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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Nel cammino di fede, una delle battaglie più dure è quella che si combatte per riconoscere la presenza di Dio nei nostri avvenimenti quotidiani. Se preghiamo ben presto ci accorgiamo che il filo della nostra esistenza ha una sua logica, una sua unità misteriosa, e cominciamo a pensare che nelle tappe più importanti ci incontriamo con Dio. Poi, mentre avanziamo nella preghiera, ci accorgiamo che non solo nelle grandi occasioni incontriamo Dio, ma in tutte, anche in quelle più banali. Dio non è mai assente dalla nostra vita. Ma quali sforzi per rendere evidente questa verità! Quanti atti di fede per imparare a navigare nel mare di Dio a occhi chiusi e con la convinzione che, se anche affondiamo, affondiamo nel Suo amore. Fortunato chi impara questa navigazione in Dio e sa rimanere sereno anche quando imperversa la tempesta.

LETTURE A CASO

Lc 2,1-52

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

8C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". 16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; 26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, 28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli,
32luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; 43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". 49Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". 50Ma essi non compresero le sue parole.

51Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 3,14-21:Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

1 Pt 5,1-14

1Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: 2pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; 3non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. 4E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

5Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché

Dio resiste ai superbi,
ma dà grazia agli umili
.

6Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, 7gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. 8Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. 9Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.

10E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. 11A lui la potenza nei secoli. Amen!

12Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! 13Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio. 14Salutatevi l'un l'altro con bacio di carità. Pace a voi tutti che siete in Cristo!


La Città di Dio: Libro III - La storia di Roma in una visione critica: Le sedizioni dei Gracchi.

24. Inizio dei mali civili furono le sedizioni dei Gracchi suscitate dalle leggi agrarie. Volevano distribuire al popolo i terreni che la nobiltà possedeva illegalmente. Ma osare di eliminare una ingiustizia ormai vecchia fu molto pericoloso e, come il fatto dimostrò, veramente deleterio. Molte uccisioni furono eseguite quando fu ucciso il primo dei Gracchi; così pure quando, non molto tempo dopo, fu ucciso il fratello. Infatti tanto nobili che popolani venivano giustiziati non in base alle leggi e col mandato dei magistrati ma durante le turbolenze e nei conflitti armati. Dopo l'uccisione del secondo Gracco il console Lucio Opimio, che aveva incitato alle armi contro di lui la città, dopo averlo abbattuto e ucciso assieme ai compagni, ordinò una grande strage di cittadini. Avendo poi fra mano l'inchiesta e perseguendo gli altri gregari col processo giudiziario, ne fece condannare a morte, come si racconta, tremila. Si può congetturare il numero delle esecuzioni di un cieco conflitto armato se l'informazione dovuta alla procedura ha fornito un sì gran numero di sentenze. L'uccisore del Gracco ne vendette la testa al console avendo in cambio il peso corrispondente in oro. Era un contratto stipulato prima dell'eccidio. Fu ucciso in quel caso con i figli anche l'ex console Marco Fulvio.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: CONSIDERAZIONI SULL'UMANA MISERIA

Infelice sei, dovunque tu sia e dovunque tu ti volga, se non tendi a Dio. Perché ti turbi, se le cose non accadono come tu vuoi e desideri? Chi è che ha tutto secondo la propria volontà? Né io, né tu, né alcun altro sulla terra. Non c'è alcuno al mondo senza tribolazione o dispiacere, anche se sia Re o Papa. Chi sta meglio degli altri? Certamente, chi sa soffrire qualche cosa per amore di Dio. Molti, deboli di spirito ed imperfetti, vanno dicendo: Guarda come se la passa bene quell'uomo, quant'è ricco, com'è altolocato, com'è potente, com'è esaltato dagli uomini!

Tu, invece, leva il pensiero ai beni celesti e vedrai che tutti codesti beni temporali non valgono nulla, anzi sono pieni d'incertezze e molto gravosi, perché non si posseggono mai senza ansietà e timore. La felicità dell'uomo non consiste nell'avere abbondanza di beni temporali; gli basta, invece, una modesta quantità. La vera miseria è vivere qui sulla terra. Quanto più un uomo desidera essere spirituale, tanto più la presente vita gli diventa amara, perché sente meglio e vede più chiaramente le deficienze dell'umana natura corrotta.

Infatti, il mangiare, il bere, il vegliare, il dormire, il riposare, il lavorare, il soggiacere alle altre necessità naturali, sono davvero una grande miseria ed afflizione per l'uomo pio, il quale volentieri vorrebbe sentirsi sganciato e libero da quelle cose e puro da ogni colpa. L’uomo interiore, in verità, in questo mondo si sente molto oppresso dalle esigenze corporali. Perciò, il Profeta prega devotamente d'esserne liberato, dicendo: "Dalle mie necessità, o Signore, liberami Tu!" (Sal 24,17).

Ma guai a coloro che non conoscono la propria miseria; ed ancora più, guai a coloro che amano questa misera e corruttibile vita! infatti, alcuni s'attaccano ad essa tanto che, sebbene ricavino appena il necessario faticando o mendicando, non si curerebbero per nulla del Regno di Dio, se potessero vivere sempre quaggiù.Oh, stolti ed increduli di cuore, così sommersi profondamente nelle cose della terra, da non gustare se non i piaceri della carne! Ma quegl'infelici alla fine della vita, poi, s'accorgeranno per loro sventura quant'era vile e vano quello che amarono.

I Santi di Dio, invece, e tutti i devoti amici di Cristo non badarono ai piaceri della carne né a ciò che rese fiorente la vita mortale, mentre con tutta la loro speranza ed intenzione anelavano ai beni eterni. Tutto il loro desiderio s'innalzava alle cose durature ed invisibili, perché dall'amore di quelle visibili non fossero trascinati al fango. O fratello, non perdere la fiducia di poter progredire nella vita spirituale; ne hai ancora il tempo e l'ora. Perché vuoi differire il tuo buon profitto? Sorgi, mettiti subito, in questo momento, all'opera e di': Ora è il tempo d'agire, ora è il tempo di combattere, ora è il tempo opportuno per cambiare vita. Quando stai male e sei afflitto, allora è il tempo d'acquistare meriti.

Bisogna che tu passi per la prova del fuoco e dell'acqua, prima di giungere al luogo del refrigerio. Se non ti sarai fatta violenza, non potrai vincere una cattiva inclinazione. Finché portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere esenti da colpa né vivere senza tedio e senza afflizione.

Ci piacerebbe vivere in un riposo immune da ogni miseria; ma, avendo con il peccato perduto l'innocenza, abbiamo perduto anche la vera felicità. Bisogna, perciò, avere pazienza ed attendere la misericordia di Dio, finché passi il tempo dell'iniquità (Sal. 56,2) e finché ciò che è in noi mortale venga assunto dalla vita immortale (2 Cor 5,4). Oh, quant'è grande la fragilità umana, sempre incline al male! Oggi tu confessi i tuoi peccati, e domani commetti nuovamente quegli stessi che hai confessato.

Ora fai il proponimento di stare guardingo, e un'ora dopo ti comporti come se nulla avessi promesso. Possiamo, dunque, ben a ragione umiliarci e non avere mai molta stima di noi: tanto fragili siamo ed incostanti! Si può anche perdere in un momento, per negligenza, ciò che a gran fatica eravamo riusciti finalmente ad acquistare con la grazia di Dio.

Che sarà di noi sul finire della vita, se già, così per tempo, ci lasciamo prendere dalla tiepidezza? Guai a noi, se vogliamo riposare così, come se fossimo già in stato di pace e di sicurezza, mentre nella nostra norma di vita non appare ancora un segno della vera santità! Avremmo davvero bisogno di ricominciare da capo, come buoni novizi, ad educarci all'acquisto delle virtù, ammesso che ci fosse ancora speranza d'emendarci in avvenire e di conseguire un maggiore profitto spirituale.