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Martedi, 7 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santa Flavia ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Siamo come piccoli bambini, non sappiamo camminare nella via del cielo, titubiamo, cadiamo, se la mano del buon Dio non è sempre li per sostenerci.

LETTURE A CASO

Mc 12,1-44

1Gesù si mise a parlare loro in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. 2A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. 3Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. 4Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. 5Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 6Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! 7Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. 8E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. 10Non avete forse letto questa Scrittura:

La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
11dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri
"?

12Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono.

13Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. 14E venuti, quelli gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?". 15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: "Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda". 16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". 17Gesù disse loro: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". E rimasero ammirati di lui.

18Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: 19"Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello. 20C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza; 21allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, 22e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. 23Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie". 24Rispose loro Gesù: "Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? 25Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. 26A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe? 27Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore".

28Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". 29Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; 30amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi". 32Allora lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici". 34Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: "Non sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

35Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: "Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? 36Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo:

Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi
.

37Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?". E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.

38Diceva loro mentre insegnava: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave".

41E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. 43Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: "In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 2, 13-15. 19-23: Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.

1 Cor 4,1-21

1Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. 2Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele. 3A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, 4perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! 5Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.

6Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro. 7Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?

8Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. 9Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. 10Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. 11Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, 12ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; 13calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.

14Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. 15Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo. 16Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori! 17Per questo appunto vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa.

18Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi d'orgoglio. 19Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto allora non già delle parole di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare, 20perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza. 21Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e con spirito di dolcezza?


Lettera ai Filippesi: Vi raccomando Crescente. State bene

Vi mando questa lettera per mezzo di Crescente , che vi ho già raccomandato per la presente circostanza , e che ora vi raccomando ancora. Egli si è comportato con noi in modo irreprensibile e credo che farà così anche con voi. Vi raccomando anche la sua sorella, quando verrà tra voi. Il Signore nostro Gesù Cristo e la sua grazia vi conservino sani e salvi, insieme a tutti i vostri. Così sia.

(Autore: San Policarpo (di Smirne))

L'imitazione di Cristo: DISPREZZO DI SE' STESSO AGLI OCCHI DI DIO

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere (Gn 18,27). Se io mi sarò stimato più di quello che sono, ecco che Tu, o Signore, stai contro di me, e le mie iniquità dànno testimonianza del vero: né posso contraddirla. Se, invece, mi sarò umiliato e mi sarò ridotto ad un nulla, deponendo ogni stima di me stesso e riducendomi in polvere, come in realtà sono, la tua grazia mi sarà propizia e la tua luce sarà vicina al mio cuore. Così, ogni amor proprio che, per quanto piccolo sia, mi resti, sarà sommerso nell'abisso della mia nullità e svanirà per sempre. In quell'abisso, Tu riveli me a me stesso: che cosa sono, che cosa fui e fin dove sono caduto, poiché io sono niente e non lo capivo.

Se vengo abbandonato a me stesso, eccomi, sono un niente, nient'altro che debolezza. Ma se Tu mi dài d'un tratto uno sguardo, divento tosto forte e colmo di nuova gioia. Ed è cosa veramente meravigliosa che così, all'improvviso, sia sollevato ed amorosamente accolto fra le tue braccia io, che dal mio stesso peso sono sempre tratto verso il basso. Questa è opera del tuo amore, che senza mio merito mi previene e mi soccorre in così numerose difficoltà; che mi premunisce anche da gravi pericoli e mi strappa, in verità, da innumerevoli mali,Certo, amando disordinatamente me stesso, io mi sono perduto; cercando, invece, Te solo, ed amando Te con retto amore, ho trovato ad un tempo me e Te: da questo amore sono stato tratto a rientrare ancora più profondamente nel mio nulla.

Tu, o Dolcissimo, mi concedi grazie oltre ogni mio merito e più di quanto io osi sperare o domandare. Sii benedetto, o mio Dio, perché, sebbene io sia indegno d'ogni tuo favore, pure la tua generosità e la tua infinita bontà non cessano mai di beneficare anche gl'ingrati e quelli che si sono allontanati da Te. Fa' che ritorniamo a Te, affinché siamo riconoscenti umili e devoti; Tu solo, infatti, sei la nostra salvezza, la nostra virtu, la nostra fortezza.