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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Al termine della giornata, quando fai l'esame di coscienza, la tua condizione non è quella di chi è passato indenne, pulito, bensì di chi è caduto diverse volte e ha riportato delle ferite. Infatti, ti sei sporcato, ti sei stancato, ma nonostante tutto hai conservato la fede. Si dovrebbe arrivare alla fine della giornata benedicendo le proprie cadute guardandole con speranza e non col rimorso e senso di colpa. Le nostre cadute dicono che stiamo camminando. Cristo ci ha liberato dalla tirannia del peccato: il peccato non ha più il potere assoluto sulla nostra vita e sulla nostra serenità. Una mamma, davanti alle cadute ripetute del suo piccolo, non lo fa sentire fallito ma lo abbraccia, gli dà la mano e lo incoraggia: lo educa e non lo giudica. Così fa Dio con noi. Quindi, questa è la vera conversione: passare dal giudizio all'educazione all'amore.

LETTURE A CASO

Lc 23,1-56

1Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato 2e cominciarono ad accusarlo: "Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re". 3Pilato lo interrogò: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici". 4Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: "Non trovo nessuna colpa in quest'uomo". 5Ma essi insistevano: "Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui".

6Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo 7e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme.

8Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. 10C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. 11Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. 12In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro.

13Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, 14disse: "Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; 15e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. 16Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò". 17. 18Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "A morte costui! Dacci libero Barabba!". 19Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio.

20Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. 21Ma essi urlavano: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". 22Ed egli, per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò". 23Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. 24Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. 25Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.

26Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. 27Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. 28Ma Gesùugrave;, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. 29Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.

30Allora cominceranno a dire ai monti:

Cadete su di noi!
e ai colli:
Copriteci!


31Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?".

32Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati.

33Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. 34Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno".

Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.

35Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: "Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto". 36Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: 37"Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". 38C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". 40Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". 42E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". 43Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".

44Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò.

47Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: "Veramente quest'uomo era giusto". 48Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.

50C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. 51Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatéa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. 52Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. 54Era il giorno della parascève e già splendevano le luci del sabato. 55Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, 56poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 20, 19-31: Otto giorni dopo, venne Gesù.

At 15,1-41

1Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: "Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi".

2Poiché Paolo e Bàrnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. 3Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenicia e la Samarìa raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. 4Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro.

5Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè.

6Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. 7Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:

"Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. 8E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. 10Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? 11Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro".

12Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.

13Quand'essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse: 14"Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome. 15Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:

16Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di
Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la rialzerò,
17perché anche gli altri uomini cerchino il Signore
e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome,
18dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute
dall'eternità
.

19Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, 20ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. 21Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe".

22Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. 23E consegnarono loro la seguente lettera: "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! 24Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. 25Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, 26uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. 27Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste stesse cose a voce. 28Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: 29astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. State bene".

30Essi allora, congedatisi, discesero ad Antiòchia e riunita la comunità consegnarono la lettera. 31Quando l'ebbero letta, si rallegrarono per l'incoraggiamento che infondeva. 32Giuda e Sila, essendo anch'essi profeti, parlarono molto per incoraggiare i fratelli e li fortificarono. 33Dopo un certo tempo furono congedati con auguri di pace dai fratelli, per tornare da quelli che li avevano inviati. 34. 35Paolo invece e Bàrnaba rimasero ad Antiòchia, insegnando e annunziando, insieme a molti altri, la parola del Signore.

36Dopo alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: "Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno". 37Bàrnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco, 38ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro nella Panfilia e non aveva voluto partecipare alla loro opera. 39Il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro; Bàrnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. 40Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore.

41E attraversando la Siria e la Cilicia, dava nuova forza alle comunità.


De Oratione: DISCERNIMENTO E VIGILANZA

127. Abito interiore e veste esteriore: Evita ogni menzogna e ogni giuramento, se brami pregare da monaco; altrimenti, mostri invano ciò che non ti si conviene.

128. Longanimità: Se vuoi pregare in spirito, non nutrire odio per nessuno, e non ci sarà nube che ti offuscherà la vista nel tempo della preghiera.

129. Totale fiducia in Dio: Affida a Dio le necessità del corpo. Sarà chiaro, così, che gli affidi anche quelle dello spirito.

130. Regalità e ricchezza: Se avrai conseguito le promesse, sarai re. Guardando, dunque, a tali prospettive, sopporterai volentieri la povertà presente.

131. Slancio verso l'alto: Non ricusare la povertà e la tribolazione: sono alimenti che danno leggerezza alla preghiera.

132. Tre tappe per la scienza della Trinità: Le virtù del corpo ti guidino a quelle dell'anima; le virtù dell'anima a quelle dello spirito; e queste alla scienza immateriale ed essenziale.

133. Conoscenza esperienziale dei cattivi pensieri: Se, quando preghi contro i cattivi pensieri, essi s'acquietano facilmente, esamina da dove proviene ciò, perché tu non cada in agguato e non tragga te stesso in errore.

134. Stratagemmi dei demoni: Accade che talora i demoni ti suggeriscano dei pensieri e, però, ti stimolino davvero a pregare contro di essi o a contraddirli; e che poi volontariamente si ritirino. Ciò, perché tu ingannato, possa immaginarti di aver cominciato a vincere i pensieri e a mettere in fuga i demoni.

135. L'arma dell'umiltà: Se preghi contro una passione o un demonio che ti molesta, ricordati di Colui che dice: "Inseguirò i miei nemici e li raggiungerò; e non tornerò senza averli annientati; li colpirò e non potranno rialzarsi; cadranno sotto i miei piedi", eccetera. Queste cose opportunamente dirai, armandoti d'umiltà contro gli avversari.

136. Irreprensibilità: Non ritenere di aver acquistato la virtù, se prima non hai combattuto per essa fino al sangue: bisogna, infatti, opporsi al peccato fino alla morte - secondo il divino Apostolo -, come un lottatore irreprensibile.

137. Scopo dei demoni: Se a uno ti sarai reso utile, da un altro riceverai danno, perché l'ingiustizia da te subita ti spinga a dire o a fare qualcosa di sconveniente contro il prossimo, e a disperdere in malo modo ciò che bene avevi messo insieme. Questo è, infatti, lo scopo dei malvagi demoni; bisogna pertanto tenerne conto accuratamente.

138. Libertà dai demoni: Disponiti sempre ai pesanti attacchi dei demoni considerando come tu possa sfuggire alla loro schiavitù.

139. Attacchi diretti e indiretti dei demoni: Di notte, i malvagi demoni pretendono di turbare da se stessi il maestro spirituale. Di giorno, tramite gli uomini, lo circondano di difficoltà, di calunnie e di pericoli.

140. Splendore del cuore: Non respingere i folloni. Se anche, infatti, battono e pestano i piedi, tendono e scardassano tuttavia - appunto così - la tua veste diventa splendente.

141. Profumo fragrante: Fintantoché non avrai rinunziato alle passioni, e il tuo intelletto avrà continuato ad opporsi alla virtù e alla verità, non troverai nel tuo petto profumo di soave fragranza.

142. Emigrazione: Aspiri alla preghiera? Emigra da quaggiù, e abbi in ogni tempo la tua patria nei cieli, non meramente con la semplice parola, ma con la pratica angelica e la scienza divina.

143. Incessante ricordo del Giudice: Se soltanto nelle avversità ti ricordi del Giudice, e quanto terribile e incorruttibile Egli sia, non hai ancora imparato a servire il Signore nel timore e ad esultare in Lui nel tremore. Sappi, infatti, che anche negli svaghi e negli agi spirituali bisogna prestargli il culto con più riverenza e rispetto.

144. Perfetto pentimento: Avveduto è l'uomo che fino alla perfetta penitenza non si stacca dal ricordo doloroso dei propri peccati e dalla sanzione del fuoco eterno per la loro punizione.

145. Le virtù-velo: Chi, stretto ancora dai peccati e dagli accessi di collera, osa con impudenza tendere alla santa scienza delle cose o anche penetrare nella preghiera immateriale, costui riceva la censura dell'Apostolo, poiché non è senza pericolo che egli preghi col capo nudo e scoperto. Un'anima in tali condizioni - sta, infatti, scritto - deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli presenti, coprendosi di pudore e di umiltà come si conviene.

146. Il Sole e la lucerna: Come non gioverà a chi soffre di una malattia agli occhi fissare senza schermo e con insistenza il sole in pieno mezzogiorno e nel suo più intenso fulgore, così non gioverebbe in alcun modo all'intelletto contaminato da passioni e impuro contraffare la terribile e sublime preghiera in spirito e verità; ma anzi, al contrario, ciò susciterebbe contro il medesimo intelletto la divina indignazione.

147. L'altare e il turibolo: Se colui che si era avvicinato con un dono all'altare non fu accolto da Chi non ha bisogno di nulla ed è incorruttibile, finché non si fosse riconciliato con il prossimo che aveva motivo per dolersi di lui, considera di quanta sorveglianza e di quanto discernimento c'è bisogno perché offriamo a Dio un incenso ben gradito sull'altare dell'intelletto.

148. Il volto del peccatore: Non essere uno che si compiace della verbosità e della gloriola. Altrimenti i peccatori costruiscono non più sul tuo dorso, ma sul tuo volto, e sarai per loro oggetto di ludibrio nel tempo della preghiera, adescato e sedotto da essi con pensieri diversi.

(Autore: Evagrio Pontico)

L'imitazione di Cristo: DOBBIAMO MANIFESTARE A CRISTO LE NOSTRE NECESSITA' E CHIEDERE LA SUA GRAZIA

PAROLE DEL DISCEPOLO
O dolcissimo e amorosissimo Signore, che io ora desidero devotamente ricevere, Tu conosci la mia debolezza e le necessità che m'assillano, in quanto grandi colpe e vizi io giaccio, come spesso sono oppresso, provato, sconvolto e pieno di fango. Vengo a Te per avere rimedio e Ti prego di concedermi conforto e sostegno. Parlo a Colui che tutto sa e conosce tutto il mio intimo; parlo a Te, che, solo, mi puoi pienamente confortare ed aiutare.Tu sai di quali beni, sopra tutti, io ho bisogno e quanto sono povero di virtù. Ecco, io sto povero e nudo davanti a Te, chiedendo grazia e implorando misericordia.

Ristora il tuo mendico affamato, accendi la mia freddezza con il fuoco dell'amore tuo, illumina la mia cecità con il fulgore della tua presenza.Muta per me in amarezza tutte le cose terrene, in esercizio di pazienza tutte le cose che mi sono di peso e mi ostacolano, in motivo di disprezzo e di oblio tutte le cose abiette di quaggiù.Solleva il mio cuore a Te, in Cielo, e non lasciarmi vagare su questa terra. D'ora in poi siimi, Tu solo, dolce per sempre, perché Tu solo sei il mio cibo e la mia bevanda, l'amore mio e la gioia mia, la mia dolcezza e tutto il mio Bene.

Oh, se con la tua presenza Tu m'accendessi tutto, mi bruciassi e mi tramutassi in Te, così ch'io potessi diventare un solo spirito con Te per grazia d'intima unione, per struggimento di fuoco d'amore! Non permettere ch'io, digiuno e freddo, m'allontani da Te, ma opera con misericordia in me, come spesso hai mirabilmente operato con i tuoi Santi. Qual meraviglia, se io prendessi, tutto, fuoco da Te e mi annullassi in me stesso, dal momento che Tu sei fuoco sempre vivo che mai si consuma, amore che purifica i cuori ed illumina le menti?