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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:State si offrendo? Ricordate che Dio vi osserva con occhio di Padre, per vedere come sapete soffrire per Lui, conformarvi al suo beneplacito.

LETTURE A CASO

Lc 11,1-53

1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". 2Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite:

Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione".

5Poi aggiunse: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.

9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!".

14Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. 15Ma alcuni dissero: "È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni". 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. 18Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. 19Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.

21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.

23Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

24Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. 25Venuto, la trova spazzata e adorna. 26Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima".

27Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". 28Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!".

29Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. 30Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. 31La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. 32Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.

33Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce. 34La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. 35Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore".

37Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. 38Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. 39Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. 40Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? 41Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo. 42Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. 43Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo".

45Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo questo, offendi anche noi". 46Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! 47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; 50perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito".

53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 20, 1-9: Egli doveva risuscitare dai morti.

1 Gv 5,1-21

1Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. 2Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, 3perché in questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. 4Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede.

5E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? 6Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità. 7Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: 8lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. 9Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo Figlio. 10Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha reso a suo Figlio. 11E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. 12Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.

13Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.

14Questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. 15E se sappiamo che ci ascolta in quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già quello che gli abbiamo chiesto.

16Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita; s'intende a coloro che commettono un peccato che non conduce alla morte: c'è infatti un peccato che conduce alla morte; per questo dico di non pregare. 17Ogni iniquità è peccato, ma c'è il peccato che non conduce alla morte.

18Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio preserva se stesso e il maligno non lo tocca. 19Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno. 20Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna.

21Figlioli, guardatevi dai falsi dèi!


La Città di Dio: Libro IV - Imperialismo romano e politeismo: La dea che opera pace e serenità.

16. Mi meraviglio assai di un fatto. Hanno destinato singoli dèi a cose particolari e perfino a particolari movimenti. Così hanno chiamato Agenoria la dea che muoveva ad agire, Stimola la dea che stimolava fuor di misura ad agire, Murcia la dea che non muoveva al di là della misura e rendeva l'uomo murcido, come dice Pomponio, cioè troppo indolente e inattivo, Strenia la dea che rendeva l'uomo strenuo. E intrapresero a celebrare pubblici festeggiamenti di tutti questi dèi e dee, ma non vollero festeggiare pubblicamente la dea che chiamarono "Quiete", perché doveva render quieto l'uomo, sebbene avesse un tempietto fuori Porta Collina. Fu indizio di un animo inquieto o piuttosto si volle segnalare che chi continuava ad adorare quella schiera non di dèi ma di demoni non poteva raggiungere la quiete? Ad essa ci invita il vero medico con le parole: Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete quiete per la vostra anima.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA COMPUNZIONE DEL CUORE

Se vuoi fare qualche progresso nel bene, conservati nel timore di Dio e non voler essere troppo libero; tieni, anzi, a freno tutti i tuoi sensi sotto la disciplina e non abbandonarti alla stolta allegria. Datti alla compunzione del cuore e troverai una vera devozione. La compunzione apre la via a molti beni, che la dissipazione solitamente ci fa perdere in breve. Sarebbe strano che potesse in questa vita abbandonarsi pienamente alla gioia, l'uomo che riflettesse e considerasse la sua condizione d'esule ed i tanti pericoli che incombono sulla sua anima. A causa della leggerezza spirituale e della noncuranza dei nostri difetti, noi non avvertiamo i mali della nostra anima, ma spesso ridiamo scioccamente, mentre a ragione dovremmo piangere.

Non c'è vera libertà né sana letizia, se non nel timore di Dio, congiunto alla retta coscienza. Felice chi può rimuovere da sé ogni inciampo che lo distragga, e può raccogliersi nell'intimità della santa compunzione! Felice chi rinunzia a tutto ciò che può macchiare la sua coscienza od appesantirla! Combatti da valoroso: un'abitudine si vince con un'abitudine contraria. Se tu riesci a stare lontano dagli uomini, essi lasceranno volentieri te ai fatti tuoi.

Non addossarti le brighe degli altri e non intrometterti nelle faccende dei Superiori. Tieni sempre gli occhi aperti principalmente su di te e correggi particolarmente te stesso, prima di tutte le persone che ti sono care. Se non godi del favore degli uomini, non volerti per questo affliggere, ma la tua pena sia quella di non vivere così bene con tanta cautela, come converrebbe ad un servo di Dio e ad un buon Religioso. Spesso è più utile e più sicuro che l'uomo non abbia molte consolazioni in questa vita, specialmente quelle che lusingano i sensi.

Tuttavia, che siamo privi delle consolazioni divine o che ne proviamo piuttosto raramente, la colpa è nostra, perché non cerchiamo la compunzione del cuore e non rigettiamo del tutto le consolazioni vane del mondo. Riconosciti indegno dei divini conforti e meritevole, invece, di molte tribolazioni. Quando l'uomo è pervaso da una perfetta compunzione, allora il mondo intero gli è gravoso ed amaro. L’uomo virtuoso trova sempre motivi sufficienti per dolersi e per piangere.

Infatti, sia che consideri se stesso, sia che pensi al prossimo, egli sa che nessuno quaggiù vive senza tribolazione. E quanto più rigorosamente si esamina, tanto più profonda è la sua amarezza. Costituiscono materia di giusto dolore e d'interna compunzione i nostri peccati ed i nostri vizi, nei quali siamo tanto avviluppati da poter solo di rado elevarci alla contemplazione delle cose celesti. Se tu pensassi più spesso alla morte che non alla possibilità d'una vita lunga, non c'è dubbio che t'emenderesti con maggiore zelo. Se, inoltre, tu meditassi nel profondo del cuore le pene future dell'Inferno o del Purgatorio, credo che sopporteresti volentieri dolori ed angustie, e non ti spaventerebbe alcuna austerità.

Ma, poiché queste verità non ci penetrano fino al fondo del cuore, ed anzi continuiamo ad amare gli allettamenti del mondo, noi restiamo freddi e tanto pigri. Spesso questa miseria spirituale è la causa per la quale il nostro misero corpo tanto facilmente si lagna. Prega, quindi, in umiltà il Signore che ti conceda lo spirito di compunzione, e digli con il Profeta: "Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza" (Sal 79,6).