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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

San Filippo Neri:Per acquistare il dono dell'umiltà sono necessarie quattro cose: spernere mundum, spernere nullum, spernere seipsum, spernere se sperni: cioè disprezzare il mondo, non disprezzare alcuno, disprezzare se stesso, non far conto d'essere disprezzato. E soggiungeva, rispetto all'ultimo grado: A questo non sono arrivato: a questo vorrei arrivare.

LETTURE A CASO

Gv 3,1-36

1C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. 2Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui". 3Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio". 4Gli disse Nicodèmo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". 5Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. 7Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito". 9Replicò Nicodèmo: "Come può accadere questo?". 10Gli rispose Gesù: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? 11In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. 21Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

22Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. 23Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato.

25Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione. 26Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: "Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui". 27Giovanni rispose: "Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. 29Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. 30Egli deve crescere e io invece diminuire.

31Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. 32Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; 33chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero. 34Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura. 35Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. 36Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 12,20-33: Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.

Rm 16,1-27

1Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: 2ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.

3Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, 4e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; 5salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.

Salutate il mio caro Epèneto, primizia dell'Asia per Cristo. 6Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. 7Salutate Andronìco e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli insigni che erano in Cristo già prima di me. 8Salutate Ampliato, mio diletto nel Signore. 9Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi. 10Salutate Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i familiari di Aristòbulo. 11Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narcìso che sono nel Signore. 12Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside che ha lavorato per il Signore. 13Salutate Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia. 14Salutate Asìncrito, Flegónte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. 15Salutate Filòlogo e Giulia, Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti i credenti che sono con loro. 16Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le chiese di Cristo.

17Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontani da loro. 18Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.

19La fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male. 20Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi.

21Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giàsone, Sosìpatro, miei parenti. 22Vi saluto nel Signore anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera. 23Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto.

25A colui che ha il potere di confermarvi
secondo il vangelo che io annunzio
e il messaggio di Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero
taciuto per secoli eterni,
26ma rivelato ora
e annunziato mediante le scritture profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
27a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.


La Città di Dio: Libro III - La storia di Roma in una visione critica: Incompetenza degli dèi a giudicare la vicenda umana.

5. Ma lasciamo da parte se Venere poté partorire Enea dall'accoppiamento con Anchise o Marte generare Romolo dall'accoppiamento con la figlia di Numitore. In definitiva un problema analogo si rileva anche dalle nostre Scritture, se cioè gli angeli prevaricatori si fossero accoppiati con le figlie dell'uomo. La terra così si popolò di giganti, cioè di grandissimi eroi che nacquero da quell'accoppiamento 11. Quindi per adesso la nostra discussione può riferirsi all'uno e all'altro caso. Se dunque sono veri i fatti che nei loro scrittori si leggono della madre di Enea e del padre di Romolo, per quale motivo potrebbero dispiacere agli dèi gli adulteri degli uomini, quando li sopportano in tutta pace in se stessi? Se poi sono falsi, neanche in tal caso possono adirarsi contro i veri adulteri umani, giacché si compiacciono dei propri adulteri immaginari. Si aggiunge che se non si presta fede all'adulterio per quanto riguarda Marte, allo scopo di non credere neanche quello di Venere, non si può difendere la posizione della madre di Romolo col pretesto dell'accoppiamento col dio. Era una vestale e perciò gli dèi avrebbero dovuto punire più severamente contro i Romani il misfatto sacrilego che contro i Troiani l'adulterio di Paride. Infatti gli antichi Romani sotterravano vive le sacerdotesse di Vesta sorprese nel disonore e invece non condannavano alla pena di morte, ma ad altre pene, le donne adultere. Con maggiore severità appunto proteggevano quelli che ritenevano i santuari del dio che il talamo dell'uomo.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: QUATTRO INSEGNAMENTI CHE RECANO VERA, GRANDE PACE

PAROLE DEL SIGNORE
Ora, o figlio, t'insegnerò la via della pace e della vera libertà.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Fa', o Signore, come Tu dici; mi è molto gradito ascoltarTi.

PAROLE DEL SIGNORE
Cerca, o figlio, di fare la volontà d'altri, piuttosto che la tua. Scegli sempre di possedere meno che più. Cerca sempre d'avere un posto più basso e di stare sottomesso a tutti. Desidera sempre e prega che in te si compia la volontà di Dio. Ecco, un uomo che è così disposto entra nel possesso della tranquillità e della pace.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, codesto tuo breve discorso racchiude grande insegnamento di perfezione. Le parole sono poche, ma piene di significato e ricche di frutto. Se, infatti, io potessi custodirle fedelmente, non dovrebbe nascere in me turbamento così facilmente. Infatti, ogni volta che mi sento inquieto ed oppresso, constato che mi sono allontanato da codesti insegnamenti. Ma Tu, che tutto puoi e che hai sempre caro il profitto della mia anima, accresci in me la tua Grazia, perché possa mettere in pratica le tue parole e portare a compimento la mia salvezza.

PREGHIERA CONTRO I PENSIERI CATTIVI

PAROLE DEL DISCEPOLO

O Signore, mio Dio, "non allontanarTi da me; o mio Dio, volgiTi in mio aiuto" (Sal 70,12), perché m'hanno assalito vari pensieri e grandi terrori, che angosciano l'anima mia. Come potrò uscirne illeso, come potrò sgominarli? Tu dici: "Io andrò davanti a te ed umilierò i superbi della terra" (Is 45,2). Aprirò le porte della prigione e ti rivelerò i più profondi segreti. O Signore, fa' come mi dici, ed alla tua presenza si dileguino tutti i rei pensieri. Questa è la mia speranza e l'unico mio conforto: rifugiarmi vicino a Te in ogni tribolazione, porre la mia fiducia in Te, invocare Te dal profondo del cuore ed aspettare pazientemente la tua consolazione.

PREGHIERA PER OTTENERE LUME ALL’ INTELLETTO PAROLE DEL DISCEPOLO
Illuminami, Gesù buono, con la chiarezza del lume interiore, e sgombera dal fondo del mio cuore tutte le tenebre. Frena i miei molti divaganti pensieri e stronca le tentazioni che premono su di me con violenza. Combatti fortemente per me e disperdi i mostri malvagi, cioè le allettatrici concupiscenze, in modo che, grazie alla tua potenza, si faccia la pace e nel tempio santo, cioè nella coscienza pura, risuoni la pienezza della tua lode. Comanda ai venti ed alle tempeste. Di' al mare: calmati; e al vento: non soffiare; e si farà grande bonaccia. "Manda la tua luce e la tua verità" (Sal 42,3) a risplendere sopra la terra, poiché io sono terra sterile e vuota, fino a quando Tu non m'illumini.

Effondi dall'alto la tua Grazia, bagna il mio cuore di celeste rugiada, versa l'acqua della devozione per irrigare la superficie della terra, perché produca frutti buoni, ottimi.Rialza l'anima mia oppressa dalla mole dei peccati e solleva ogni mia aspirazione alle cose celesti, cosicché, gustata la dolcezza della felicità celeste, provi il disgusto dei pensieri terreni. Rapiscimi a Te, strappami da ogni effimera consolazione delle creature, perché nessuna cosa creata vale a quietare pienamente i miei desideri e a consolarmi. Legami a Te con il vincolo indissolubile dell'amore, perché Tu solo basti a chi Ti ama, e senza di Te tutte le cose non valgono niente.