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Sabato, 4 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Ciriaco ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:L’essere seguace di Dio consiste nell’usare carità verso il prossimo, nell’essere risoluto di seguire la sua volontà, nel confidare in Lui con semplicità ed umiltà, e finalmente nel sopportare se stesso nelle proprie imperfezioni.

LETTURE A CASO

Lc 8,1-56

1In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. 2C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, 3Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

4Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: 5"Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. 6Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. 7Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. 8Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!".

9I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. 10Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché

vedendo non vedano
e udendo non intendano
.

11Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. 12I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. 13Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. 14Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. 15Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

16Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. 17Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere".

19Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". 21Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".

22Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: "Passiamo all'altra riva del lago". Presero il largo. 23Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. 24Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Maestro, maestro, siamo perduti!". E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. 25Allora disse loro: "Dov'è la vostra fede?". Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui che da' ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?".

26Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. 28Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!". 29Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. 30Gesù gli domandò: "Qual è il tuo nome?". Rispose: "Legione", perché molti demòni erano entrati in lui. 31E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.

32Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. 33I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. 34Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. 35La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. 36Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. 37Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. 38L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: 39"Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto". L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

40Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. 41Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, 42perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. 43Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, 44gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. 45Gesù disse: "Chi mi ha toccato?". Mentre tutti negavano, Pietro disse: "Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia". 46Ma Gesù disse: "Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me". 47Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. 48Egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata, va' in pace!".

49Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: "Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro". 50Ma Gesù che aveva udito rispose: "Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata". 51Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. 52Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: "Non piangete, perché non è morta, ma dorme". 53Essi lo deridevano, sapendo che era morta, 54ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: "Fanciulla, alzati!". 55Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 7, 31-37: Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

2 Cor 7,1-16

1In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio.

2Fateci posto nei vostri cuori! A nessuno abbiamo fatto ingiustizia, nessuno abbiamo danneggiato, nessuno abbiamo sfruttato. 3Non dico questo per condannare qualcuno; infatti vi ho già detto sopra che siete nel nostro cuore, per morire insieme e insieme vivere. 4Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi di voi. Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione.

5Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, la nostra carne non ha avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie all'esterno, timori al di dentro.

6Ma Dio che consola gli afflitti ci ha consolati con la venuta di Tito, 7e non solo con la sua venuta, ma con la consolazione che ha ricevuto da voi. Egli ci ha annunziato infatti il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me; cosicché la mia gioia si è ancora accresciuta.

8Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E se me ne è dispiaciuto - vedo infatti che quella lettera, anche se per breve tempo soltanto, vi ha rattristati - 9ora ne godo; non per la vostra tristezza, ma perché questa tristezza vi ha portato a pentirvi. Infatti vi siete rattristati secondo Dio e così non avete ricevuto alcun danno da parte nostra; 10perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte. 11Ecco, infatti, quanta sollecitudine ha prodotto in voi proprio questo rattristarvi secondo Dio; anzi quante scuse, quanta indignazione, quale timore, quale desiderio, quale affetto, quale punizione! Vi siete dimostrati innocenti sotto ogni riguardo in questa faccenda. 12Così se anche vi ho scritto, non fu tanto a motivo dell'offensore o a motivo dell'offeso, ma perché apparisse chiara la vostra sollecitudine per noi davanti a Dio. 13Ecco quello che ci ha consolati.

A questa nostra consolazione si è aggiunta una gioia ben più grande per la letizia di Tito, poiché il suo spirito è stato rinfrancato da tutti voi. 14Cosicché se in qualche cosa mi ero vantato di voi con lui, non ho dovuto vergognarmene, ma come abbiamo detto a voi ogni cosa secondo verità, così anche il nostro vanto con Tito si è dimostrato vero. 15E il suo affetto per voi è cresciuto, ricordando come tutti gli avete obbedito e come lo avete accolto con timore e trepidazione. 16Mi rallegro perché posso contare totalmente su di voi.


Il Pastore d'Erma - Le visioni: Seconda visione: L'astio genera la morte

VII (3), 1. "Tu, Erma, non essere adirato con i tuoi figli né tralasciare tua sorella, perché siano purificati dai loro peccati di prima. Si educheranno con un indirizzo giusto se non porterai a loro astio. L'astio genera la morte. Tu, Erma, molto soffristi per le colpe della tua famiglia, perché non ti curasti di essa e la trascurasti, facendoti travolgere da affari sconsiderati. 2. Ma sei salvo per non esserti allontanato dal Dio vivente, per la tua semplicità e per la grande temperanza. Queste cose, purché tu perseveri, hanno salvato te e salvano tutti quelli che le praticano seguendo l'innocenza e la semplicità. Questi supereranno ogni malvagità e perverranno alla vita eterna. 3. Beati tutti coloro che operano la giustizia; non periranno in eterno. 4. Dirai a Massimo: "Ecco, sopraggiunge la sofferenza. Se ti pare nega di nuovo. Il Signore è vicino a quelli che si convertono, come è scritto nel libro di Eldad e Modat, che nel deserto profetarono al popolo".

(Autore: Erma)

L'imitazione di Cristo: ESAME E MODERAZIONE DEI DESIDERI DEL CUORE

PAROLE DEL SIGNORE
O figlio, bisogna che tu impari ancora molte cose: fino ad oggi non le hai ancora apprese bene.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, quali sono queste cose?

PAROLE DEL SIGNORE
Che tu indirizzi i tuoi desideri interamente al mio beneplacito; che tu non sia amante di te stesso, ma che brami di seguire con zelo la mia volontà. Spesso, i desideri t'infiammano e ti spingono con impeto. Ma rifletti se tu ti lasci muovere dall'onore mio o non piuttosto dal tuo compiacimento. Se ne sono Io l'oggetto, sarai pienamente felice, qualunque cosa Io avrò disposto; ma se sotto si nasconde qualche tuo particolare interesse, ecco, è questo che ti ostacola e ti appesantisce. Evita, dunque, di fermarti troppo su un desiderio concepito senza consultare Me, perché non ti succeda di dovertene poi pentire o perché non ti dolga di quello che dapprima ti piaceva e che desideravi vivamente come preferibile. Infatti, non ogni impulso che sembra buono dev'essere seguito subito; ma nemmeno dev'essere immediatamente rigettato ogni impulso che sembra non buono.

È’ opportuno, talvolta, che tu usi moderazione anche nelle buone aspirazioni e nei pii desideri, perché, divenendo essi eccessivi, il tuo animo non ne venga distolto; perché tu non ingeneri scandalo negli altri con il tuo zelo disordinato; oppure anche perché, trovando opposizione negli altri, non ti turbi e non ti abbatta deluso. Talvolta, però, occorre usarsi violenza ed opporsi virilmente all'impulso dei sensi, e non badare a ciò che vuole o non vuole la carne, ma piuttosto far di tutto perché essa, sia pure riluttante, resti sottomessa allo spirito.

E la si deve castigare e costringere a stare in servitù, fino a che sia disposta a tutto; fino a che impari ad accontentarsi di poco ed a godere delle cose semplici ed a non esitare, borbottando, di fronte a qualche contrarietà.