. Riferisci ai figli del mio popolo: anche se i vostri peccati arriveranno dalla terra al cielo e saranno più rossi dello scarlatto e più neri del sacco, e vi convertite a me con tutto il cuore e direte: "Padre", io vi ascolterò come un popolo santo". 4. In un altro passo dice così: "Lavatevi e purificatevi, toglietevi le cattiverie dalle vostre anime innanzi ai miei occhi. Cessate dalle vostre iniquità, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, liberate l'oppresso, rendete il suo diritto all'orfano e rendete giustizia alla vedova, e poi discuteremo, dice il Signore. E se i vostri peccati fossero come la porpora, io li renderò bianchi come la neve; se fossero come lo scarlatto li renderò bianchi come la lana. Se volete e mi ascoltate, vi nutrirete dei beni della terra. Se non volete e non mi ascoltate, una spada vi divorerà. Questo infatti la bocca del Signore disse". 5. Egli nella sua onnipotente volontà ha deciso che tutti i suoi diletti partecipino al pentimento.

(Autore: San Clemente Romano)

L'imitazione di Cristo: UTILITA' DELLA COMUNIONE FREQUENTE

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ecco ch'io vengo a Te, o Signore, per trarre profitto dal tuo dono e per godere del tuo santo banchetto, "che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero" (Sal Li 67,11). Ecco, in Te soltanto sta tutto ciò ch'io posso e devo desiderare; Tu sei la mia salvezza, la redenzione, la speranza, la forza, l'onore, la gloria. "Allieta", dunque, oggi, "l'anima del tuo servo, perché ho innalzato l'anima mia a Te" (Sal 85,4), o Signore Gesù. Io desidero ora riceverTi con devozione e riverenza; desidero introdurTi nella mia casa, per meritare, come Zaccheo, d'essere da Te benedetto e d'essere annoverato tra i figli d'Abramo. L’anima mia sospira il tuo Corpo, il mio cuore brama d'essere unito con Te. DonaTi a me, e mi basta. Infatti, lontano da Te nessuna consolazione ha valore. Senza di Te, non posso vivere; non posso stare senza le tue visite.

E, perciò, devo frequentemente accostarmi a Te e riceverTi come mezzo della mia salvezza, perché, privo di questo alimento celeste, alle volte non cada per via. Tu, infatti, o misericordiosissimo Gesù, predicando alle folle e guarendo varie infermità, una volta dicesti così: "Non voglio rimandarle digiune, perché non svengano lungo la strada" (Mt 15,32). Fa', dunque, altrettanto con me, Tu, che, per consolare i fedeli, hai lasciato Te stesso nel Sacramento. Sei Tu, infatti, il ristoro soave dell 'anima; e chi avrà degnamente mangiato di Te, sarà partecipe ed erede dell'eterna gloria.

Per me, che così spesso cado in peccato e tanto presto intorpidisco e vengo meno, è veramente indispensabile che mi rinnovi, che mi purifichi e m'infiammi con frequenti preghiere e Confessioni e con la santa Comunione del tuo Corpo, perché non avvenga che, astenendomene troppo a lungo, io receda dai miei santi propositi. Infatti, i sensi dell'uomo, fin dalla sua adolescenza, sono inclini al male e, se non lo soccorre la divina medicina della grazia, egli precipita presto in mali peggiori. La santa Comunione, appunto, allontana l'uomo dal male e lo consolida nel bene.

Se, infatti, ora sono così spesso negligente e tiepido quando mi comunico o celebro, che cosa avverrebbe, se io non prendessi questa medicina e non cercassi un così grande aiuto? E, sebbene io non sia ogni giorno preparato e ben disposto a celebrare, cercherò di ricevere nel tempo opportuno i Divini Misteri e di rendermi partecipe di tanta grazia. Finché l'anima fedele va pellegrinando lontano da Te, nel corpo mortale, questa è l'unica, suprema sua consolazione: ricordarsi più spesso del suo Dio e ricevere con fervida devozione il suo Amato.

Oh, mirabile degnazione della tua pietà verso di noi: Tu, Signore Dio, Creatore e datore di vita a tutti gli spiriti celesti, Ti degni di venire in quest'anima mia poveretta, saziando la sua fame con tutta la tua Divinità ed umanità! Oh, felice la mente e beata l'anima che merita di ricevere devotamente Te, suo Signore Dio, e d'essere ricolma, nel riceverTi, di gaudio spirituale!

Quale grande Signore essa accoglie! Quale amato ospite introduce! Qual piacevole compagno riceve! A qual fedele amico va incontro! Quale splendido e nobile sposo abbraccia, degno d'essere amato più di tutte le persone più care e più di tutte le cose che si possano desiderare! Tacciano davanti a Te, o dolcissimo mio Amato, il cielo, la terra e tutte le loro bellezze, poiché tutto quello che hanno di lodevole e pregevole è dono della degnazione della tua munificenza, né mai giungeranno allo splendore del tuo nome, la cui sapienza non ha misura.