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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Il contemplativo, quando si alza alle sfere superiori, non percorre una via stabilita o diritta, perché la contemplazione non è in potere del contemplativo, ma dipende dalla volontà del creatore, il quale elargisce la dolcezza della contemplazione a chi vuole, quando vuole e come vuole.

LETTURE A CASO

Mt 15,1-39

1In quel tempo vennero a Gesù da Gerusalemme alcuni farisei e alcuni scribi e gli dissero: 2"Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!". 3Ed egli rispose loro: "Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? 4Dio ha detto:

Onora il padre e la madre

e inoltre:

Chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.

5Invece voi asserite: Chiunque dice al padre o alla madre: Ciò con cui ti dovrei aiutare è offerto a Dio, 6non è più tenuto a onorare suo padre o sua madre. Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. 7Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:

8Questo popolo mi onora con le labbra
ma il suo cuore è lontano da me.
9Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini
".

10Poi riunita la folla disse: "Ascoltate e intendete! 11Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!".

12Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: "Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?". 13Ed egli rispose: "Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. 14Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!". 15Pietro allora gli disse: "Spiegaci questa parabola". 16Ed egli rispose: "Anche voi siete ancora senza intelletto? 17Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. 19Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultéri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. 20Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo".

21Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. 22Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". 23Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". 24Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". 25Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". 26Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". 27"È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". 28Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita.

29Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. 30Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. 31E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele.

32Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: "Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada". 33E i discepoli gli dissero: "Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?". 34Ma Gesù domandò: "Quanti pani avete?". Risposero: "Sette, e pochi pesciolini". 35Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, 36Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. 37Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene. 38Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 39Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 1,12-15: Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli.

2 Ts 1,1-12

1Paolo, Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: 2grazia a voi e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.

3Dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, ed è ben giusto. La vostra fede infatti cresce rigogliosamente e abbonda la vostra carità vicendevole; 4così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra fermezza e per la vostra fede in tutte le persecuzioni e tribolazioni che sopportate. 5Questo è un segno del giusto giudizio di Dio, che vi proclamerà degni di quel regno di Dio, per il quale ora soffrite. 6È proprio della giustizia di Dio rendere afflizione a quelli che vi affliggono 7e a voi, che ora siete afflitti, sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza 8in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. 9Costoro saranno castigati con una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, 10quando egli verrà per esser glorificato nei suoi santi ed esser riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto, perché è stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi. Questo accadrà, in quel giorno.

11Anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l'opera della vostra fede; 12perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.


Lettera ai Romani: L'amore crocifisso

VII,1. Il principe di questo mondo vuole rovinare e distruggere il mio proposito verso Dio. Nessuno di voi qui presenti lo assecondi. Siate piuttosto per me, cioè di Dio. Non parlate di Gesù Cristo, mentre desiderate il mondo. Non ci sia in voi gelosia. 2. Anche se vicino a voi vi supplico non ubbiditemi. Obbedite a quanto vi scrivo. Vivendo vi scrivo che bramo di morire. La mia passione umana è stata crocifissa, e non è in me un fuoco materiale. Un'acqua viva mi parla dentro e mi dice: qui al Padre. 3. Non mi attirano il nutrimento della corruzione e i piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David e come bevanda il suo sangue che è l'amore incorruttibile.

(Autore: Sant'Ignazio di Antiochia)

L'imitazione di Cristo: LA VITA ETERNA E LE ANGUSTIE DELLA VITA PRESENTE

PAROLE DEL DISCEPOLO O dimora beatissima della città celeste! O giorno splendidissimo dell'eternità, che la notte non offusca, ma che la somma Verità perennemente irradia; o giorno sempre gioioso e sereno, che non muta mai il proprio stato! Oh, se quel giorno fosse già spuntato e tutte queste vicissitudini temporali avessero già avuto termine! Si, esso già rifulge splendido di luce perpetua per i Santi, ma soltanto da lontano e di riflesso per chi è ancora pellegrino sulla terra.

I cittadini del Cielo ben sanno quant'è gioiosa quella luce; i figli d'Eva, esuli, gemono per l'amarezza ed il peso della vita presente. I giorni di questo nostro tempo sono brevi e cattivi, pieni di dolori e d'angustie. Sono giorni, nei quali l'uomo è insozzato da molti peccati, irretito da molte passioni, oppresso da molte paure, schiacciato da molti affanni, distratto da molte curiosità, impigliato in molte vanità; È avvolto da molti errori, logorato da molte fatiche, appesantito da tentazioni, snervato da piaceri, afflitto dall'indigenza. Oh! quando avranno fine questi mali? Quando mi libererò dalla miserabile schiavitù dei vizi? Quando, o Signore, nei miei pensieri avrò unicamente Te? Quando sarò pienamente felice in Te? Quando sarò nella vera libertà, senz'alcun legame, senza alcun peso dello spirito e del corpo? Quando godrò della pace stabile, della pace imperturbabile e sicura, della pace interiore ed esteriore, della pace non minacciata sotto alcun aspetto? O Gesù buono, quando Ti vedrò faccia a faccia? Quando contemplerò la gloria del tuo Regno? Quando sarai per me tutto in tutte le cose? Oh! quando sarò con Te nel Regno tuo, che hai preparato dall'eternità per i tuoi diletti? Mi trovo qui abbandonato, povero ed esule, in una terra nemica, dove ogni giorno ci sono guerre e mali gravissimi.

Consola il mio esilio, lenisci il mio dolore, perché ogni mio desiderio sospira a Te. Infatti, qualunque cosa questo mondo mi offra come conforto, mi è, invece, di peso. Desidero godere dell'intima unione con Te, ma non riesco a raggiungerla. Bramo stare fisso ai beni celesti, ma quelli temporali e le passioni non mortificate mi riportano in basso. Con lo spirito voglio stare sopra tutte le cose terrene e, contro mia voglia, sono costretto dalla carne a soggiacervi. E cosi, uomo infelice, io lotto con me stesso e "sono diventato un peso per me stesso" (Gb 7,20), mentre lo spirito tende all'alto e la carne cerca il basso. Oh, quanto soffro dentro di me, quando con la mente medito le cose del Cielo e, improvvisamente, mentre prego, mi si presenta la folla delle cose carnali! Dio mio, "non stare lontano da me" (Sal 70,12) e "non respingere con ira il tuo servo" (Sal 26,9). "Fa' scoppiare i tuoi fulmini e disperdi questa folla; scocca le tue saette e siano scompigliate tutte le macchinazioni del nemico" (Sal 143,6).

Raccogli in Te i miei sentimenti; fa' ch'io dimentichi tutte le cose mondane; dammi la grazia di cacciare via subito e disprezzare le immagini suggestive dei vizi. Vieni in mio soccorso, o eterna Verità, perché nessuna vanità mi seduca. Vieni, o celeste soavità, e davanti al tuo volto fugga ogni cosa non pura. Ancora perdonami ed abbi indulgente misericordia ogni volta che nella preghiera penso ad altro fuorché a Te. In verità, confesso sinceramente d'essere, di solito, molto distratto. Tante volte non sono là, dove siedo con il corpo, ma piuttosto là, dove mi portano i pensieri. Sono là, dov'è il mio pensiero, ed il mio pensiero è spesso là, dov'è la cosa che amo.

Mi s'affaccia d'un tratto alla mente ciò che mi diletta per natura o mi piace per abitudine. Per questo, Tu, Verità, hai detto chiaramente: "Là, dov 'è il tuo tesoro, ivi è anche il tuo cuore" (Mt 6,21). Se amo il Cielo, penso volentieri alle cose del Cielo. Se amo il mondo, gioisco di ciò che piace al mondo e mi rattristo delle sue avversità. Se amo la carne, spesso vado fantasticando cose carnali. Se amo lo spirito, trovo diletto a pensare alle cose spirituali. Quali che siano le cose ch'io amo, di esse io parlo e sento parlare volentieri, e volentieri riporto con me a casa il loro ricordo.

Beato, invece, l'uomo che per amore tuo, o Signore, dice addio a tutto ciò ch'è stato creato; Chi reagisce alla natura e con fervore di spirito crocifigge le concupiscenze della carne, per poter offrire a Te con rasserenata coscienza una preghiera pura, ed essere degno di prendere parte ai cori celesti, dopo aver escluso, dentro e fuori di sé, tutte le cose terrene.