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Giovedi, 9 maggio 2024 - Misteri luminosi - Beata Maria Teresa di Gesù (Carolina Gerhardinger) ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Tutti siamo chiamati dal Signore a salvare anime e preparare la sua gloria. L'anima può e deve propagare la gloria di Dio e lavorare per la salute degli uomini, menando una vita cristiana, pregando incessantemente il Signore «che venga il suo regno e non ci induca in tentazione e ci liberi dal male». Questo è quello che dovete fare anche voi, offrendo tutta voi stessa e continuamente al Signore a questo fine.

LETTURE A CASO

Lc 14,1-35

1Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. 2Davanti a lui stava un idropico. 3Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: "È lecito o no curare di sabato?". 4Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. 5Poi disse: "Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?". 6E non potevano rispondere nulla a queste parole.

7Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: 8"Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. 10Invece quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato".

12Disse poi a colui che l'aveva invitato: "Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".

15Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: "Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!". 16Gesù rispose: "Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. 17All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. 18Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. 19Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. 20Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. 21Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. 22Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. 23Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. 24Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena".

25Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: 26"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. 33Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

34Il sale è buono, ma se anche il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si salerà? 35Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano via. Chi ha orecchi per intendere, intenda".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 20, 27-38 Forma breve Lc 20, 27.34-38 Dio non è dei morti, ma dei viventi.

1 Cor 3,1-23

1Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. 2Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci. E neanche ora lo siete; 3perché siete ancora carnali: dal momento che c'è tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera tutta umana?

4Quando uno dice: "Io sono di Paolo", e un altro: "Io sono di Apollo", non vi dimostrate semplicemente uomini?

5Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. 6Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. 7Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. 8Non c'è differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. 9Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

10Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. 11Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. 12E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13l'opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno. 14Se l'opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; 15ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. 16Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

18Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; 19perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti:

Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia.

20E ancora:

Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani.

21Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: 22Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! 23Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: ...e nelle rispettive ricompense.

18. 3. Questi esempi ed altri, se ve ne sono nella loro letteratura, non sarebbero divulgati ed esaltati da una fama così grande se l'impero romano, diffuso in ogni parte, non fosse reso illustre da gesti nobilissimi. Quindi mediante l'impero, tanto esteso e durato tanto a lungo, splendido per gloria a causa delle virtù di uomini grandi, fu data all'impegno dei Romani la ricompensa che chiedevano e a noi sono stati proposti esempi di stimolante incentivo. Dobbiamo appunto provare rimorso se non pratichiamo per la gloriosissima città di Dio le virtù, alle quali in certo modo sono simili quelle che essi praticavano per la gloria della città terrena. Se al contrario le abbiamo praticate, non dobbiamo insuperbirci perché, come dice l'Apostolo, non sono adeguati i patimenti di questo tempo alla gloria futura che si manifesterà in noi. Al contrario la vita dei Romani era considerata profondamente adeguata alla gloria umana del tempo presente. Anche i Giudei che hanno ucciso il Cristo sono stati consegnati con perfetta giustizia alla gloria dei Romani. La nuova alleanza ci svela appunto un motivo che nella vecchia alleanza era rimasto velato e cioè che il Dio uno e vero non si deve onorare per i benefici terreni e temporali che la divina provvidenza indistintamente concede ai buoni e ai cattivi ma per la vita eterna, per i beni indefettibili e per la società della città superna. Così coloro che con le varie virtù cercarono e raggiunsero la gloria terrena hanno assoggettato coloro che a causa dei grandi vizi hanno respinto il datore della vera gloria e della città eterna, condannandolo a morte.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'UOMO CHE AMA IL BENE E LA PACE

Conserva, anzitutto, te stesso nella pace, e solo allora potrai mettere pace fra gli altri. L’uomo che promuove la pace è più utile che uno molto dotto. Luomo turbato dalla passione volge anche il bene in male, pronto com'è a vedere il male dappertutto. Chi, invece, è veramente buono e pacifico sa volgere tutto al bene.Chi è pienamente nella pace non sospetta di nessuno; al contrario, chi è scontento e sconvolto è agitato da vari sospetti; non è tranquillo lui e non lascia tranquilli gli altri. Dice spesso quello che non dovrebbe dire ed omette di fare ciò che più gli converrebbe di fare. Fa attenzione a quello che sono tenuti a fare gli altri, e trascura quello che è tenuto a fare lui. Sii, dunque, zelante prima con te stesso, e potrai poi esserlo giustamente anche con gli altri.

Tu, che sai trovare abilmente giustificazioni per quello che fai e sai metterlo in bella luce, non vuoi accettare, però, le giustificazioni degli altri. Sarebbe, invece, più giusto che tu accusassi te stesso e scusassi il tuo fratello. Se vuoi essere sopportato, sopporta anche tu gli altri. Vedi quanto sei lontano ancora dalla vera carità ed umiltà, che non conoscono irritazione o sdegno contro alcuno, se non contro di sé. Non ci vuole molto a vivere in armonia con persone mansuete e miti; questo, naturalmente, fa piacere a tutti, ed ognuno sta volentieri in pace ed ama di più quelli che condividono i suoi sentimenti. Invece, è grande grazia e comportamento altamente lodevole, è azione coraggiosa l'essere capaci di vivere in pace con le persone ostinate, cattive o indisciplinate o con quelle che ci contrariano. Ci sono taluni che custodiscono la pace in se stessi e la mantengono anche con gli altri.

Ci sono, invece, taluni che non hanno, essi, la pace e non lasciano in pace gli altri: sono di peso al prossimo, ma lo sono ancora di più, sempre, a se stessi. Ci sono ancora taluni che, sapendo conservare se stessi in pace, cercano di ricondurre anche gli altri alla pace. Eppure, in questa miserabile vita tutta la nostra pace deve avere il suo fondamento più nell'umile sofferenza, che nell'essere esenti da contrarietà. Chi sa meglio sopportare avrà maggiore pace. Vittorioso su se stesso e padrone del mondo, costui è l'amico di Cristo e l'erede del Cielo.