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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:L'umiltà di Gesù si può constatarla nella man­giatoia, nell'esilio in Egitto, nella vita nascosta, nella difficoltà a farsi capire dalla gente, nel sottomettersi all'odio dei suoi persecutori, in tutta la tremenda sof­ferenza della sua Passione e morte, e ora, nel perma­nente stato di umiltà nel tabernacolo, dove si è ridotto a una minuscola particola di pane che il sacerdote può tenere con due dita. Più vuotiamo noi stessi, più spazio diamo a Dio, perché ci colmi di sé.

LETTURE A CASO

Gv 19,1-42

1Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: 3"Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi. 4Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa". 5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!". 6Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa". 7Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio".

8All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura 9ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: "Di dove sei?". Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?". 11Rispose Gesù: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande".

12Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare". 13Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: "Ecco il vostro re!". 15Ma quelli gridarono: "Via, via, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?". Risposero i sommi sacerdoti: "Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare". 16Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

17Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. 19Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". 20Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: "Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei". 22Rispose Pilato: "Ciò che ho scritto, ho scritto".

23I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. 24Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:

Si son divise tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica han gettato la sorte.


E i soldati fecero proprio così.

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". 27Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

28Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". 29Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!". E, chinato il capo, spirò.

31Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. 33Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

38Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatéa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. 40Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. 41Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. 42Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 20, 19-31: Otto giorni dopo venne Gesù.

Eb 4,1-16

1Dobbiamo dunque temere che, mentre ancora rimane in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. 2Poiché anche a noi, al pari di quelli, è stata annunziata una buona novella: purtroppo però ad essi la parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti nella fede a quelli che avevano ascoltato. 3Infatti noi che abbiamo creduto possiamo entrare in quel riposo, secondo ciò che egli ha detto:

Sicché ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo!


Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. 4Si dice infatti in qualche luogo a proposito del settimo giorno: E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le opere sue. 5E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo! 6Poiché dunque risulta che alcuni debbono ancora entrare in quel riposo e quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono a causa della loro disobbedienza, 7egli fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo in Davide dopo tanto tempo:

Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori!


8Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. 9È dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di Dio. 10Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch'egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.

11Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.

12Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. 13Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.

14Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. 15Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. 16Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.


Protreptico ai Greci: Capitolo 9

E potrei addurti infiniti passi della Scrittura, dei quali neppure " una virgola passerà", che non sia compiuta; " giacchè la bocca del Signore", cioè lo Spirito Santo, " disse queste cose". " Non più far poco conto, dunque", dice, " o figlio mio, della punizione del Signore, Nè scoraggiarti quando sei da lui biasimato". Oh l'immenso amore per l'uomo! Non fa come il maestro con gli scolari, Nè come il padrone coi servi, Nè come Dio con gli uomini, ma "come un tenero padre ", che ammonisce i suoi figli. Quindi, Mosè confessa " di essere spaurito e tremante ", quando udiva parlare del Verbo; e tu, quando odi lo stesso Verbo divino, non sei preso da timore? Non sei turbato? Non stai in guardia e, nello stesso tempo, non ti affretti ad imparare, cioè non ti affretti verso la salvezza, temendo l'ira di Dio, amando la sua grazia, cercando ardentemente la speranza, per potere evitare il giudizio? Venite, venite, o miei giovani; "giacchè, se non diverrete di nuovo come i fanciulli e non sarete rigenerati", come dice la Scrittura, non potrete ricevere il Padre vero, "Nè entrerete mai nel regno dei cieli ". Come infatti è permesso di entrare allo straniero? Ma quando, credo, egli sarà iscritto e avrà la cittadinanza e riceverà il Padre, allora egli sarà "nelle cose del padre ", allora sarà stimato degno di ottenere l'eredità, allora parteciperà del regno paterno insieme col figlio legittimo, " l'amato ". Giacchè questa è la Chiesa primogenita, la quale è composta di molti buoni figliuoli. Questi sono "i primogeniti, che sono stati iscritti nella popolazione dei cieli", e celebrano solenni feste insieme con tante " miriadi di angeli ". Questi primogeniti figli siamo noi, che siamo gli alunni di Dio, i legittimi amici del suo " primogenito ", che primi fra tutti gli altri uomini abbiamo conosciuto Dio, che primi ci siamo distaccati dal peccato, primi ci siamo separati dal demonio. Ma ora, tanto più negatori di Dio sono taluni, quanto più amico degli uomini è Dio. Egli infatti da schiavi vuole che noi diventiamo suoi figli, questi anche di diventare suoi figli hanno disdegnato. O la grande follia! è del Signore che voi avete vergogna. Egli promette la libertà, ma voi fuggite verso la servitù. Largisce la salvezza, ma voi vi abbassate alla condizione umana. Dona la vita eterna, ma voi aspettate la sua punizione e preferite " il fuoco che il Signore preparò per il diavolo e i suoi angeli ". Per questo il beato Apostolo dice: " Attesto nel Signore che non più voi camminiate, come anche le Genti camminano, nella vanità della loro mente, essendo ottenebrate nel loro intelletto e alienate dalla vita di Dio, per l'ignoranza che è in esse a causa dell'indurimento del loro cuore; le quali, essendo divenute insensibili, si abbandonarono alla intemperanza per commettere ogni opera di impurità e di cupidigia". Quando un tale testimone biasima la stoltezza degli uomini e invoca il nome di Dio, che altro resta allora ai non credenti, se non il giudizio e la condanna? Ma il Signore non si stanca di ammonirli, di spaventarli, di esortarli, di incitarli, di riprenderli; desta gli uomini dal sonno e solleva dalle stesse tenebre quelli che hanno perduto la via giusta: "Dèstati ", dice, " tu che dormi, e risorgi dai morti, e splenderà sopra di te Cristo il Signore ", il sole della resurrezione, Egli che è nato " prima della stella dell'alba " e larg la vita coi suoi raggi. Nessuno dunque disprezzi il Verbo, per non disprezzare, senza accorgersene, se stesso. Dice infatti in un punto la Scrittura: "Oggi se ascolterete la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella esasperazione del giorno della tentazione nel deserto, dove i vostri padri tentarono me col mettermi alla prova". Se vuoi sapere che cosa è la " prova", te lo spiegherà lo Spirito Santo: " E videro le opere mie ", dice, " per quaranta anni; perciò mi indignai con questa generazione e dissi: sempre errano nel loro cuore, ma essi non conobbero le mie vie; cosicchè io giurai nella mia ira: essi non entreranno nel mio riposo ". Vedete la minaccia! vedete l'esortazione! vedete la punizione! Perchè dunque ancora mutiamo la grazia per l'ira, e non accogliamo con orecchie aperte il Verbo, e non ospitiamo nelle pure anime Dio? Giacchè grande è la grazia della sua promessa, se oggi ascolteremo la sua voce: e questo " oggi " si accresce giorno per giorno, finchè si dirà " oggi ". Fino alla consumazione di tutte le cose continua e 1'" oggi" e l'apprendimento; e allora il vero " oggi", l'indefettibile giorno di Dio, si estende insieme con gli evi. Ascoltiamo sempre, dunque, la voce del Verbo divino; giacchè l'"oggi" è immortale; è immagine degli evi, e simbolo della luce il giorno, e luce per gli uomini è il Verbo, per mezzo del quale noi contempliamo Dio. Ben a ragione, dunque, per quelli che credettero e che obbediscono la grazia sarà sovrabbondante, ma per quelli che non credettero e che errano nel cuore Nè conobbero le vie del Signore, che Giovanni ci ordinò di fare rette e di preparare, con costoro Dio si sdegnò e per essi non ha che minacce. E appunto il compimento della minaccia lo ricevettero per enigma i vecchi Ebrei erranti nel deserto: si dice infatti che essi a causa della incredulità non entrarono nel riposo, prima che, preso a seguire il successore di Mosè, benchè tardi, coi fatti compresero finalmente di non potersi salvare altrimenti che col credere come credette Gesù. Ma il Signore, essendo amante degli uomini, esorta tutti gli uomini " alla conoscenza della Verità", e per questo manda il Paracleto. Qual è dunque questa conoscenza? La pietà; "la pietà è utile a tutto", come dice Paolo, " Poichè ha la promessa della vita di ora e di quella futura ". Se si mettesse in vendita la salvezza eterna, o uomini, a qual prezzo, confessatelo, la comprereste? Neppure se uno misurasse tutto il Pattolo, il mitico fiume dell'oro, potrebbe contare un prezzo equivalente alla salvezza. Non perdetevi di coraggio, dunque: voi avete la possibilità, se lo volete, di comprare questa preziosissima salute col tesoro che vi è proprio, cioè con l'amore e la fede, che è il giusto prezzo della vita eterna. Questo prezzo Dio l'accetta volentieri. " Giacchè noi abbiamo sperato nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, e specialmente di quelli che credono". Gli altri, aggrappati al mondo, come certe alghe alle rocce marine, dell'immortalità fanno poco conto, come il vecchio Itacese desiderando, non la verità e la patria celeste e quella che è la vera luce, ma il fumo. La pietà, poi, consistendo nel rendere simile a Dio, per quanto è possibile, l'uomo, gli assegna come adatto maestro Dio, il solo, cioè, che possa realizzare degnamente questa rassomiglianza dell'uomo a Dio. Riconoscendo come veramente divino questo insegnamento, l'Apostolo dice: " Tu, o Timoteo, hai conosciuto finì da bambino le sacre lettere, che sono capaci di renderti sapiente verso la salvezza per mezzo della fede in Cristo". Giacchè realmente sacre sono le lettere, le quali ci rendono sacri e divini, e le scritture composte di queste lettere e sillabe sacre - cioè i libri sacri - lo stesso Apostolo in conseguenza le chiama "ispirate da Dio ", Poichè " sono utili per l'istruzione, per la confutazione, per la correzione, per l'educazione che è in giustizia, affinchè sia perfetto l'uomo di Dio, preparato per ogni opera buona ". Nessuno potrebbe essere così scosso dalle esortazioni degli altri santi, come da quelle del Signore stesso, che ama gli uomini; giacchè non altro che questo è il suo unico còmpito: la nostra salvezza. è lui stesso che grida, esortando alla salute: " Il regno dei cieli si è avvicinato". Egli converte gli uomini, quando essi si avvicinano a lui per il timore. E ugualmente l'Apostolo del Signore, esortando i Macedoni, si fa interprete della divina parola, dicendo: "Il Signore si è avvicinato; state attenti che non siamo trovati a mani vuote ". Ma voi siete a tal punto senza timore, o piuttosto senza fede, che non obbedite Nè allo stesso Signore Nè a Paolo, che pure è stato prigioniero per la causa di Cristo. "Gustate e vedete che Dio è buono ". La fede vi guiderà, l'esperienza vi insegnerà, la Scrittura vi educherà, "Udite qua, o figli - dicendo -, io vi insegnerò il timore del Signore ". Quindi brevemente aggiunge, come se si indirizzasse ad uomini che hanno già creduto, " Quale è l'uomo che vuole la vita, e ama vedere dei giorni buoni? ". Siamo noi, diremo, noi gli adoratori del bene, gli zelanti per le cose buone. Udite dunque, voi " che siete lontano", udite, "voi che siete vicino ". Il Verbo non è nascosto a nessuno; esso è una luce comune a tutti, splende per tutti gli uomini; nessuno è cimmerio nel Verbo. Affrettiamoci verso la salute, verso la resurrezione; affrettiamoci, noi che siamo molti, a riunirci in un solo amore, secondo l'unità dell'unica sostanza; perseguiamo similmente l'unità, con la pratica delle buone opere, cercando la buona monade. Ora, l'unità proveniente dalla pluralità, traendo una divina armonia dalla polifonia e dalla dispersione, diventa una sola sinfonia, che obbedisce a un solo corego e a un solo maestro, il Verbo, e che non cessa fino a quando abbia raggiunto la verità stessa, dicendo: " Abba padre ". Questa è la verace parola che Dio accetta di buon grado dai suoi figli, il primo frutto che Egli raccoglie da essi.

(Autore: Clemente alessandrino)

L'imitazione di Cristo: L'ARDENTE ASPIRAZIONE AL CORPO DI CRISTO IN ALCUNE ANIME DEVOTE

PAROLE DEL DISCEPOLO
" Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi a coloro che Ti temono" (Sal 30, 20). Quando ripenso, o Signore, a certe anime devote che s'accostano al tuo Sacramento con la più grande devozione e con affetto, Piuttosto spesso mi sento pieno di colpa e di vergogna, perché m'accosto al tuo Altare e alla Mensa della santa Comunione così tiepido, così freddo, Perché rimango così arido e senza un palpito del cuore, perché non sono del tutto acceso alla tua presenza, o mio Dio, E perché non sono così fortemente rapito e commosso, come lo furono molti devoti che, per l'intensissimo desiderio della Comunione e per la sensibile tenerezza del cuore, non riuscirono a frenare le lacrime.

Essi, anzi, aprendo ad un tempo la bocca del cuore e quella del corpo, dal loro intimo anelavano a Te, Dio, fonte viva, e non potevano calmare o saziare il loro vivo desiderio in altro modo, se non ricevendo il tuo Corpo con pieno giubilo e con avida esultanza della loro anima. Oh, che fede sincera ed ardente, la loro! Essa costituisce un argomento a prova della tua reale presenza! Codeste anime devote davvero conoscono il loro Signore nella “frazione del pane” (Lc 24, 35); il loro cuore tanto ardentemente divampa per Gesù, che cammina con loro.

Spesso, un siffatto sentimento, una siffatta devozione, un amore ed un ardore così veementi sono lontani da me. Siimi propizio, Gesù buono, dolce e benigno, e concedi a questo tuo povero mendico che, qualche volta almeno, risenta nella santa Comunione un po' dell'intimo amore del tuo cuore, Perché s'irrobustisca la mia Fede, rinvigorisca la Speranza nella tua bontà; e la Carità, una buona volta perfettamente accesa e dopo avere gustato la Manna celeste, non mi venga mai meno.

La tua misericordia, poi, è così potente, da concedermi anche codesta desiderata grazia e da visitarmi con somma clemenza in ispirito d'ardore, fino a che non sarà giunto il giorno che a Te piacerà. Infatti, sebbene io non arda d'un desiderio così intenso come quello che ebbero per Te questi devoti così singolari, tuttavia sento, per grazia tua, che desidero avere quel desiderio grande e bruciante; prego e sospiro d'essere ammesso a far parte di tutti i tuoi fervidi devoti e d'essere annoverato nella loro santa compagnia.